Tensioni nelle carceri emiliane. Dopo la rivolta a Modena sono 9 i morti

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Resta la tensione nelle carceri emiliane. Dopo le violente proteste di Modena e la sommossa a Reggio Emilia avvenute domenica 8 di marzo, e poi quella della Dozza di Bologna.
E sono complessivamente nove i detenuti provenienti dal carcere di Modena morti. Quattro detenuti sono in prognosi riservata. I feriti in totale sono 18: lesioni lievi anche per tre guardie e sette sanitari. La Procura di Modena ha aperto un’inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale e violenza privata.
Bisognerà anche approfondire le cause dei decessi: secondo le prime informazioni sarebbe dovuta al fatto che, durante la rivolta, si sono impadroniti dell’infermeria e hanno assunto un’overdose di farmaci.
Un’altra sommossa è esplosa domenica sera nel carcere di Reggio Emilia, con 150 detenuti e tre sezioni coinvolte. L’intervento di polizia, carabinieri e vigili del fuoco ha riportato la calma. Sono stati rotti arredi e incendiati materassi.

Sindaco di Modena: ripristinare struttura, cordoglio alle famiglie. “Il carcere va ripristinato al più presto, è una questione di sicurezza per la città e il territorio”. È l’appello del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli rivolto alle autorità competenti dopo la rivolta nel carcere cittadino. “Attendiamo dal governo risposte e impegni chiari – spiega Muzzarelli – perché non è possibile pensare di distogliere a lungo operatori delle forze dell’ordine dai compiti di controllo del territorio per accompagnare in carceri distanti decine di chilometri le persone che vengono arrestate”.

Nel frattempo, sta aumentando il numero delle vittime e il sindaco, che ha già espresso solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria, a tutti gli operatori della struttura, al personale sanitario e agli operatori delle forze dell’ordine, rinnova “il cordoglio per le vittime e per i loro familiari” richiamando l’attenzione sulla necessità che nelle carceri venga sempre rispettata la dignità dei detenuti e che il loro comportamento sia corretto.

Scritte sui muri inneggianti alla rivolta. “Atti vandalici assolutamente inaccettabili”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli definisce così le scritte inneggianti alla rivolta in carcere con le quali, nella notte tra lunedì 9 e martedì 10 marzo, ignoti hanno imbrattato la città. Le scritte sono circa trenta, in una quindicina di vie del centro storico, e prendono di mira carceri, polizia e giornalisti a seguito degli episodi che si sono verificati, appunto, all’interno del carcere di Sant’Anna.

“Abbiamo già iniziato a rimuoverle e coprirle – spiega il sindaco – per restituire decoro e dignità alla città. L’attacco alle forze dell’ordine e agli organi di informazione che svolgono semplicemente il proprio lavoro è ancora più grave in un momento come questo in cui è necessaria la massima responsabilità da parte di tutti. Mi auguro vengano presto individuati i responsabili e si proceda nei loro confronti con il giusto rigore”.

Per rimuovere le scritte, realizzate in varie vie del centro, in particolare nella zona di Palazzo Ducale e in quella di via Sgarzeria, è stata attivata una squadra di tecnici comunali del settore Lavori pubblici, in quanto, viste le disposizioni governative di limitazione degli spostamenti, l’Amministrazione comunale ha ritenuto opportuno non affidarsi esclusivamente ai volontari dell’associazione Vivere sicuri, tradizionalmente impegnati in questo tipo di interventi. Serviranno comunque due o tre giorni per completare i lavori che hanno anche danneggiato alcuni edifici storici.