Stretta sul gioco d’azzardo a Reggio, approvata delibera in Consiglio comunale

Il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori presenta una delibera sul gioco d’azzardo in Comune a Reggio Emilia e risponde ad altre domande: quanto si gioca d’azzardo in Italia e a Reggio, quanto si perde e si vince, a cosa giocano i giovani, quali sono le reali possibilità di vincita, ed altro ancora.

Presentazione della proposta di delibera consigliare sul ‘Regolamento del gioco d’azzardo’. Viene presentata per la prima volta in questa consigliatura, ed è comunque una cosa molto rara, la prima delibera consigliare, che quindi nasce dalla volontà del Consiglio Comunale e non su stimolo della Giunta. E’ una delibera sostenuta da quasi tutti i gruppi di Sala Tricolore ed è sottoscritta dai Capigruppo: Bertucci, Cantergiani, Benassi, Burani, Perri, Bassi, Panarari e Rubertelli.

“Si tratta di una delibera – ha detto il presidente del Consiglio comunale Matteo Iori -molto importante per due motivi: il primo è che nasce su volontà del consiglio comunale ed è rarissimo che il consiglio comunale esprima una delibera, quindi una legge, e non un orientamento politico, ed è bene sottolineare che quasi tutti i gruppi consiliari hanno aderito. Il secondo motivo è che è una delibera finalizzata a tutelare la salute delle persone e i dati ci dicono che ce n’è molto bisogno se in un solo anno nel solo comune di Reggio Emilia sono stati persi più di 65 milioni di euro al gioco d’azzardo. Tutelare la salute delle persone e limitare i rischi di gioco d’azzardo è un’attività che non ha colore politico e dev’essere il primo fine di un’amministrazione”.

Qual è il contesto del fenomeno del gioco d’azzardo in Italia e a Reggio Emilia? Lasciando stare i dati del 2020 falsati dalle chiusure del lockdown, sappiamo dai dati del report annuale dei Monopoli di Stato (fonte Libro Blu AAMS 2020) che in Italia nel solo anno 2019 sono stati spesi in gioco d’azzardo 110,5 miliardi di euro. Di questi 91,1 vengono restituiti in “vincite” o meglio “diminuzione delle perdite” e 19,4 miliardi sono stati definitivamente persi. Dei 110,5 miliardi: 36,4 miliardi di euro sono raccolti in giochi online e 74,1 miliardi di euro in giochi in luoghi fisici. Di questi 74 miliardi: 46,6 miliardi (cioè il 63% del gioco fisico) sono stati raccolti negli apparecchi (slot machine e videolottery) che sono la tipologia di gioco direttamente coinvolta dalla delibera. Seguono poi con 9,1 miliardi i gratta e vinci, con 8 miliardi il lotto, con 4,7 miliardi le scommesse sportive, con 1,7 miliardi i giochi numerici a totalizzatore (come Superenalotto e Win for life) e con cifre inferiori gli altri giochi…

Per quanto riguarda il solo Comune di Reggio Emilia (non la provincia ma solo il nostro comune) nel 2019 nei soli giochi fisici (cioè tutti quelli che non sono online) quindi rapportati ai 74 miliardi di euro in Italia, sono stati giocati 314 milioni di euro; di questi 248,8 milioni sono tornati ai giocatori in parziale restituzione della spesa con le vincite e i restanti 65,32 milioni sono stati definitivamente persi al gioco d’azzardo. Questi 65,3 milioni sono andati: una parte allo Stato (39,78 milioni) e la parte restante (25,54 milioni) sono andati alla filiera industriale (dalle concessionarie, ai proprietari degli apparecchi, ai baristi, ai tabacchini, ecc).

Ma i costi del gioco d’azzardo non sono solo i 65 milioni di euro. Sono anche i costi legati alla patologia, come per le 198 persone seguite nel 2019 dall’AUSL di Reggio per dipendenza da gioco d’azzardo, ma sono anche tanti altri i costi sociali di tutti coloro che non si rivolgono ai servizi pubblici e il cui ambiente famigliare si degrada gravemente e le stime sulla patologia ritengono che i numeri dei giocatori problematici siano molto alti; secondo la ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) emerge che: in Italia i giocatori sono 18 milioni e 400mila (il 36.4% della popolazione maggiorenne). E che, al di là di quelli già in carico ai servizi pubblici, circa un milione e mezzo di questi giocatori abbia un “profilo problematico”, ovvero faccia fatica a gestire il tempo da dedicare al gioco, a controllare quanto spende, alterando i comportamenti familiari e sociali.

Ed è importante sottolineare che le persone che si rivolgono ai servizi pubblici per dipendenza da gioco nella maggior parte dei casi sono dipendenti dai cosiddetti apparecchi: quindi slot machine e videolottery che sono proprio il tema di cui si occupa la delibera. Con la delibera viene presentato un regolamento che invita il Sindaco a fare un’ordinanza con la quale limitare gli orari di accensione degli apparecchi. La proposta di ordinanza riprende quelle già approvate in tanti comuni della regione, fra i quali Modena e Bologna, di limitare l’accensione a 8 ore al giorno, divise in due fasce orarie: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 22. Le 8 ore indicate permettono i diritti di libertà di impresa ma tutelano anche la salute degli individui.

Un’altra cosa prevista dalla delibera è il divieto di pubblicizzare il gioco d’azzardo negli spazi pubblicitari dati in concessione dal Comune, comprese le sponsorizzazioni delle rotonde e in quelli per le pubbliche affissioni. Inoltre sempre in merito al tema delle pubblicità c’è un articolo che vieta la pubblicizzazione delle vincite avvenute nel locale. Questo impatterà soprattutto su chi vende i Gratta e Vinci ed è abituato ad esporre cartelli che sottolineano le migliaia di euro vinti in quel posto ma senza mai menzionare i soldi persi nello stesso luogo. Si è ritenuto importante inserire questo articolo nel regolamento per limitare l’induzione ad una percezione falsata della realtà. Il Gratta e Vinci è il gioco d’azzardo più diffuso tra i giovanissimi. Una ricerca del CNR svolta nelle scuole superiori Italiane ben il 32% degli studenti fra i 15 e i 19 anni ha giocato nell’ultimo anno e i dati specifici dell’Emilia Romagna (Fonte Studio Espad 2019 Relazione Emilia Romagna 20/11/20) ci dicono che fra coloro che hanno giocato il 78% degli studenti ha giocato ai Gratta&Vinci, in particolar modo le studentesse e i minorenni.