Continua l’impegno di Reggio Emilia nel rafforzare scambi e dialogo con la Bosnia Erzegovina, un’azione che nel corso degli ultimi mesi ha visto il coinvolgimento non soltanto dell’amministrazione comunale ma di diverse realtà e organizzazioni della società civile del territorio reggiano. Si torna a 25 anni fa, ad uno dei momenti più tragici della recente storia europea.
Si torna a 25 anni fa, ad uno dei momenti più tragici della recente storia europea. Siamo a Srebrenica, l’11 luglio 1995: quel giorno le truppe guidate da Ratko Mladic entrarono in un piccolo paese della Bosnia Erzegovina che divenne tristemente noto al mondo per il genocidio di più di 8.000 persone: un atto di pulizia etnica ed allo stesso tempo il più grande massacro avvenuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Per riflettere su quei fatti, il 15 e il 17 luglio a Reggio Emilia è in programma “Srebrenica: 25 anni dopo – Rileggere i Balcani, una lunga storia europea”, una due giorni promossa da Comune di Reggio Emilia, Istoreco, Cisl Emilia Centrale, Iscos Emilia-Romagna, Arci Reggio Emilia, Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa e la Fondazione E-35. Un sostegno prezioso è stato garantito da Coop Alleanza 3.0.
L’obiettivo è offrire un percorso di ricostruzione storica, con spunti per l’analisi del presente, dei conflitti nei Balcani, con particolare attenzione alla Bosnia Erzegovina; il tutto, accompagnati da testimoni ed esperti di primo piano. Dato il contesto le iniziative si terranno in presenza ma saranno trasmesse in diretta facebook anche sulla pagina facebook di Istoreco, per favorire la fruizione.
Si parte mercoledì 15 luglio alle 21.30 all’Arena Stalloni del cinema estivo di via Campo Samarotto 10 a Reggio Emilia con la proiezione del documentario “La pace fredda, è davvero finita la guerra in Bosnia Erzegovina?”. A seguire, l’incontro con gli autori Luca Leone e Andrea Cortesi, introdotti dall’assessore alle Politiche migratorie del Comune di Reggio Emilia Daniele Marchi. Si chiuderà con la testimonianza di Tamara Cvetković, attivista per i diritti umani e la cui famiglia è stata colpita dalla pulizia etnica. L’ingresso costa 2 euro, non è richiesta prenotazione.
Il documentario parte dal novembre del 1995, dagli accordi di Dayton che hanno fermato la guerra in Bosnia Erzegovina senza però costruire una vera pace. Da Sarajevo a Bratunac via Belgrado, da Višegrad a Srebrenica, le voci dei protagonisti, superando le appartenenze culturali, raccontano le tragedie individuali e familiari: la vita durante la guerra, gli odiosi stupri etnici, il genocidio di Srebrenica e quello mai riconosciuto di Višegrad, la perdita dei familiari, della casa, del lavoro, di ogni certezza, la fine di un mondo. Sul presente e sul futuro si addensano nuove nubi, ma dalle voci dei protagonisti si può ancora avvertire la speranza di un cambiamento.
Venerdì 17 luglio nel cortile della sede Istoreco in via Dante 11 alle 21 si terrà il convegno “I Balcani nella storia: attraverso il ‘900 jugoslavo” con Alfredo Sasso e Marco Abram dell’Osservatorio Balcani Caucaso e Transeuropa. A seguire, un approfondimento su “L’imbroglio etnico, la guerra degli anni ’90” in compagnia delle fotografie di Mario Boccia. L’ingresso è libero fino all’esaurimento dei posti, è consigliata la prenotazione da confermare scrivendo a staff@istoreco.re.it.
Le iniziative sono aperte alla cittadinanza e ai tanti volontari e appassionati di storia dei Balcani, a chi si è avvicinato a quella realtà durante i tragici anni del conflitto e non è più riuscito ad allontanarsi da questi Paesi, ma anche a chi vuole, per la prima volta, affacciarsi su queste terre di confine, ai confini d’Europa, che sono parte stessa della nostra Storia, delle nostre tragedie e del nostro futuro.
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Stessa storia per l'albero di natale e babbo natale ormai parte delle nostre tradizioni o almeno di quelle dei nostri figli e nipoti.
È una fase talmente matura dell'era digitale tale da trasformare cittadini di ogni età e professione, classe dirigente compresa , in un branco si ebeti
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