Siccità del Po, portate sotto le medie storiche

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La lunga ed articolata seduta odierna dell’Osservatorio permanente sulle crisi idriche, convocata dall’Autorità Distrettuale del Fiume Po-MiTE, che ha unito tutte Regioni del distretto, le Agenzie di monitoraggio meteo e i portatori di interesse pubblici e privati in un approfondito confronto e scambio di utili informazioni sullo stato idrologico dell’area padana, proietta un contesto ancora estremamente deficitario per ciò che attiene alla quantità di risorsa idrica presente e stimata. Le più recenti precipitazioni sparse sono risultate per lo più deboli e poco incisive sugli indicatori tecnici, tali da non modificare le risultanze dell’Osservatorio precedente, quando l’attesa delle imminenti piogge lasciava maggior possibilità di contrastare il fenomeno che ha caratterizzato l’inizio di questo difficile anno di stress idrico.

Le portate del Grande Fiume restano sotto le medie storiche in quasi tutte le stazioni di rilevamento; i grandi laghi Alpini non hanno innalzato, se non solo sensibilmente, le proprie capacità di invaso; la produzione di energia idroelettrica, in questo momento di necessità, è pressoché ferma o a singhiozzo, mentre la gran parte del comparto agricolo, giocoforza, è stato costretto a far slittare le semine di due settimane confermando ad oggi un dato di prelievo di acqua a scopo irriguo ai minimi storici. Nel Delta il cuneo salino risale pesantemente per oltre 10-12 km dalla Costa Adriatica e costringe i Consorzi di bonifica locali (Delta Rovigo) a chiudere quasi completamente il prelievo di derivazione, limitandosi alle poche ore di bassa marea. Anche l’emergenza idropotabile, compensata dall’invio di autobotti, che riguardava alcuni comuni Piemontesi oggi tocca anche territori lombardi nel Varesotto e Bresciano.

Il Segretario dell’Autorità del Fiume Po, Meuccio Berselli, ha convocato una nuova seduta dell’Osservatorio il 6 Maggio prossimo: “I dati sono assai negativi e riguardano tutti gli indicatori delle zone esaminate. Le previsioni stimate ci consegnano due possibili perturbazioni in arrivo, una prima più leggera ed una più incidente a cavallo del 25 Aprile, per questo faremo subito un bilancio ai primi giorni del mese di Maggio per verificare se il quadro complessivo sarà migliorato e quali ulteriori provvedimenti prendere e concertare con le amministrazioni regionali oltre a quelli già adottati”.

E proprio tra quelli già adottati spiccano le decisioni di Lombardia, Emilia-Romagna e dello stesso Piemonte, in talune aree, di applicare anticipatamente il DMV estivo con conseguente possibilità eventuale, caso per caso, di derogarne il valore. Il fine è quello di accumulare in questo frangente la maggiore quantità di acqua possibile per poi averla a disposizione nei periodi più caldi tenendo conto che le previsioni di medio e lungo periodo ci proiettano uno scenario di una estate lunga e molto calda durante la quale queste scorte saranno presto destinate ad esaurirsi in mancanza di compensazione.

Alcune notizie che arrivano dalle singole regioni confermano il trend descritto e approfondito nella parte tecnica che alleghiamo con integrazione di grafici.

VALLE D’AOSTA: si segnalano, come in Piemonte e Lombardia, alcuni casi di vasche completamente vuote utilizzate per l’approvvigionamento idropotabile. Invasi sotto i livelli minimi.

PIEMONTE: capacità complessiva resta immutata rispetto al passato con una anomalia di disponibilità di acqua che oscilla tra il 70 e 80%, con un deficit di piogge al -80%, la neve è presente per meno di un terzo rispetto alla media (600 milioni di mc stimati). La portata del Po rimane a -77% e si toccano livelli da primato anche per i minimi delle derivazioni, alla presa di S. Antonio -67%.

LOMBARDIA: acqua disponibile rispetto alla media risulta del 60-70% in meno, eccezion fatta per i territori orientali leggermente sopra. La Regione in riunione di Giunta ha consentito la deroga temporanea al Dmv Consorzio Adda Oglio. La neve è a -67% e gli invasi a -60% ad eccezione del Garda.

VENETO: La parte di Veneto che rientra nel bacino del Po, provincia di Rovigo e Delta, denuncia una mancanza latente di risorsa, intrusione delle acque salmastre e impossibilità di avviare la pratica irrigua a beneficio delle colture locali. Si sottolinea l’importanza di trattenere meno acqua a monte per non inasprire il fenomeno a valle fino al Delta. Anche il Canalbianco riesce ad alimentare la capacità idrologica di soli 6 m/c al secondo, quantità che non muta gli scenari.

LIGURIA: La Liguria denuncia una situazione critica e una mancanza evidente di acqua soprattutto a ridosso dei crinali Appenninici. Anche l’acqua disponibile negli invasi è al minimo e con questi valori il rilascio dalla diga del Brugneto (non solo a beneficio del versante ligure, ma anche per quello piacentino a seguito degli accordi interregionali degli ultimi anni) potrebbe non avvenire con queste quantità disponibili.

EMILIA-ROMAGNA: L’Emilia-Romagna ha leggermente beneficiato di più dalle ultime piogge, ma la situazione di portate e falde sotterranee non migliora di tanto evidenziando le maggiori criticità nelle zone di Piacenza, di Parma (soprattutto per le falde) di Ferrara e di parte della zona orientale del Bolognese non servita dal Canale Emiliano Romagnolo (CER). La Regione ha anticipato l’applicazione del Dmv sia per facilitare l’accumulo che per favorire habitat e biodiversità. -50% di piogge stimate da inizio anno. Peggioramento dello stato di aridità dei suolo e di conseguenti capacità di ricarica e assorbimento.

BOLLETTINO 14/4/2022

Le prime settimane di Aprile hanno confermano maggiore dinamicità sul fronte meteorologico con eventi di precipitazione nevosa e piovosa sparsi su tutto il comprensorio padano, ma tuttavia non sono stati in grado di alleviare la situazione di siccità accumulata nei valori nei primi mesi dell’anno. Analizzando in dettaglio il contesto del Nord Italia gli accumuli complessivi risultano infatti mediamente inferiori alle attese, in particolare tra l’area più ad Ovest della Lombardia e la gran parte del Piemonte, non si sono superati localmente i 10-15mm complessivi, un po’ meglio la situazione in Emilia dove, sui versanti Appenninici, si sono superati i 30mm. Nei primi giorni di Aprile dunque le piogge sono state poco consistenti, non omogenee e a carattere temporalesco, non riuscendo ad influire in maniera evidente sugli equilibri idrologici a compensazione del deficit maturato progressivamente da inizio anno in termini di portate, ma sono risultate utili al comparto agricolo riportando su valori minimi il contributo di umidità dei suoli.

PORTATE: le portate di Po, dopo una lieve e temporanea ripresa dei deflussi, presentano un nuovo esaurimento. A Pontelagoscuro la portata attuale di 518m3/s è ridotta del -57%, resta Piacenza la sezione più in crisi con una portata di soli 253m3/s, -74% rispetto le medie di periodo. Tuttavia le seppur scarse piogge hanno permesso a molti tributari, soprattutto quelli appenninici, di riprendersi dai minimi storici segnati nel mesi di Marzo e ad avere un parziale ristoro, benefico soprattutto per l’habitat fluviale. Anche gli affluenti, tranne un breve parentesi dovuta agli eventi precipitativi, risultano tutti con portate di magra o magra estrema, con valori prossimi al DMV estivo.

PRECIPITAZIONI: Nel mese centrale della primavera i principali modelli mostrano precipitazioni localmente sotto media e non in grado di colmare il deficit importante del distretto da inizio anno del -70-80%. L’ultimo impulso precipitativo ha contribuito con piogge non superiori ai 10mm e a beneficiarne maggiormente è stata la zona terminale del bacino, parte emiliano-romagnola (la zona di Ferrara presenta il più importante deficit in termini di precipitazioni dell’Emilia –98% nell’ultimo mese e –50% da inizio anno), praticamente non toccata dalle piogge la parte di testata del bacino (Piemonte). Ad oggi, solo per il mese di Aprile manca mediamente un contributo del 50% delle piogge e la serie di dati del semestre ottobre 2021-aprile 2022 mostra una precipitazione cumulata inferiore alla minima del periodo di riferimento con valori paragonabili ai minimi storici. Si prevedono due possibili perturbazioni in arrivo da oggi fino alla fine del mese di Aprile.

TEMPERATURE: Dopo un avvio di Aprile con uno scenario piuttosto anomalo, con un brusco abbassamento termico che ha riportato la neve sui rilievi ed ha permesso di conservare il manto già presente, ad oggi è previsto un ritorno del caldo con valori termici sopra media sia per la seconda metà di Aprile che per Maggio, con giornate soleggiate e i primi caldi di stagione, ma anche il rischio di colpi di coda invernali ed eventi meteo rapidi e violenti. Il naturale aumento delle temperature, con punte di oltre 20 gradi negli ultimi giorni, tuttavia, farà aumentare l’effetto dell’evapotraspirazione dei suoli.

LAGHI: La situazione è caratterizzata da afflussi minimi e dalle conseguenti parzializzazioni dei rilasci. Il lago Maggiore, dopo aver recuperato +4cm rispetto la settimana precedente grazie alle piogge scorse, oggi ha un valore attuale di 3,8 cm allo zero idrometrico di Sesto Calende, con un riempimento al 30%. Sostanzialmente invariata, nonostante gli eventi precipitativi trascorsi, la situazione del lago di Como (-30 cm) con una riserva d’acqua disponibile prossima al 5%; recupera invece qualche centimetro il Lago Iseo (-11). Stazionario il lago di Garda. Anche i serbatoi alpini hanno livelli prossimi ai minimi storici con riempimenti mediamente attorno al 25%.

NEVE: ricompare un leggerissimo strato di neve sugli Appennini e si registrano nevicate anche nelle zone Alpine, che tuttavia non riporta il livello di SWE sulle medie di periodo che resta consistente, con un deficit da inizio d’anno di circa -70% ed il contributo nivale alle portate è quindi destinato ad esaurirsi a breve.

FALDE e SORGENTI: si registrano criticità a livello locale diffuse in particolare nella parte piemontesi e sul parmense-piacentino, con abbassamento diffuso del tetto di falda. Situazione di criticità anche per le sorgenti utilizzate nel comparto dell’idropotabile.

CUNEO SALINO: L’avanzamento del cuneo salino ha superato i 14 km di intrusione dalla costa e si segnalano le prime difficoltà ai prelievi in situazioni di alta mare.