Siccità, stato di emergenza nazionale fino al 31 dicembre per Emilia-Romagna e altre 4 regioni

riva del fiume Po siccita vista dal drone

Nella riunione di lunedì 4 luglio il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi, ha dichiarato lo stato di emergenza per siccità – fino al 31 dicembre – in relazione alla situazione di grave deficit idrico registrato nei territori delle Regioni e delle Province autonome dei bacini distrettuali del fiume Po e delle Alpi orientali, in particolare Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Veneto.

Lo stato di emergenza aiuterà a fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, mettendo in campo interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata e di ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche.

Per far fronte ai primi interventi necessari sono stati stanziati 36,5 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, così ripartiti: 10,9 milioni alla Regione Emilia-Romagna, 9 milioni alla Regione Lombardia, 7,6 milioni alla Regione Piemonte, 4,8 milioni alla Regione Veneto e 4,2 milioni alla Regione Friuli Venezia Giulia.

“Ringrazio il governo e il presidente Draghi per l’accoglimento e il varo dello stato di emergenza per l’Emilia-Romagna che avevamo richiesto, con lo stanziamento immediato dei primi 10,9 milioni di euro per gli interventi più urgenti contro la grave siccità che stiamo vivendo”, ha commentato il presidente della Regione Stefano Bonaccini, definendo la notizia “un ottimo segnale di attenzione in tempi brevi al quale, sono certo, seguirà successivamente lo stanziamento degli altri fondi necessari. Serve l’impegno del Paese anche per un piano nazionale e per misure strutturali, e l’Emilia-Romagna è pronta a fare come sempre la sua parte”.