Ancora in calo l’industria reggiana. A soffrire di più è la moda

moda_art

Che l’emergenza sanitaria e la conseguente chiusura delle attività abbiano determinato ripercussioni pesantissime sull’economia provinciale è confermato dai dati, rilevati a luglio, dell’indagine congiunturale del sistema camerale.

Né stime né previsioni, ma consuntivi che attestano la prosecuzione e il rafforzamento, nel secondo trimestre 2020, della tendenza negativa dei principali indicatori economici relativi all’industria manifatturiera della provincia di Reggio Emilia.

Produzione, fatturato e ordini dell’industria reggiana, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, registrano significative contrazioni che, rispetto allo stesso periodo del 2019, oscillano tra il 16 e il 20%.

La produzione complessiva dell’industria manifatturiera provinciale, che già aveva scontato un -11,3% nel periodo gennaio-marzo, nel secondo trimestre 2020 ha raggiunto il -19,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Al calo della produzione si è associata la flessione del fatturato che, con un -20,2% su base annua, ha quasi raddoppiato il trend negativo del trimestre precedente, quando il calo aveva raggiunto l’11,1%. Relativamente al fatturato estero, poi, le imprese esportatrici reggiane hanno registrato una flessione che si è attestata al 12,1% rispetto ad un anno prima, più che raddoppiata se confrontata con i dati del trimestre gennaio-marzo (-5,4%).

La dinamica degli ordinativi, sia per quanto riguarda la totalità degli ordini che quelli provenienti dal mercato oltre confine, riproduce l’andamento già osservato per gli indicatori analizzati in precedenza. Anche in questo caso l’andamento registrato dalle aziende esportatrici, con un -8,8%, mostra un calo leggermente inferiore rispetto al dato totale che, nel trimestre aprile-giugno ha raggiunto il 16%.

Il trend degli indicatori congiunturali è condizionato dall’andamento negativo di tutti i settori leader dell’economia reggiana, anche se quello alimentare sembra essere riuscito a reggere meglio rispetto ai restanti. Il comparto, infatti, ha registrato una flessione degli ordini, sia totali che dall’estero, del 2,5%; il calo produttivo si è attestato al -3,4% se confrontato con l’analogo periodo del 2019, mentre il fatturato totale è sceso del 4,8% e del 4,5% se si limita l’analisi alle imprese esportatrici.

Come detto, sono in forte contrazione i rimanenti settori di attività.

La produzione del sistema moda registra un -30,1% rispetto allo stesso trimestre di un anno fa; per l’industria ceramica il calo è del 28,4%, mentre scende del 19,3% la metalmeccanica, del 19% l’industria delle materie plastiche e raggiunge il -18,9% l’elettrico-elettronico.

L’analisi per dimensione delle aziende mostra, per le imprese con oltre 50 addetti, un calo della produzione del 17,7% rispetto all’anno precedente, mentre per quelle da 10 a 49 addetti la flessione è del 20,9% e per le più piccole (da 1 a 9 dipendenti) si attesta al 21,8%.