“Non c’è alcuna intenzione di chiudere i Cau, ma in base al funzionamento potrà rendersi utile una rimodulazione dell’offerta per ottimizzare le risorse e riallocarle in fasce orarie dove c’è bisogno”: è questo, dunque, il futuro dei Centri di assistenza urgenza (Cau), nati per eliminare l’accesso dei codici bianchi e verdi alle strutture di pronto soccorso, con l’obiettivo di alleggerire queste ultime dai carichi di lavoro relativi alle situazioni meno gravi e urgenti, che possono essere trattate e risolte anche altrove.
La strategia è stata delineata dall’assessore alla sanità della Regione Emilia-Romagna Massimo Fabi, che ha risposto a un’interrogazione presentata dalla consigliera regionale di Forza Italia Valentina Castaldini durante il question time della seduta di mercoledì 11 giugno dell’assemblea legislativa.
Attualmente, in base all’analisi della Regione, “si potrà prevedere una rimodulazione degli orari notturni nelle strutture Navile, San Lazzaro e Casalecchio di Reno, perché risulta in media una visita ogni ora”, ha spiegato Fabi: “La copertura da servizio resterà garantita dalla continuità assistenziale nella stessa struttura. Sono ancora in corso interlocuzioni per riallocare medico e infermiere dove queste figure sono più valorizzate. Stiamo costruendo un progetto complessivo di emergenza urgenza che passa anche da queste rimodulazioni per dare risposte alla popolazione”, ha concluso l’assessore.







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