E’ pressochè identico a quello dello scorso anno il consuntivo della vendemmia 2020.
La produzione complessiva di uve, infatti, si è attestata a 1.515.781 quintali, cioè 22.000 in più rispetto al 2019 (+1,5%).
I dati sono emersi dal confronto fra le cantine sociali reggiane (cui fa capo il 95% della trasformazione delle uve raccolte in provincia) avvenuto in Confcooperative, che ha stilato il bilancio di un’annata considerata molto buona sia in termini di quantità che di qualità.
La produzione di quest’anno è leggermente superiore alla media dell’ultimo decennio (+3,8%), ma il dato più interessante è certamente riferibile al grado medio delle uve, decisamente in rialzo (da 16,56 a 17,21) rispetto al 2019.
“Questo dato, unito all’assenza di danni alle uve causati da eventi atmosferici o patologie – sottolinea il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative, Alberto Lasagni – fa della vendemmia 2020 una delle migliori degli ultimi dieci anni in termini di qualità”.
Gli sguardi dei produttori si rivolgono ora al mercato, che sembra indurre a previsioni cautamente ottimistiche sul possibile andamento commerciale, anche in virtù di una produzione nazionale anch’essa stabile (-0,8%) rispetto al 2019.
“Per i rossissimi derivati dall’Ancellotta – spiega Lasagni – le prospettive appaiono buone; si tratta di prodotti tradizionalmente molto richiesti anche per l’arricchimento (in grado e colore) di altri vini di pregio, e il calo produttivo di quest’anno (-6,3%, con la produzione di uva attestata a 721.290 quintali) dovrebbe concorrere ad assicurare buone quotazioni”.
“Il fatto di essere giunti alla vendemmia con le scorte decisamente al di sotto di quelle del 2019 – prosegue il responsabile delle coop agricole e agroalimentari di Confcooperative – non dovrebbe riservare sorprese rispetto al possibile buon andamento dei lambruschi, segnati da un incremento produttivo del 9,7% (794.491 quintali di uve) ma, soprattutto, da una buona intonazione dei consumi e delle vendite anche in questi mesi segnati dal lungo periodo di lockdown”.
“Fatta eccezione per alcune produzioni destinate in prevalenza a quel canale horeca che ha pagato il prezzo delle chiusure e delle successive limitazioni all’afflusso dei consumatori – spiega al proposito Lasagni – i lambruschi si sono fatti ben apprezzare nel canale della Gdo, che vede il lambrusco in testa alle vendite di vino in Italia, non ha subito chiusure e ha in parte compensato il calo dei consumi nel canale della ristorazione”.
Le cantine reggiane, intanto, appaiono soddisfatte anche del risultato ottenuto dall’Alleanza Cooperative Agroalimentari con l’approvazione, in Senato, di un emendamento al DL agosto che include anche le aziende vitivinicole tra i beneficiari dell’esonero straordinario dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali.
“Un sostegno indiretto alla filiera vitivinicola – osserva Lasagni – che peraltro non comporta alcun aggravio per le casse dello Stato: l’onere derivante dalla misura adottata è infatti stimato in 51,8 milioni di euro, cioè 8 milioni in meno di quelli ancora disponibili per il comparto vitivinicolo perché non ancora spesi con le precedenti misure stanziate per il comparto vitivinicolo”.
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