Reggio, presidio della Cisl davanti all’arcispedale S. Maria Nuova: “Un episodio di violenza ogni giorno”

presidio Cisl ASMN Reggio – CISL

Mercoledì 12 marzo, nella giornata dedicata alla lotta contro la violenza ai danni del personale sanitario, la sigla sindacale Cisl Fp ha organizzato un presidio davanti all’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio per far ascoltare le testimonianze delle vittime delle aggressioni e per presentare un pacchetto sicurezza di sei proposte; assieme al sindacato di polizia Siulp, inoltre, è stata annunciata la richiesta di un incontro col questore di Reggio.

I numeri della violenza nelle strutture del capoluogo e della provincia reggiana sono molto preoccupanti, ha spiegato il sindacato, con una media di quasi un episodio di violenza al giorno. Per la leader della Cisl emiliana Rosamaria Papaleo “i cittadini e le cittadine di Reggio non vogliono dare alcun alibi a chi picchia e insulta. Non c’entra il Covid, non c’entrano le liste d’attesa. C’entra la cultura del rispetto che per troppi è finita sotto le scarpe. È fondamentale chiedere alle persone di avere cura per chi cura, ma la differenza la può fare la capacità di colpire chi alza le mani o alza la voce contro chi ci salva la salute e la vita. Anche questa è una questione di sicurezza, e chiediamo alle istituzioni di Reggio di far sentire la loro voce”.

Il pacchetto sicurezza presentato dal sindacato è stato inviato ufficialmente nei giorni scorsi all’Ausl e alla Conferenza territoriale sociosanitaria di Reggio, il board che riunisce i sindaci di tutta la provincia. Per il personale che lavora all’interno degli ospedali reggiani e nei servizi ad alto rischio (come pronto soccorso, Rems e servizio psichiatrico diagnosi e cura, epicentri della violenza contro i sanitari) Cisl Fp Emilia Centrale chiede braccialetti geolocalizzati per la chiamata tempestiva dei soccorsi, il potenziamento della videosorveglianza e l’istituzione del posto di polizia h24.

Per i sanitari che invece operano sui mezzi del 118, è ritenuta indispensabile la dotazione di bodycam per filmare le operazioni di soccorso. Cisl, inoltre, considera essenziale fornire ai sanitari aggrediti la piena e gratuita assistenza legale aziendale, sia durante la denuncia che in sede di eventuale processo; e per il sindacato è fondamentale che l’Azienda sanitaria locale si costituisca parte civile, destinando gli eventuali risarcimenti a un fondo antiviolenza specifico.


Tra le testimonianze, anche quella drammatica dell’infermiere del pronto soccorso Raffaele Golia: durante una notte di servizio, l’estate scorsa, arrivarono in pronto soccorso le vittime di un accoltellamento avvenuto poco prima in centro storico. La guerra tra bande rivali, tuttavia, proseguì anche in ospedale, con sangue sparso ovunque. Tentando di salvare un operatore socio-sanitario, Golia fu preso a pugni.

“Tutti i giorni accadono cose di questo tipo, tra sputi, insulti e aggressioni. C’è tanto da fare per la sicurezza, subiamo cose di ogni tipo”, racconta. “Il turno di notte è micidiale, hai 50-60 persone in attesa che magari aspettano dalle otto del mattino. Provate a immaginare come stanno: ciò non toglie che non debbano aggredire noi che siamo lì a fare il nostro lavoro al meglio. Cosa mi aspetto da una giornata come questa? Di avere più tutele, di avere un posto di polizia h24. Lo abbiamo solo al mattino, intorno alle ore 15 chiude. Poi resta una sola guardia giurata per tutto l’ospedale, che spesso è chiamata altrove da altre emergenze”.



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