Reggio. Positività tra i danzatori, annullate le MicroDanze dal vivo a palazzo da Mosto

FND Aterballetto MicroDanze Shelter – chor. Saul Daniele Ardillo ph. Celeste Lombardi

L’ombra del nuovo coronavirus si è allungata anche sull’ultimo weekend di apertura della mostra “Orizzonti del corpo. Arte / Danza / Realtà Virtuale”, il progetto inedito nato dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Magnani e la Fondazione nazionale della danza/Aterballetto per unire arti visive, performative e tecnologia.

La mostra, allestita a Reggio negli spazi di palazzo da Mosto, si avvia verso la chiusura ma deve rinunciare in extremis a uno dei suoi pezzi forti: le “MicroDanze”, performance di pochi minuti per uno, due o tre interpreti destinate a spazi ristretti e a una fruizione espositiva, ideate da cinque coreografi internazionali in un dialogo con le opere d’arte presenti in sala, che erano state pensate per essere messe in scena dal vivo solo nelle giornate inaugurali (dal 12 al 14 novembre scorsi) e in quelle finali (dal 14 al 16 gennaio).

Non sarà così, invece, a causa di alcuni casi di positività al Covid riscontrati tra i danzatori, circostanza che ha costretto gli organizzatori a dover annullare le performance live previste per il weekend conclusivo. Le persone che avevano già acquistato i biglietti per assistere all’evento saranno contattati direttamente da Vivaticket per il rimborso.

L’appuntamento con le MicroDanze, vincitrici di recente del prestigioso premio “Danza & Danza 2021” per progettualità originale, multimedialità e internazionalità, è comunque solo rimandato all’estate, quando saranno di nuovo protagoniste sulla scena reggiana.

La mostra di palazzo da Mosto, seppur orfana delle MicroDanze, resterà comunque aperta venerdì 14, sabato 15 e domenica 16 gennaio dalle 10 alle 19 con il suo mix di arte (con le opere di tredici artisti contemporanei) e tecnologia, con gli strumenti virtuali e immersivi che consentiranno ai visitatori – grazie ai visori Oculus – di proiettarsi nelle performance danzate anche in assenza dei performer stessi, incontrando comunque sia la fisicità dei danzatori che la materia dell’arte, anche se in un modo del tutto inedito, in una nuova relazione con lo spazio circostante.

Il percorso espositivo, a cura di Marina Dacci, si sviluppa in otto sale mettendo in connessione le installazioni danzate (in questo caso sotto forma di realtà virtuale) con una trentina di opere d’arte contemporanea di tredici artisti (italiani o che vivono da tempo in Italia): Leonardo Anker Vandal, Bianco-Valente, Fabrizio Cotognini, Antonio Fiorentino, Silvia Giambrone, Gianluca Malgeri, Matteo Montani, Mustafa Sabbagh, Vincenzo Schillaci, Namsal Siedlecki, Sissi e Giovanni Termini.