Reggio. “Mia zia ha la demenza certificata, ma sul bus ha preso 3mila euro di multe”

Dario De Lucia e Patrizia Coccolini, la nipote di Ivana (1)

Più di 3.000 euro di multe con Seta accumulate a causa della demenza, una malattia che le fa scordare i pagamenti del biglietto dell’autobus e che ora mette a rischio la pensione e la casa. È una situazione umana e sanitaria delicata, dolorosa e complessa, quella che deve fronteggiare la famiglia di Ivana Coccolini, 87enne reggiana da anni alle prese con una demenza senile certificata da tempo. Un problema che la limita sotto vari aspetti ma, aiutata ove possibile dalla nipote Patrizia Coccolini, ha mantenuto una minima autonomia nei movimenti e nelle attività.

Ora però i Coccolini si trovano di fronte a una vicenda burocratica intricata, che rischia di minare la possibilità di cura di Ivana. Per cercare di risolverla, hanno chiesto sostengo al consigliere comunale di Coalizione Civica Dario De Lucia.

In passato, la donna si è sempre mossa per la città utilizzando i mezzi pubblici. A causa della perdita di attenzione e memoria, provocata dalla demenza, Ivana spesso di dimentica di portare con sé documenti, denaro e biglietti, e di timbrare i tagliandi degli autobus.

Tra l’ottobre 2014 e il gennaio 2016, quando la demenza senile era già stata certificata da medici, Ivana è stata multata 13 volte dai controllori Seta, perché trovata senza biglietto valido sui mezzi urbani cittadini. Le sanzioni non sono state pagate in tempo utile e, aggravio dopo aggravio, fra multe e notifiche di ingiunzione il totale raggiunge oggi i 3014,7 euro. Una cifra pesante, che la Coccolini non può permettersi di saldare. Alle richieste inviate a Seta dalla nipote, è stato risposto che, parlando di sanzioni amministrative, l’annullamento non è possibile; solo per le ordinanze di ingiunzione, sarebbe possibile una cancellazione su provvedimento di un giudice di pace.

Se il procedimento di Seta proseguirà, si arriverà inevitabilmente al pignoramento di un quinto della pensione. I conti, in questo senso, sono drammaticamente chiari, visto che Ivana è ospite in una struttura il cui costo mensile è di 1.500 euro circa. La sua pensione è di 900 euro, con alcuni aiuti arriva a coprire i 1.500 euro richiesti. Con il pignoramento del quinto, il problema diventerebbe concreto e non si riuscirebbe a garantire la rata e quindi a pagare la struttura residenziale.

“Mia zia rischia di perdere la possibilità di essere ospitata in una struttura dove è seguita, come famiglia siamo in forte difficoltà, sia per affrontare la questione economica, sia, prima di tutto, per i pensieri per il futuro. Abbiamo già pagato 1.052 dei 3.014 euro di multe richieste ma non possiamo pagare il rimanente, è troppo per noi. Abbiamo chiesto un intervento di cancellazione delle sanzioni, viste le condizioni di salute di mia zia già al momento delle contravvenzioni, per ora non ci sono riscontri. Se si arriva al pignoramento del quinto della pensione, si troverà senza un luogo dove vivere”, spiega la nipote.

“Capisco benissimo che i regolamenti siano giustamente rigorosi, ma questo è davvero un caso particolare, Ivana ha preso le multe non perché in cattiva fede ma a causa di una malattia invalidante, altrimenti avrebbe pagato i biglietti e poi le sanzioni. Ora il rischio è ancora più grande, quello di perdere il tetto dove vive. In una situazione di questo genere credo si possa cercare una soluzione, chiedo a Seta e all’Agenzia della Mobilità di considerare bene il tutto per arrivare ad annullare le sanzioni”, le dà manforte Dario De Lucia.