Reggio ricorda Ghirri a trent’anni dalla scomparsa

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Sono trascorsi trent’anni dalla morte di Luigi Ghirri (Scandiano 1943 – Reggio Emilia 1992), figura centrale nel panorama internazionale della fotografia del secondo Novecento la cui fama ha oltrepassato prima i confini emiliani e poi quelli nazionali riuscendo a catturare l’interesse di alcune tra le più prestigiose gallerie, istituzioni e realtà museali di tutto il mondo che, negli anni, gli hanno dedicato importanti retrospettive (tra queste, solo per citarne alcune, il Museo MAXXI di Roma, il Jeu de Paume di Parigi, il Reina Sofia di Madrid e l’Aperture Foundation di New York). Autore, critico, curatore e saggista, Ghirri ha promosso una nuova cultura fotografica capace di porre questo linguaggio al centro del dibattito dell’arte contemporanea. La sua ricerca, eterogenea in quanto a tematiche affrontate, si concentra su questioni quali la percezione, la rappresentazione e lo statuto dell’immagine e si apre a contaminazioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla musica e dall’arte. Luigi Ghirri scompare improvvisamente il 14 febbraio del 1992 lasciando un’immensa eredità culturale e uno straordinario patrimonio, composto da decine di migliaia di fotografie e conservato presso la Fototeca della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, presso la Collezione Galleria Civica – Fondazione Modena Arti Visive e il CSAC dell’ Università di Parma, che costituisce ancora oggi una traccia indelebile nella fotografia contemporanea.

“Archivi: itinerario possibile”
La città di Reggio Emilia intende ricordare Luigi Ghirri domenica 13 febbraio alle ore 17.30 nel Laboratorio Aperto dei Chiostri di San Pietro con Archivi: itinerario possibile, primo speciale incontro di un ciclo che ha l’obiettivo di tracciare un itinerario all’interno della vasta eredità culturale lasciata dall’autore. Dopo i saluti istituzionali, Francesco Zanot, curatore, saggista e docente specializzato in fotografia, dialogherà con Marco Belpoliti, saggista, scrittore e critico letterario, Linda Fregni Nagler, artista il cui lavoro fotografico intreccia prassi e competenze tipiche dello studioso e del collezionista, Francesco Garutti, curatore del Canadian Centre for Architecture (CCA) di Montreal, Luce Lebart, storica della fotografia, curatrice e corrispondente dell’Archive of Modern Conflict di Londra e Armin Linke, fotografo e film-maker di fama internazionale impegnato da oltre vent’anni nell’investigazione delle tecnologie per vedere, rappresentare, documentare e archiviare la realtà con un approccio intermedio tra arte e scienza. La conferenza potrà essere seguita in diretta streaming dalle ore 17.30 sulla pagina Facebook “Cultura Reggio Emilia” https://www.facebook.com/culturareggioemilia/live e sul Canale Youtube del Comune https://www.youtube.com/comunereggioemiliaofficial/live per consentire a tutti gli interessati di partecipare, seppure da lontano. Inoltre la conferenza in lingua inglese sarà accessibile sull’account youtube dei Chiostri di San Pietro https://bit.ly/ChiostriSanPietroLive

Dichiara l’Assessora alla Cultura del Comune di Reggio Emilia Annalisa Rabitti: “In considerazione del ruolo centrale che la fotografia riveste nella storia culturale della nostra città, non potevamo non ricordare un grande protagonista della cultura fotografica e visiva del secondo Novecento nel trentennale della sua scomparsa. Grazie alla partecipazione di artisti, esperti e studiosi di caratura internazionale, l’incontro in programma ai Chiostri di San Pietro costituirà un’occasione unica per riflettere sull’eredità culturale lasciata da Luigi Ghirri, sulla sua opera e sul suo pensiero. L’ incontro si inserisce in un più ampio percorso dedicato alla figura di Ghirri e sviluppato per un anno dal comune di Reggio Emilia unitamente a Modena e Parma, con il sostegno di Regione Emilia-Romagna e APT Servizi Emilia -Romagna. Fondamentale poi la collaborazione con l’archivio Eredi Luigi Ghirri che si è già concretizzata nella realizzazione di un’intera sezione permanente a lui dedicata, ospitata nel rinnovato secondo piano di Palazzo dei Musei, e nell’intitolazione al maestro del premio di Giovane Fotografia Italiana a partire dall’edizione 2022”.

A seguito della sua morte improvvisa si viene a costituire un immenso patrimonio di immagini, documenti, scritti e libri, anche appartenenti a istituzioni differenti: un “archivio” complesso, un sistema articolato che nel corso degli anni ha coinvolto curatori, conservatori e artisti che hanno lavorato attorno alla sua opera e al suo pensiero. A partire da questo sistema, l’incontro intende ampliare la riflessione sull’inestimabile valore che gli archivi rivestono ancora oggi. Essi nascono come depositari di una memoria strettamente legata alla visione e agli intenti di chi li ha costituiti: lo stesso ordinamento e la scelta del materiale da salvare e lasciare ai posteri denotano un criterio di valore del tempo e degli eventi nonché una chiave di lettura della storia unilaterale. Usate come strumento di potere e di indirizzo della coscienza e della memoria collettiva, le immagini archiviate narrano solo una delle tante storie possibili e, oggi più che mai, ci si pone il problema dei significati che le immagini preservano e narrano e del valore degli archivi fotografici. A partire dall’opera e dal pensiero di Ghirri, scrittori, curatori, studiosi e artisti nazionali e internazionali tracceranno nuove rotte, anche in direzioni inusuali e inattese, sollecitando interessanti punti di contatto tra il lavoro dell’autore e la ricerca contemporanea.

L’incontro a Reggio Emilia, nel trentennale della scomparsa dell’autore, costituisce la prima tappa di un ampio programma di mostre, conferenze e workshop, articolato lungo tutto il 2022, promosso dalla città di Reggio Emilia assieme a Modena e Parma con il sostegno di Regione Emilia – Romagna e APT Servizi Emilia – Romagna. In particolare, le iniziative promosse da Reggio Emilia sono il risultato dell’impegno congiunto dei Servizi Culturali del Comune, dei Musei Civici, della Biblioteca Panizzi e dei Chiostri di San Pietro con la preziosa collaborazione dell’Archivio Eredi Luigi Ghirri.

Il programma della giornata di domenica 13 febbraio si arricchisce inoltre di visite guidate a Palazzo dei Musei (ore 10 e 15), nella sezione permanente di fotografia e nello spazio dedicato a Luigi Ghirri, e al complesso monumentale dei Chiostri di San Pietro (ore 16 e 16.45). Per tutta la giornata la mostra a Palazzo dei Musei sarà visitabile anche liberamente negli orari di apertura del Museo (10 – 18). A partire dalle ore 18, negli spazi esterni dei Chiostri di San Pietro, seguiranno videoproiezioni con immagini di Luigi Ghirri. Tutte le informazioni sulle modalità di partecipazione e prenotazione sono disponibili sul sito: https://bit.ly/34kz8WB.

Biografie

Marco Belpoliti

Saggista e scrittore, collabora con La Repubblica e L’Espresso e insegna “Critica letteraria” e “Letterature e culture visive” presso l’Università di Bergamo. Dirige la rivista e casa editrice nel web Doppiozero e, con Elio Grazioli, la collana Riga presso l’editore Quodlibet.

Linda Fregni Nagler

Artista italiana, lavora principalmente con il medium fotografico. La sua è una ricerca alle origini dello sguardo moderno che si concentra sul medium fotografico e sulla sua storia. Insegna fotografia al master dell’Accademia di Belle Arti di Brera e al master in Photography and Visual Design di NABA.

Francesco Garutti

Curatore e editor di arte contemporanea e architettura, dal 2017 dirige come Curator Contemporary l’Exhibition and Public Program Department del CCA di Montreal. Si occupa di ricerche trasversali e letture critiche su questioni chiave del contemporaneo quali, ad esempio, la relazione tra tecnologia e politica e il ruolo delle istituzioni oggi.

Luce Lebart

Storica della fotografia e curatrice, dal 2018 è ricercatrice presso l’Archive of Modern Conflict di Londra. Le sue ricerche vertono sui temi dell’archivio, sulla storia delle tecniche e delle collezioni e sulla fotografia scientifica e documentaria.

Armin Linke

Fotografo e film-maker, per oltre vent’anni ha documentato il modo in cui gli esseri umani utilizzano la tecnologia e le conoscenze per trasformare la superficie della terra e adattarla alle proprie necessità. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo.

Francesco Zanot

Saggista e docente specializzato in fotografia, è stato curatore di Camera – Centro Italiano di Fotografia (Torino) ed è direttore del Master in Photography and Visual Design di NABA (Milano). Ha tenuto conferenze e seminari in istituzioni di tutto il mondo e, attualmente, è direttore artistico della Biennale Foto/Industria organizzata da MAST (Bologna).

I CHIOSTRI DI SAN PIETRO

I Chiostri di San Pietro sono un luogo di produzione culturale e un laboratorio di innovazione sociale. Sono nati dalla rigenerazione di un capolavoro del Cinquecento, l’antico monastero benedettino dei Santi Pietro e Prospero, bene monumentale patrimonio del Comune di Reggio Emilia, restaurati e riqualificati grazie a un intervento finanziato del Comune di Reggio Emilia e della Regione Emilia-Romagna all’interno del programma Por-Fesr EmiliaRomagna 2014-2020 Asse 6 “Città attrattive e partecipate”.

Per la loro naturale vocazione storica, i Chiostri di San Pietro si candidano ad essere polo culturale-espositivo e attrattivo di rilievo internazionale con il festival Fotografia Europea e numerose altre iniziative. Con la nascita del Laboratorio Aperto, si proiettano anche nella contemporaneità per dare vita ad un hub di innovazione sociale. L’Hub è un luogo di partecipazione, confronto e innovazione aperta e diffusa nell’ambito dei servizi alla persona e digitali.

 

Luigi Ghirri in mostra a Palazzo dei Musei con “Paesaggi di cartone”

Visite guidate domenica 13 febbraio

La mostra “Paesaggi di cartone”, allestita nella nuova sezione permanente dedicata a Luigi Ghirri nel rinnovato secondo piano di Palazzo dei Musei, è stata prorogata fino al 31 marzo 2022.

“Paesaggi di cartone” comprende una selezione di ben 40 immagini tratte dall’omonimo album rilegato a mano dallo stesso Ghirri contenente 111 fotografie realizzate nei primi anni Settanta. L’album, pervenuto al MoMA nel 1975, è stato dimenticato per quasi quarant’anni fino a quando, nel 2020, Quentin Bajac, curatore del dipartimento di fotografia, lo rintraccia assieme ad altri materiali dell’autore e, nello stesso anno, il Museo decide di pubblicarlo in edizione integrale facsimile.

La nuova sezione permanente dedicata a Luigi Ghirri, pensata in collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri, si propone di offrire nuovi spunti di riflessione attraverso contributi e prospettive inedite, seguendo le parole dello stesso Ghirri secondo il quale la fotografia “rinnova quotidianamente lo stupore” e a rinnovarsi saranno anche le opere esposte che, per rendere conto della sua articolata e ricca produzione, ruoteranno con cadenza annuale.

La ricerca di Ghirri, uno tra i più influenti fotografi contemporanei, si concentra su questioni quali la percezione, la rappresentazione e lo statuto dell’immagine e si apre a contaminazioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla musica e dall’arte. Lo spazio a lui dedicato, pensato in collaborazione con l’Archivio Eredi Luigi Ghirri, si propone di offrire nuovi spunti di riflessione attraverso contributi e prospettive inedite, seguendo le parole dello stesso Ghirri secondo il quale la fotografia “rinnova quotidianamente lo stupore” e a rinnovarsi saranno anche le opere esposte che, per rendere conto della sua articolata e ricca produzione, ruoteranno con cadenza annuale.