Crisi Pmi: in Emilia-Romagna è andato perso il 13,1% dei ricavi nel 2020

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Nei primi nove mesi del 2020 le micro e piccole imprese dell’Emilia-Romagna hanno subito perdite di fatturato a doppia cifra in tutti i macrosettori: manifatturiero (-14,1%), costruzioni (-11%) e servizi (-13,2%), con una media del 13,1%. È quanto emerge dalla sedicesima edizione dell’Osservatorio TrendEr, osservatorio congiunturale sulla micro e piccola impresa in Emilia-Romagna, promosso da Cna regionale Emilia-Romagna con l’Ufficio regionale Istat.

Lo studio si basa su un panel di 13.089 imprese con meno di 20 addetti, rappresentative delle 339 mila aziende di queste dimensioni presenti in 14 settori. Tutti i trimestri si sono chiusi in negativo, con un picco nel secondo quando il crollo dei ricavi è stato del 27,2%. I dati peggiori arrivano dall’alloggio e ristorazione, con un calo del 28,6% e una punta del 38,6% a Bologna. Nel manifatturiero soffre soprattutto il tessile-abbigliamento-calzature (-23,5% con punta del 37,6% a Forlì-Cesena), seguito dai macchinari (-19,2%). Flessione del 20,8% per i servizi alla persona e alle famiglie. Esclusa Piacenza, le tre province in cui le micro e piccole imprese hanno subito le perdite di ricavi più pesanti sono quelle di Rimini (-17,6%), Bologna (-14,8%) e Ferrara (-14,2%).

Le difficoltà dell’artigianato emergono anche dai dati di Unioncamere Emilia-Romagna, secondo cui alla fine di quest’anno le imprese artigiane perderanno il 13,2%. L’anno prossimo l’istituto camerale prevede un rimbalzo del 9,1%: “Di tornare ai livelli del 2019 se ne parlerà non prima del 2022 o 2023”, avverte quindi il direttore del Centro studi e ricerche di Unioncamere Guido Caselli. Sempre per Unioncamere, il 14% delle imprese artigiane prevede di chiudere o sospendere l’attività in futuro. Tra il 30 settembre 2019 e il 30 settembre 2020 sono scomparse 1.261 imprese artigiane in Emilia-Romagna.