In ER niente messe feriali fino al 7 marzo

Matteo Zuppi vescovo Bologna

Lunedì primo marzo la Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna si è riunita in assemblea a Bologna: durante i lavori, presieduti dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Ceer e arcivescovo di Bologna, è arrivata la decisione di chiedere ai sacerdoti di tutta la regione – a fronte della delicata situazione sanitaria causata dall’epidemia di Coronavirus e delle richieste delle autorità competenti – di celebrare le messe feriali senza la partecipazione dei fedeli almeno fino a sabato 7 marzo.

Altre indicazioni saranno comunicate entro venerdì 6 marzo, alla luce di ulteriori sviluppi della situazione e delle eventuali decisioni delle istituzioni. Le chiese, in ogni caso, potranno continuare a restare aperte durante la giornata per consentire la preghiera dei fedeli, pur nel rispetto delle norme previste dal decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, che consentono l’apertura dei luoghi di culto purché ciò avvenga con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare una distanza reciproca di almeno un metro.

Per quanto riguarda oratori e circoli, invece, sono sospese fino alla giornata di domenica 8 marzo (compresa) tutte le attività formative, aggregative e sportive; è disposta inoltre la chiusura degli spazi aperti al pubblico, così come lo stop alle iniziative e agli incontri presso altri ambienti parrocchiali (feste e sagre, incontri di catechismo e dopo-scuola).

“Confidiamo che le misure di rigore alle quali aderiamo per senso di responsabilità a tutela della salute pubblica siano condivise da tutte le istituzioni ecclesiali e civili e accolte in ogni ambito in modo corale”, ha aggiunto la Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna in una nota. “Ringraziamo i sacerdoti, i collaboratori e gli operatori sanitari e di ordine pubblico, con tutti i volontari, per l’opera svolta, incoraggiandoli a perseverare nel loro servizio. Affidiamo le comunità diocesane, con un particolare pensiero a quelle più provate, ai malati e ai colpiti dalla calamità in atto, all’intercessione materna e confortante di Maria, Madre del Signore e della Chiesa”.

Rimangono in vigore, infine, le precedenti disposizioni: l’eliminazione dell’acqua benedetta dalle acquasantiere, la celebrazione delle esequie senza messa (alla presenza dei soli familiari) per i funerali, la sospensione delle veglie funebri e delle visite alle famiglie in occasione delle benedizioni pasquali. Sono consentite, invece, le consuete visite ai malati e l’unzione degli infermi. I Centri d’ascolto e i servizi della Caritas diocesane e parrocchiali svolgeranno la propria attività in accordo con le rispettive diocesi e secondo le indicazioni delle competenti autorità territoriali.