Crolla export nel Reggiano a -19,5%

Operaio metalmeccanico

Il Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio, che rappresenta oltre 400 aziende per un totale di circa 27mila addetti, ha aderito all’iniziativa nazionale di Federmeccanica “I giorni della metalmeccanica”, che prevede di realizzare ogni tre mesi un quadro congiunturale del settore.

La pandemia da nuovo coronavirus si è abbattuta sull’economia mondiale e sulle catene globali del valore con un’intensità senza precedenti colpendo, anche se in misura diversa, tutte le principali economie, sia quelle dei paesi industrializzati che quelle dei paesi emergenti. In Italia il prodotto interno lordo nel 2020 dovrebbe registrare, secondo le stime, una contrazione media pari a circa il 10%, ma con un’evoluzione nell’ultima parte dell’anno strettamente legata all’aggravamento della situazione sanitaria.

Scendendo più nel dettaglio, l’economia reggiana – da sempre caratterizzata da una forte propensione all’internazionalizzazione – nel primo semestre dell’anno ha visto crollare l’export, che secondo i dati Istat ha raggiunto i 4,4 miliardi di euro, in diminuzione del 19,5% rispetto allo stesso periodo del 2019: un dato anche peggiore di quello nazionale, pari a -15,3%.

Il calo ha interessato tutti i macrosettori, anche se con intensità diverse (mentre nel primo trimestre il chimico-farmaceutico e l’alimentare avevano evidenziato una tenuta sui mercati esteri). Le produzioni metalmeccaniche sono risultate tra le più colpite, come dimostrano ad esempio il -23,3% dei mezzi di trasporto e il -12,5% dell’elettronica.

Per quanto riguarda le aree di destinazione dei prodotti metalmeccanici reggiani, è stato osservato un calo tendenziale molto accentuato verso tutti i principali mercati di sbocco: Regno Unito (-35,6%), Francia (-24,0%), Stati Uniti (-23,7%) e Germania (-20,7%).

La crisi economica generata dal nuovo coronavirus sta iniziando a mostrare le ricadute negative anche sull’occupazione. Nei primi sei mesi del 2020 le ore di cassa integrazione guadagni ordinaria, straordinaria e in deroga – considerando le sole imprese metalmeccaniche – sono state pari a 16 volte quelle dello stesso periodo dello scorso anno: un aumento di oltre il 1.500%, nettamente superiore rispetto al dato nazionale (+662%).

Dopo un quinquennio di significativa ripresa, dunque, nei primi mesi del 2020 sono stati registrati dati fortemente negativi: al 31 maggio il bilancio sugli ultimi dodici mesi del mercato del lavoro locale hanno evidenziato una diminuzione di 3.273 posizioni lavorative.

I risultati dell’indagine congiunturale di Unindustria Reggio prevedono nell’evoluzione a breve significativi ma parziali recuperi dell’attività produttiva nel confronto con i bassi livelli registrati nel corso della prima metà dell’anno. Il 28,9% delle imprese intervistate ha dichiarato un segno negativo per quanto riguarda gli ordini rispetto al trimestre precedente, mentre il 21,1% ha indicato un possibile aumento dei volumi e il restante 50% si attende una stabilità dei volumi.

Per il terzo trimestre dell’anno, in ogni caso, le valutazioni sulla produzione restano negative: complessivamente i livelli di attività sono previsti in calo dal 31,6% delle aziende, mentre il 23,7% prospetta incrementi già a breve termine.

Anche dall’analisi degli “Scenari per le economie locali”, elaborati da Prometeia per la Camera di commercio, emerge per l’anno in corso un calo del 14,4% del valore aggiunto generato della manifattura, settore che dovrebbe invece registrare un parziale recupero nel 2021: un recupero che dipenderà anche dalle incognite relative ai possibili impatti che la pandemia potrebbe determinare sugli scambi internazionali, sui sistemi sanitari e sulla mobilità delle persone.

“Da questi dati – ha commentato il presidente del Gruppo Metalmeccanico di Unindustria Reggio Emilia Sandro Bordoni – emerge in modo evidente la conferma che la pandemia ha travolto e stravolto i sistemi produttivi a tutti i livelli. Per affrontare la sfida dei mesi a venire occorre proseguire in tutte le azioni volte a supportare l’impegno che le imprese stanno compiendo per far ripartire il Paese, così come sarà indispensabile continuare nel processo di innovazione e di trasformazione digitale”.