Montecavolo. Morto all’età di 92 anni Peppino Catellani, il partigiano “Chico”

Peppino Catellani Chico

Domenica 23 agosto si è spento a Montecavolo di Quattro Castella, all’età di 92 anni, Peppino “Chico” Catellani. Lascia la moglie Maria e un figlio. Catellani, che negli anni Settanta fu anche consigliere comunale a Quattro Castella, era l’ultimo dei partigiani castellesi ancora residenti nel comune matildico, per la precisione nella frazione di Montecavolo.

“Con Chico se ne va l’ultimo testimone di una Resistenza orgogliosa e significativa”, ha ricordato il sindaco di Quattro Castella Alberto Olmi: “Mi ha conquistato subito il suo sorriso profondo e convinto quando alcuni anni fa è intervenuto a un incontro rivolto ai neo-diciottenni, ai quali a nome del Comune ha consegnato un’edizione della Costituzione. Finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, Catellani non si è mai sottratto all’impegno civico presenziando alle manifestazioni del 25 aprile e dello sciopero di Montecavolo. L’ho molto apprezzato anche come testimone e narratore della Resistenza sul nostro territorio”.

Nel novembre del 2015, ricorda ancora Olmi, con una cerimonia solenne in consiglio comunale Catellani fu premiato – insieme all’Anpi – con un diploma al merito e una medaglia a ringraziamento del contributo dato all’affermazione dei valori di libertà, democrazia e giustizia: “Ci lascia una testimonianza di coerenza e umile orgoglio di aver preso parte dalla lotta di liberazione dal nazifascismo”.

Fin da giovanissimo Catellani partecipò in modo attivo alla Resistenza. L’abitazione della sua famiglia, nella zona di Scampate, il 9 settembre del 1943 fu teatro di un’importante riunione strategica che vide la presenza di alcuni tra i protagonisti della Resistenza reggiana e i massimi dirigenti del Comitato di liberazione nazionale: una riunione che segnò di fatto l’inizio della lotta contro il nazifascismo in terra reggiana.

Nel febbraio del 2016 il Comune di Quattro Castella e l’Anpi inaugurarono nella casa di Scampate una targa proprio in memoria di quell’episodio: “Non tornavo in questa casa da quasi sessant’anni”, disse quel giorno l’allora 88enne Peppino Catellani. “Il mio primo compito dopo quella riunione – ricordò il partigiano Chico – fu di recarmi in bicicletta a San Bartolomeo per incontrare un sacerdote che mi diede dei volantini. La nostra era una casa di latitanza, qui mia madre cucinava per i partigiani e spesso curava i compagni feriti che stavano qui da noi per la convalescenza”.