Sono 1.091 le startup innovative residenti in Emilia-Romagna, pari al 7,8% di quelle presenti complessivamente in Italia (13.962). La regione si colloca in questo ambito al quinto posto a livello nazionale e al settimo, invece, se si rapporta il numero delle piccole imprese innovative a quello degli abitanti: in questo senso l’Emilia-Romagna ne ospita 245 ogni milione di persone, quindi 120 in meno rispetto alla Lombardia, che è prima in classifica, ma comunque al di sopra della media nazionale (230).
Se si guarda alle province, in Emilia-Romagna guidano Bologna e Rimini con 363 e 335 startup innovative per milione di abitanti, seguite da Parma (250) e Modena (231). Sotto quota 200, invece, si collocano Reggio Emilia con 197, Piacenza con 184 e Ravenna con 176, mentre nelle province di Forlì-Cesena e Ferrara trovano sede 166 e 141 piccole imprese innovative. Di tutte queste, emerge tra gli altri aspetti, solo sette sono attive in ambito energetico, pari a poco meno del 5% delle 148 presenti in Italia. Nello specifico, operano esclusivamente in due settori: nella fornitura di energia elettrica e gas (sei) e nella raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti (una).
Sono i dati contenuti nel “policy brief” intitolato “#RestartEmiliaRomagna- Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale” e realizzato dall’Istituto per la Competitività (I-Com), il think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli, nell’ambito delle attività dell’Osservatorio sulle relazioni tra territorio e imprese dell’istituto (Orti). Lo studio, che si concentra in particolare su digitale, innovazione e energia, è stato presentato oggi a Bologna in un webinar, organizzato con il supporto tecnico di Public Affairs Advisors, promossa in partnership con Anpit, Banca Progetto, Eolo e Open Fiber.
Tra gli altri dati discussi all’incontro, in particolare, sono emersi quelli che fotografano lo stato dell’arte delle infrastrutture a disposizione delle startup. Sulla base della relazione 2021 condotta da Agcom, emerge che la copertura in fibra con reti Fttc (Fiber To The Cabinet), ossia quelle in fibra fino all’armadio stradale e che proseguono in rame fino all’abitazione dell’utente, ha raggiunto il 93,3% delle famiglie in Emilia-Romagna. Si tratta di un dato che posiziona la regione al nono posto a livello nazionale, al di sopra della media italiana del 93%. Tra le altre regioni, la Calabria è la più connessa tramite questa tecnologia, con oltre il 98,9% delle famiglie raggiunte, seguita a breve distanza dal Lazio (96,5%).
Se si considerano le province, invece, Bologna è l’unica città che rappresenta la regione nella classifica delle top 25 nazionali per copertura in Fttc con velocità superiore ai 100 Mbit/s: il capoluogo emiliano-romagnolo occupa infatti il 14esimo posto, con il 72,9% di famiglie coperte. Ad aprire la classifica è invece Siracusa (88,8%), mentre Roma è quinta con l’81,9% e Firenze diciottesima con il 69%. Milano e Torino non figurano in questa speciale graduatoria. Sulle reti Fttp (Fiber to the Premises) invece, ovvero quelle in cui il collegamento in fibra ottica arriva fino all’edificio, l’Emilia-Romagna è settima con il 35,2% delle famiglie raggiunte, rispetto al 33,6% registrato in media su tutto il territorio italiano. Per questa tecnologia, il Lazio è in testa alla classifica in quanto unica regione in cui la quota di famiglie coperte supera, sebbene di soli 0,4 punti percentuali, la metà. A seguire si trovano Campania (46%) e Liguria (41,8%), mentre la Calabria occupa in questo caso l’ultimo posto con il 10,4% dei nuclei familiari raggiunti.
Inoltre, proprio per favorire la copertura del territorio in particolare nelle aree interne, entra in gioco l’Fwa (Fixed Wireless Access), una tecnologia ibrida di accesso che utilizza connessioni in fibra ottica e stazioni radio base, dette “Bts”. Osservando i dati regionali, è possibile notare come l’Fwa copra attualmente l’85,6% delle famiglie emiliano-romagnole, una quota che supera di molto la media nazionale (72,1%). In testa alla classifica ci sono Piemonte (95,5%), Liguria (94,3%) e Lombardia (91,7), in coda Calabria (15%), Puglia (13,7%) e Basilicata (11,2%).
Tra le altre condizioni ‘ambientali’ in cui le startup si inseriscono, poi, nel brief di Restart si parla proprio di smog e polveri sottili, capitolo in cui alcune province segnano “un netto miglioramento”. In particolare, ricorrendo all’Indicatore di sintesi di inquinamento atmosferico dei capoluoghi elaborato dall’Istat, tra 2015-2016 e 2018-2019 Piacenza (-19,6), Modena (-6,3), Ferrara (-9,6) e Bologna (-3,8) sono i territori che più hanno migliorato la propria performance ambientale. Al contrario, Parma (+12,5), Ravenna (+4,2) e Forlì-Cesena (+0,5) sono il fanalino di coda della regione.
E non manca un focus sui rifiuti. Nonostante l’Emilia-Romagna rappresenti il 10% della produzione totale italiana, di quelli urbani, la stessa regione si colloca al quinto posto per quota di raccolta differenziata, ben al di sopra della media nazionale (60,6%). Secondo i dati Ispra, si ricorda nel brief, nel 2019 la regione ha differenziato il 70,6% del totale dei rifiuti (2,1 milioni di tonnellate), dietro a Veneto (74,7%), Sardegna (73,3%), Trentino-Alto Adige (73,1%) e Lombardia (72,03%). Reggio Emilia è la provincia che fa registrare il dato migliore, con l’80,35% di differenziata, mentre l’unica al di sotto della media italiana è Ravenna: nel 2019 ha differenziato solo il 58,18%.
COLLA (EMILIA-R) SPRONA GOVERNO: SOS FORMAZIONE TECNICA
In Italia “occorre un investimento diverso e massiccio su cultura tecnica e cultura scientifica: servono più lauree professionalizzanti e più apprendistato di qualità. In questi ambiti, vogliamo continuare a dire alle famiglie che in Emilia-Romagna, quanto meno, un lavoro dignitoso lo si trova sempre”. È lo sprint sollecitato al Governo da Vincenzo Colla, assessore a Sviluppo economico, Lavoro e Formazione della Regione Emilia-Romagna. L’occasione è “#RestartEmiliaRomagna-Sfide e priorità per il rilancio dell’economia regionale”, un incontro online promosso oggi da I-Com (Istituto per la competitività) insieme con tanti ospiti emiliano-romagnoli e non solo.
Alle tavole rotonde partecipano tra gli altri, oltre a Colla, la docente Unimore Rita Cucchiara, tra le maggiori esperte di Intelligenza Artificiale, i sindaci di Bologna, Parma e Forlì, Virginio Merola, Federico Pizzarotti e Gian Luca Zattini, il direttore di Art-Er Roberto Righetti, il numero uno della Bologna Business School Massimo Bergami, il senatore di Forza Italia Enrico Aimi, componente della commissione Affari esteri, il consigliere regionale Pd della Regione Emilia-Romagna Gianni Bessi, il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, il presidente di Anpit Emilia-Romagna Lucio Palombini, Andrea Falessi, direttore delle Relazioni esterne di Open Fiber, e Mario Petrosino, direttore operativo dell’Autorità di sistema portuale del mar Adriatico centro-settentrionale.
Riprende l’assessore sugli investimenti stranieri in Emilia-Romagna, a partire da quelli del polo smart automotive Faw-Silk, che spunterà a Reggio Emilia, con un migliaio di posti di lavoro annunciato: “Anche gli investimenti targati Cina e Usa li prendiamo tutti– avvisa Colla senza citare direttamente- a condizione che sviluppino una manifattura di qualità e che lancino talenti…”.
Più in generale comunque, ricorda il presidente I-Com Stefano da Empoli, grazie a investimenti e export in Emilia-Romagna si prevede a fine 2022 un recupero dei livelli pre-Covid ma anche un passo ulteriore, grazie al “carburante” del Pnrr tra data valley, tramite il super centro di Bologna strappato a Reading, e auto elettriche, anche se in questo caso la ‘transizione’ è tutta da costruire: “Nella motor valley e in tutto il settore tiene banco un’evidente preoccupazione verso la ‘rivoluzione elettrica’, che comunque non andrà subita”.
Annuisce Colla, che ricorda tutti i numeri all’orizzonte che contano: “Prometeia-Unioncamere-Nomisma vanno d’accordo nelle loro analisi e tutti dicono che l’Emilia-Romagna dovrebbe crescere del 6% nel 2021 e avere un +4% e oltre nel 2022, recuperando quindi nettamente il 9% perso nel 2020. Sarebbe un fatto inedito, temo che non ci sia dimensione di che vuol dire crescere del 6%- si rammarica quasi l’assessore- in un paese che era abituato a crescere di qualche decimale…”.
Tra le spine verso la nuova fase, Colla ricorda comunque che “c’è speculazione sui prezzi dopo la smobilitazione dei magazzini nel 2020, così come ci sono filiere molto lunghe tra le quali si perde autonomia, come sui microchip”, ma più che altro, appunto, “pesa un problema di mismatch tra domanda e offerta di lavoro che diventa sempre più pesante. La vediamo la luce fuori dal tunnel, ma va governata come facciamo nel Patto regionale per il lavo e per il clima, dove accompagniamo la sostenibilità”. Ecco l’esempio dell’assessore: “Il rumore del motore a scoppio a Modena è unico, e passare a quello elettrico non sarà un pranzo di gala. Quindi, dobbiamo ibridare anche le competenze, e agire in una logica di sistema vera”.
Più sui dati e sull’Intelligenza Artificiale, Cucchiara, forte della rete hi-tech dell’Emilia-Romagna non solo sui Tecnopoli, attiva già da 10 anni, conferma che “abbiamo una grossissima chance nel nostro territorio, quella di mettere a regime la programmazione dell’Emilia-Romagna con i fondi Pnrr: per questo sono ottimista, sui risultati della ripresa”.
Ne sono convinti anche i sindaci di Bologna e Parma, Merola e Pizzarotti, mentre il loro collega di Forlì Zattini insiste sul fronte del personale da trovare: “Gli aumenti di fatturato e di ordini delle imprese locali stanno superando la loro capacità. Una crescita del 6-7%, che fino a pochi anni fa sarebbe stata chiamata ‘cinese’, porta con sé comunque una difficoltà a trovare personale pronto e formato, che non da oggi tiene banco dalle nostre parti”.
Zattini chiede quindi “più formazione professionale mirata, nell’asse tra mondo della scuola e mondo del lavoro”. In tutto questo anche le infrastrutture stanno migliorando, come spiega Andrea Falessi, direttore delle relazioni esterne di Open Fiber: “In un piano nazionale di cablaggio del paese in fibra ottica, in modalità Ftth, da 7,1 miliardi di euro, l’Emilia-Romagna complessivamente, tra capitali privati e bandi Infratel nelle aree bianche, vale poco meno di mezzo miliardo, 480 milioni di euro. È un impianto molto importante”, assicura quindi Falessi, che aggiorna sui nuovi cablaggi del piano 2021: in questi giorni la rete viene attivata in particolare a Faenza, Carpi, Formigine, Sassuolo e Riccione, mentre tutte le altre grandi città sono già indirizzate.
Guarda in prospettiva anche Bergami, numero uno della Bologna Business School, che sprona a “disaccoppiare tra loro crescita economica e uso di risorse naturali: come emerge dall’ultimo Intergovernmental panel on climate change, oltre il 50% delle regioni Ue negli ultimi 10 anni ha intrapreso un percorso di transizione ‘green’ e il 40% delle regioni italiane lo sta seguendo; i settori energia e manifattura sono tra principali responsabili delle emissioni, noi come regione manifatturiera abbiamo questo peso ma anche questa opportunità”.
Concorda in casa Confindustria Caiumi: “Il nostro territorio sviscera tanti progetti e le nostre imprese si confrontano con l’export, cercando di giocare ai campionati del mondo tutti i giorni. È importante quindi- raccomanda l’industriale- che le istituzioni comincino sempre più a collaborare con chi ha una visione internazionale. Noi cerchiamo di farlo sempre di più sollecitando le nostre necessità, ma la sfida della sostenibilità- richiama Caiumi- richiede ulteriori passi. Dunque, possiamo sincronizzare meglio le priorità, in un rapporto tra noi e le istituzioni”.
Ci crede ma invita a non sottovalutare le insidie internazionali anche il parlamentare Aimi, modenese, che evidenzia: “In Italia beneficiamo del fattore Draghi, come punto di riferimento di politica e economia internazionale a maggior ragione verso l’uscita di scena inevitabile di Angela Merkel. Ma- sollecita Aimi- bisogna fare molta attenzione ad altri protagonisti fuori dall’Europa, al ‘Dragone’ anzitutto: dobbiamo tutelare anche in Emilia-Romagna la nostra cyber security”. E proprio in questo ambito, anche secondo il parlamentare Fi, ricade la scommessa automotive Faw-Silk: “Bene che a Reggio Emilia arrivino capitali cinesi per la motor valley, ma io dico- conclude Aimi- di fare grande attenzione…”.
(Agenzia Dire)
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