Mercoledì 15 scatta la protesta dei buoni pasto: bar e supermercati non accettano ticket

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Confermato lo ‘sciopero’ dei buoni pasto per mercoledì 15 giugno, quando non verranno accettati nei bar, ristoranti, alimentari, supermercati e ipermercati aderenti alle principali associazioni di categoria della distribuzione e del commercio: Ancd Conad, ANCC Coop, Federdistribuzione, FIEPeT-Confesercenti, Fida e Fipe-Confcommercio.

Lo ricorda Federdistribuzione in una nota, sottolineando che si tratta di “un’azione drastica”(comunicata ai consumatori a mezzo stampa e con affissione di locandine), “resasi necessaria per chiedere con urgenza al Governo una riforma radicale del sistema dei buoni pasto con l’obiettivo di salvaguardare un servizio importante per milioni di lavoratori e renderlo economicamente sostenibile”.

Confcommercio Reggio: c’è bisogno di una vera riforma. Anche Reggio Emilia aderisce all’iniziativa nazionale FIPE, la Federazione Italiana Pubblici Esercizi di Confcommercio-Imprese per l’Italia: il 15 giugno anche a Reggio Emilia i Pubblici esercizi non accetteranno alcun pagamento tramite buoni pasto.

Un blocco necessario per far arrivare alle Istituzioni l’appello, troppe volte ignorato, per una strutturale riforma di un sistema che, per via di commissioni al 20%, non è più economicamente sostenibile.

«Con questa giornata di sospensione del servizio –spiega Davide Massarini (foto), presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia Reggio Emilia– vogliamo sensibilizzare i lavoratori e più in generale i consumatori sulle gravissime difficoltà che le nostre imprese vivono quotidianamente a causa delle elevate commissioni che dobbiamo pagare sui buoni pasto. Parliamo di una vera e propria tassa occulta che supera anche il 20% del valore del buono. La nostra è una protesta che ha l’obiettivo di salvaguardare la funzione del buono pasto perché se si va avanti così sempre meno aziende saranno disposte ad accettarli. Insomma, il buono pasto rischia di essere inutilizzabile. C’è bisogno di una vera riforma che renda il sistema economicamente sostenibile anche per le nostre imprese che in fin dei conti sono quelle che erogano il servizio ai lavoratori. Ma è altrettanto urgente far sì che la prossima gara Consip da 1,2 miliardi di euro non venga aggiudicata con gli sconti delle precedenti perché saremmo noi a pagarli, per di più in un momento in cui le imprese sono a rischio per gli insostenibili aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime».