La decisione annunciata dal presidente di Max Mara Fashion Group Luigi Maramotti di sospendere il progetto del cosiddetto “Polo della Moda” che sarebbe dovuto sorgere a Mancasale, nell’area dove un tempo erano attive le Fiere di Reggio, ha generato preoccupazione e amarezza anche all’interno del Partito democratico.
“Perché si è arrivati a compromettere un’iniziativa tanto strategica?”, si chiede per esempio il deputato reggiano del Pd Andrea Rossi.
“Dare una risposta non è semplice, soprattutto di fronte a dinamiche complesse che richiedono una conoscenza approfondita della vicenda, in un tempo in cui tutti parlano di tutto, spesso senza i necessari approfondimenti. Di certo, non aiutano le reazioni a cui stiamo assistendo in queste ore: prese di posizione che esasperano il confronto e rischiano di allontanare, semmai fosse ancora possibile, una riapertura del dialogo e una soluzione positiva”.
Secondo Rossi “Reggio ha costruito, nel tempo, un rapporto costruttivo e virtuoso con il proprio tessuto imprenditoriale, fondato su un’idea di sviluppo condiviso, responsabilità reciproca e fiducia. È una sinergia che ha permesso al territorio di crescere, innovare e affrontare insieme le sfide del cambiamento. L’Area Nord, per esempio, è solo l’ultimo risultato concreto di questo dialogo”.
Proprio per questo, ha aggiunto il deputato dem, “oggi serve un’assunzione di responsabilità collettiva, che parta dal rispetto di tutti gli attori coinvolti. È necessario che si abbassino i riflettori dello scontro politico e che si lasci alle amministrazioni interessate – Comune di Reggio e Regione Emilia-Romagna – tutto lo spazio e l’agibilità per tentare di riannodare i fili del dialogo e della collaborazione. Solo così si potrà comprendere fino in fondo se esistano ancora margini per ricostruire un percorso condiviso”.
Max Mara, ha ricordato Rossi, “è un’eccellenza che ha reso Reggio riconoscibile nel mondo. Con la sua storia e la sua capacità di innovazione, rappresenta un pilastro del made in Italy e un orgoglio per il nostro territorio”. Per questo la rinuncia al Polo della Moda “non è soltanto la perdita di un progetto: rischia di essere un’occasione mancata per lo sviluppo e la visione futura della città. Sarebbe un errore grave lasciare che malintesi portino al naufragio di un’iniziativa che avrebbe potuto rappresentare una svolta urbana ed economica per Reggio. Se davvero queste sono le ragioni dello stop, l’auspicio non può che essere uno: che prevalga il buon senso. Il dialogo può – e deve – essere riaperto”.
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