Predappio. “Non decido io sulla manifestazione”

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“Detto che tutti hanno il diritto di manifestare, non sono io deputato a rilasciare le autorizzazioni. È un compito che spetta a chi gestisce l’ordine pubblico, questura e prefettura. Io per agevolare le cose ho messo a disposizione dell’Anpi il teatro. Poi decideranno gli organi preposti se concedere la piazza o il teatro”. Lo ha detto rilasciando un’intervista al Quotidiano Nazionale, Giorgio Frassineti, sindaco Pd di Predappio, paese natale di Benito Mussolini in provincia di Forlì-Cesena, a proposito della richiesta dell’Anpi di vietare la manifestazione dei nostalgici prevista nel giorno in cui cade l’anniversario della marcia fascista su Roma e di poter celebrare a sua volta, nella stessa data del 28 ottobre, la Liberazione.

“Noi predappiesi non ne possiamo più – aggiunge – Il nostro paese esiste anche oltre il 28 ottobre. Invece i riflettori si accendono tre volte l’anno e poi siamo lasciati da soli. Abbiamo subito l’isolamento, il pregiudizio, la banalizzazione della storia. Noi non siamo la Chernobyl della storia, non siamo contaminati. Aiutateci ad andare oltre”.

“Da quando sono sindaco, e più in generale negli ultimi 20 anni, la marcia dei nostalgici non ha mai provocato problemi”, aggiunge. “Non so se si possa vietare il diritto civile e costituzionale di andare in piazza nel momento in cui non ci sono evidenze di reati”, spiega. “La legge vieta la ricostituzione del disciolto partito fascista. Ora è difficile anche per i giudici stabilire se fare il saluto romano o indossare una maglietta con l’effige di Mussolini significhi ricostituirlo”.

“C’è un unico modo per andare ‘oltre’ – sottolinea – Queste manifestazioni che non ci piacciono si combattono con un’arma sola che si chiama cultura, studio della storia. Bisogna accettare il fatto che è esistito il fascismo. Dobbiamo studiarlo perché non avvenga più”.