Lutto nella diocesi reggiana: morto a 90 anni don Ercole Artoni, fondò la comunità Papa Giovanni XXIII

don_artoni

La diocesi di Reggio e Guastalla piange un’altra perdita: nella mattinata di lunedì 4 gennaio all’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio è spirato – all’età di 90 anni – don Ercole Artoni, che era ricoverato nella struttura sanitaria da prima di Natale per un aggravamento complessivo del suo stato di salute (non relativo a Covid-19).

Nato a Cerreto Alpi (in provincia di Reggio) il 13 settembre del 1930, quinto di nove fratelli, era stato ordinato sacerdote il 24 giugno del 1956. La sua prima esperienza pastorale fu quella da curato a San Pietro, per poi essere trasferito nella parrocchia di Villa Argine a Cadelbosco di Sotto, quindi a Castelnovo Sotto, a Scandiano, a Masone, fino alla nomina a Mancasale, dove rimarrà per 20 anni – dal 1957 al 1964 come vicario cooperatore e poi fino al 1977 come parroco – inaugurando una scuola materna che in seguito divenne asilo comunale, dopo l’incontro con l’esperienza educativa di Loris Malaguzzi in persona.

Nel 1977 fu il fondatore della comunità di accoglienza e recupero Papa Giovanni XXIII per tossicodipendenti, alcolisti e altre marginalità sociali, una delle prime comunità terapeutiche a essere riconosciuta dal servizio sanitario italiano. La struttura iniziò ospitando ex carcerati e pazienti dell’ospedale psichiatrico giudiziario, e dopo un paio d’anni i primi tossicodipendenti. Nel tempo il Centro sociale Papa Giovanni XXIII si strutturò ulteriormente con una nuova sede a Villa Sesso.

Oltre a continuare a gestire comunità per tossicodipendenti, dal 2000 la Papa Giovanni XXIII iniziò a essere in prima linea anche su tante altre forme di disagio sociale, comprendendo tra le altre cose gruppi e comunità per giocatori d’azzardo patologici, attività di prevenzione e di promozione umana per i più giovani, assistenza agli alunni diversamente abili nelle scuole comunali, accoglienza di stranieri richiedenti protezione internazionale.

Personaggio a tratti controverso, sacerdote non convenzionale, fu anche iscritto ed eletto (come consigliere comunale indipendente) nelle liste del Partito Comunista italiano e finì due volte nei guai con la giustizia: la prima volta con l’accusa di aver “coperto” la fuga dell’ex “Primula Nera” Paolo Bellini (che don Artoni sostenne di aver effettivamente incontrato a Firenze “come prete”, ma di aver saputo solo in un secondo momento chi fosse la persona che si era trovato davanti), che gli costò 29 giorni di carcere; la seconda, più di recente, quando nel 2018 finì agli arresti domiciliari con l’accusa di minacce aggravate nei confronti della presidente del tribunale di Reggio Cristina Beretti, accusa rispetto alla quale era stato poi assolto lo scorso dicembre dal tribunale di Ancona.

La salma di don Artoni rimarrà esposta presso l’obitorio dell’arcispedale cittadino. Lunedì 4 gennaio alle 20.30 sarà recitato il santo Rosario in suo suffragio nella chiesa parrocchiale di Castelnovo Sotto, dove il sacerdote è stato collaboratore pastorale per diversi anni. Il funerale sarà celebrato invece giovedì 7 gennaio alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Villa Cadè (90 i posti disponibili secondo le vigenti misure anti-Covid): le esequie saranno presiedute dal vescovo della diocesi reggiana mons. Massimo Camisasca


Il testamento spirituale di don Ercole Artoni

Ringrazio il Buon Dio e la Madonnina di avermi chiamato molto presto al sacerdozio, vissuto con fede e tanta passione, tanto da ammettere che a volte mi sono trasformato creando alla Chiesa Reggiana qualche fastidio. Chiedo perdono a Dio e di conseguenza a tutti coloro ai quali avessi dato motivo di sofferenza o di malesempio, quindi disapprovato certe mie scelte. Credetemi, l’ho fatto solo ed esclusivamente per testimoniare il mio Credo, anche se a volte va presa la strada più difficile e meno comoda per me ma sentivo che era la strada di Dio.

Ringrazio tutti i tossicodipendenti conosciuti al centro o in piazza; ringrazio le persone disperate conosciute in carcere che mi hanno permesso di conoscerle e capire le loro paure dandomi l’opportunità di vedere il Cristo in loro. Io questa vita l’ho sempre interpretata come un Buon pellegrinaggio alla Conoscenza del Buon Dio.

Cari fratelli, sorelle, cognati, cognate, nipoti ed amici tutti, non piangete, non avete perso nulla, perché spero che la bontà del Signore mi accolga là dove troverò la gioia, vedrò il papà, la mamma, il nipote Romano, il fratello Egeo e tutti gli amici persi. Vogliatemi bene come sempre, grazie per avermi amato quanto più io meritassi.

Ringrazio i Vescovi Monsignor Beniamino Socche, il Vescovo Baroni e il Vescovo Evangelico Gibertini. Infine ringrazio soprattutto le persone sole, abbandonate a sé stesse che mi han fatto compagnia nella loro sofferenza accrescendo ancor di più la conoscenza del Cristo sentendomi utile nel mio piccolo. Saluto i parenti, gli amici, amiche, tutti con il cuore“.

* * *

“La morte di don Ercole Artoni priva la comunità reggiana di un pioniere della lotta alle tossicodipendenze”, ha detto il sindaco di Reggio Luca Vecchi: “La sua, assieme a quella di altri parroci reggiani, fu una stagione nella quale davanti alla tragedia del diffondersi dell’eroina la comunità reggiana tutta – il pubblico ma anche tanto, tantissimo privato sociale – non si limitò ad assistere impotente, ma provò a mettere in campo esperienze innovative e sperimentali per recuperare i giovani, per ridare loro dignità e una vita degna di essere vissuta”.

“Anche davanti all’emergere delle ludopatie la realtà creata da don Ercole non è rimasta con le mani in mano: anzi. Studiando, approfondendo per primi il fenomeno, le donne e gli uomini della Papa Giovanni XXIII hanno svolto, affiancati dal Comune, un’opera meritoria di informazione e sensibilizzazione culturale a livello italiano, mentre decollavano sul suolo reggiano soluzioni pratiche e operative per portare a quelle persone e a quelle famiglie un po’ di sollievo e di ristoro”.

“La storia personale, non solo spirituale, di don Ercole è indubbiamente complessa e talvolta controversa, ma è indiscutibile che il suo impegno sia stato quello di di un protagonista importante della storia della città. Per tutti questi motivi a nome mio personale e dell’amministrazione comunale di Reggio esprimo ai tanti che in queste ore piangono la scomparsa di don Artoni il sentimento di partecipazione al lutto e di vicinanza”.

 

In ricordo di don Ercole Artoni