Il libro. “Cosa rimane dei nostri amori” corre per il Premio Strega

libro_art

Il nuovo romanzo di Olimpio Talarico (Aliberti, 2020) è stato proposto al Premio Strega 2020 da Ferruccio de Bortoli con la seguente motivazione: «Le province, i borghi nascosti e sconosciuti, i non-centri del nostro Paese dove il tempo scorre in modo diverso e la vita sembra non accadere. Sono queste le nuove grandi protagoniste della narrativa italiana degli ultimi anni, luoghi in apparenza silenziosi ma dove il vissuto dei personaggi fa un rumore assordante.
È quella di Caccuri, quella di una Calabria genuina e inedita la provincia che Olimpio Talarico mette in scena tra le pagine di Cosa rimane dei nostri amori, raccontando l’intenso legame tra il borgo crotonese e le storie dei suoi abitanti. Un senso di repulsione e avvicinamento necessario caratterizza questo legame, un legame che ogni lettore riconosce come proprio. Un rapporto denso di amore-odio conduce chi legge a capire il senso del profondo radicamento nei confronti della propria terra, indiscutibile presupposto alla vita di tutti.
Il pretesto per indagare questo particolare legame è dato da un crudo fatto di cronaca nera, che getta sulle più strette relazioni del protagonista una pesante ombra di sospetto.


Il merito di Olimpio Talarico è quello di far scoprire ai lettori il proprio passato mentre li conduce tra le strade di una Caccuri forte e cruda, calandoli in una lingua complessa e intrisa di termini dialettali. Ed è proprio quando chi legge sarà entrato nel seducente dipanarsi della trama e avrà scoperto i più spietati atti che un uomo è in grado di compiere, che Talarico obbligherà tutti noi a interrogarci: “E se fossi io?”».

«Perché un paese, per quanto male potesse averti fatto, per quanto te ne fossi allontanato, era casa tua, il luogo della costruzione, degli affetti. Lo era stato, tanti anni fa, e continuava a esserlo ancora».

Il 19 marzo 1964 nel borgo calabrese di Caccuri si festeggia San Giuseppe. Mentre Jacopo Jaconis, musicista e autore di colonne sonore, è a pranzo con la famiglia, un ragazzo, Saverio Marrapodi, viene trovato sgozzato in campagna a pochi chilometri dal paese. In un’abitazione lì vicino c’è anche il corpo senza vita di una vecchia e strana zitella, Ermelinda Guzzo, colpita a morte da un unico colpo d’arma da fuoco. Mentre del corpo della fidanzata di Saverio, Silvia Spadafora, non si saprà nulla per molti anni.

Cosa rimane dei nostri amori è una “storia meridionale” con protagonista Caccuri, un borgo calabrese, un piccolo scrigno di ricchezze contrastanti, di asprezze e dolcezze insieme.
Con i suoi odori, i suoi sapori, i suoi colori.
E naturalmente i suoi misteri.