Jean Dubuffet, uno dei maggiori pittori del Novecento, protagonista dell’Informale, sarà celebrato a Palazzo Magnani di Reggio Emilia dal 17 novembre al 3 marzo 2019 con la mostra ‘L’arte in gioco. Materia e spirito 1943-1985’.
In esposizione 140 opere fra dipinti, disegni, grafiche, sculture, libri d’artista, composizioni musicali, poetiche e teatrali. Una sezione testimonierà la sua attività di studioso e collezionista con 30 lavori di esponenti storici dell’art brut: una forma di espressione artistica spontanea, scoperta dall’artista negli ospedali psichiatrici, propria di quei talenti che, privi di formazione accademica, sono posseduti da un istinto creatore puro e talvolta ossessivo.
La opere in mostra provengono principalmente dalla Fondation Dubuffet e dal Musée des Arts Décoratif di Parigi, ma anche da musei e collezioni private di Francia, Svizzera, Austria e Italia. Il percorso, suddiviso in tre sezioni, si sviluppa intorno alla dialettica tra le nozioni di materia e spirito.
JEAN DUBUFFET. L’ARTE IN GIOCO
Luca Vecchi*
Quando l’Amministrazione comunale ha fatto la scelta di investire su Palazzo Magnani, l’obiettivo era chiaro: far vivere a Reggio Emilia uno spazio espositivo importante per le arti figurative e impegnarsi a far sì che dialogasse con gli altri luoghi di cultura della città.
Dopo i successi della mostra su Kandisky/Cage, i risultati di Sex&Revolution nel quadro di Fotografia Europea 2018, Jean Dubuffet. L’arte in gioco. Materia e spirito, 1943-1985, che sarà esposto dal 17 Novembre 2018 al 3 Marzo 2019, è il nuovo appuntamento che proponiamo alla città.
Essendo presente in mostra una sezione dedicata all’Art Brut, sono particolarmente lieto che questa sia anche l’occasione per iniziare un dialogo con il Centro di Storia della psichiatria e l’annesso Museo della Psichiatria, un patrimonio culturale e di sapere made in Reggio davvero unico in Italia.
Reggio Emilia ha un’ampia attività culturale incarnata, nel corso dei decenni, dal ruolo agito dalle sue Istituzioni, ma anche dal protagonismo dal basso, dall’attività di associazioni, artisti e volontari che danno lustro a iniziative importanti.
Sulle arti figurative Palazzo Magnani si sta rapidamente proponendo come player di caratura internazionale, tant’è che il Comune di Reggio lo ha voluto al proprio fianco nel siglare, soltanto poche settimane or sono, un fondamentale protocollo d’intesa con l’Ermitage di San Pietroburgo, il più grande museo russo e uno dei più prestigiosi in assoluto a livello mondiale.
Sono certo che la città saprà apprezzare questo progetto che farà conoscere ai reggiani -e non solo- Jean Dubuffet, un artista geniale e multiforme tra i maggiori del XX secolo, che fu pittore, scultore, litografo, architetto, scrittore, pensatore, musicista e collezionista.
* Sindaco di Reggio Emilia
JEAN DUBUFFET. L’ARTE IN GIOCO
Davide Zanichelli*
La mostra che sarà inaugurata a Palazzo Magnani il prossimo autunno sarà dedicata ad uno dei maestri del Novecento europeo, figura cardine per tanti successivi autori di grande successo, tanto importante quanto non così conosciuto dal grande pubblico. Jean Dubuffet, poliedrico artista e radicale uomo di pensiero, ci obbliga ad uscire dagli schemi più comodi con cui si è soliti pensare all’arte, alla bellezza e al ruolo dell’artista nei confronti delle istituzioni.
Entrare nel mondo di Dubuffet è come immergersi nell’ambigua dimensione dell’origine: il disegno infantile, il movimento giocoso e libero da ogni tecnica o norma culturale, il gesto primitivo che agisce con la materia, la potenza aurorale del folle. Bambini, primitivi, folli, sono tutte categorie del sacro che recano in sé una forte carica di ambivalenza. Ognuna di esse ci invita a guardare ad un altrove che supera il segno con cui si manifestano e, insieme, alludono ad una origine incognita, a volte sotto una forma giocosa, a volte terribilmente inquietante.
Con questo progetto la Fondazione Palazzo Magnani intende realizzare una grande retrospettiva del lavoro di Dubuffet, offrendo così, a trent’anni dall’ultima grande mostra italiana, nuove occasioni di conoscenza dell’artista e di approccio alle tematiche da lui sviluppate, coinvolgendo tutti i soggetti della città che attorno a questi argomenti già operano quotidianamente: scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie, Università (Scienze della formazione), strutture educative e riabilitative, centri di documentazione sul disagio mentale.
Questa mostra sarà un ulteriore momento di sviluppo della visione della Fondazione Palazzo Magnani, dove la mostra d’arte deve essere generativa di domande, sollecitare riflessioni nello spettatore, suggerire nuovi punti di vista e nuove possibilità di osservare determinate tematiche sotto nuove luci e nuove narrazioni
*Presidente della Fondazione Palazzo Magnani
PALAZZO MAGNANI CELEBRA JEAN DUBUFFET
Giammaria Manghi*
Non potevano che essere Reggio Emilia e Palazzo Magnani a celebrare, primi in Italia, Jean Dubuffet, uno dei maggiori e più originali autori del Novecento. Innanzitutto perché Dubuffet è stato sì artista e teorico, ma anche collezionista dell’arte come Luigi Magnani, al quale dobbiamo questo bel palazzo che, grazie all’impegno della Provincia di Reggio Emilia, da oltre vent’anni, rappresenta uno dei principali luoghi di arte e cultura e che oggi – attraverso una Fondazione apertasi nel tempo ad altre importanti realtà, non solo istituzionali – guarda ben oltre i confini regionali.
Né possono sfuggire i forti legami tra l’inventore dell’art brut e una terra che non solo ha visto all’opera il genio di uno dei maggiori outsider artist italiani come Antonio Ligabue, ma ha anche ricoperto un ruolo di primo piano nel campo della riforma della psichiatria. Ed è ancora più significativo che proprio a Franco Basaglia, a 40 anni dalla legge che chiuse i manicomi, sia dedicato uno dei tanti eventi collaterali che Palazzo Magnani proporrà in occasione della mostra su Dubuffet, nel segno di quella interdisciplinarità che contraddistingue l’operato di una Fondazione, la quale riconosce all’arte un ruolo fondamentale nel percorso di sostegno e recupero del disagio e della fragilità.
*Presidente della Provincia di Reggio Emilia
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]