Mi chiedo se a Reggio Emilia esista ancora, nella maggioranza di sinistra che ne controlla le funzioni amministrative, quel tasso sufficiente di consapevolezza politica che tra alti e bassi non è mai mancato a livello locale nella storia repubblicana. Mi riferisco a questa sciocchezza autolesionista della mozione approvata in consiglio comunale contro Roberto Fiore e il micropartito da lui creato, di marcata connotazione di destra, e della sua annunciata comparsa nel contesto locale.
Il testo approvato dai ventitré consiglieri di Pd e cespugli vari sembra scritto apposta per regalare a Fiore e compagnia non solo un’insperata pubblicità gratuita, ma soprattutto una legittimazione politica altrimenti del tutto irraggiungibile nel contesto locale. Tale è il dilettantismo di chi ha scritto la mozione da consentire a Fiore di poter ricorrere alla giustizia ordinaria generando così un confronto sul piano giudiziario che colloca la partita in campo neutro: pura follia. Di più: coinvolgere l’intero Comune di Reggio in uno scontro politico verso una realtà dai marginalissimi consensi significa darsi la classica zappa sui piedi. Agitare l’allarme neofascista in una città le cui tracce di fascismo sono da molto tempo consegnate alla storia mostra solo una smania di protagonismo speculare all’assenza di pensiero politico adulto.
Pd e compagni hanno consegnato a Fiore la possibilità di giocarsi in Tribunale un match che lo vede nell’improbabile ruolo di Davide, opposto al Moloch di una pubblica istituzione nei suoi singoli ingenui rappresentanti. E se Fiore dovesse vincere in sede giudiziaria? A quale figura verrebbero esposti il Comune e il Pd? E con quale faccia potrebbero restare al proprio posto gli autori di siffatta trovata? Le istituzioni locali, lo abbiamo imparato molti anni fa, sono tenute a svolgere esclusivamente le funzioni amministrative loro assegnate. Farne una sorta di parlamentino per gonfiare l’ego di qualche sfaccendato non serve alla comunità. Alla comunità servono capacità, competenze, rigore, intelligenza, visione a lunga distanza. Non servono le tirate antifasciste per mendicare qualche like sui social media o qualche pacca sulla spalla dei vecchi compagni del centro sociale. La vita è altrove.
Tutto giusto, giustissimo, sacrosanto. Oggettivamente, un intervento impeccabile, con il quale si può solo essere d’accordo.
Mi permetto un’unico appunto: le tracce del fascismo storico sono in effetti consegnate alla storia
Ma pulsioni e venature di estrema destra (col loro carico di razzismo, xenofobia, diprezzo dei diritti, delle minoranze e totale irrispetto delle fasce più povere e deboli della società) hanno attraversato indenni, in maniera sotterranea, tutto il dopoguerra e sono giunte fino a noi.
Ora, visto il clima politico favorevole, sono pronte a tornare a manifestarsi. E se è vero che magari di fez e di orbaci non se ne vedranno più, sono abbastanza sicuro che qualche manganello tornerà a comparire anche qui.
Far pubblicità gratuita al nulla (pagata però dai cittadini contribuenti).
Noi paghiamo il baraccone del Consiglio Comunale che parla del nulla.
Aggiungo, è democratico impedire ad uno di aprire un ufficio privato a Reggio, a spese sue, nel rispetto della Legge Italiana?
Perché, qualcuno immagina che in Tribunale il PD sarà sconfitto ? Se sono Fiore, fioriranno… Vedremo…
Siamo tutti coi pop corn in salotto in attesa di conoscere le prossime mosse del Primo Cittadino nonche’ Simbolo della Resistenza contro l’ incombente onda nera …
Resistere…Resistere…Resistere….
Avanti o popolo..alla riscossa…..!
Nel frattempo ci godiamo le buche nelle strade e gli ammiccamenti dei pusher in centro storico…!
Questo editoriale del Direttore andrebbe scalpellato ed inciso su marmo
e/o vergato a lettere dorate su lastra di dura pietra
ed ivi apposto all’ingresso della ns sede comunale, con obbligo
a chiunque entri di leggerlo ogni volta per intiero.
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