Lo afferma la senatrice a vita Liliana Segre a proposito del referendum sul taglio dei parlamentari, in un’intervista a la Repubblica.
“Mi pare che la questione venga un po’ troppo drammatizzata. Ci sono buone ragioni sia per il Sì sia per il No. Io alla fine mi sono orientata per il No, soprattutto in coerenza con il mio atteggiamento generale verso il Parlamento. Sono entrata come si entra in un tempio perché il Parlamento è l’espressione più alta della democrazia. Quindi sentir parlare di questa istituzione che fa parte della mia religione civile come se tutto si riducesse a costi e poltrone, è qualcosa che proprio non mi appartiene”.
Poi annuncia che continuerà “a parlare in pubblico”, se ne avrà “le forze, ma non ripeterò più la mia testimonianza; da tempo sentivo che questa fase, durata circa 30 anni, doveva finire” tanto che “la nomina a senatrice a vita mi ha indotto a resistere ancora per qualche tempo”. Quanto sia costato “iniziare a raccontare e poi rievocare ancora e ancora quel passato. Da fuori forse si avverte solo la fatica di ripetere sempre la stessa vicenda, ma è altro, è un logoramento psichico difficile da spiegare. C’è una Liliana di oggi, che ogni volta ricordando i fatti guarda con pena infinita la Liliana di allora. Raggiunti ormai i 90 anni, devo rassegnarmi a rispettare i limiti della mia fragilità”.
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Stato di abbandono? Io direi più atti di vandalismo...
Sono sempre più vergognosi senza un briciolo di pudore ,superpagati per scaldare le poltrone e non per risolvere i problemi reali della gente !
La sinistra vuole solo governare non pensa le cose importanti per gli italiani anche se non è in grado di farl: pur di avere voti […]