La satira politica e il caso dell’Asino

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La nascita, lo sviluppo e l’affermazione del movimento socialista italiano nei primi decenni del Novecento, è stato accompagnato da una ricca e colta editoria satirica, che fondava le sue radici già nel periodo e nella cultura risorgimentale. Consapevoli della sua importanza nell’orientare l’opinione popolare, i socialisti si circondarono di valenti disegnatori, caricaturisti e scrittori per meglio e più rapidamente forgiare l’opinione politica dei propri sostenitori e di quelli più vicini alla loro area.

Una vignetta, una caricatura o un semplice articolo, infatti, spesso si dimostravano più efficaci di qualsiasi articolo a far comprendere, anche agli analfabeti o ai meno scolarizzati, le vicende economiche e politiche più rilevanti, a denunciare le debolezze o i deliri d’onnipotenza dei vari personaggi che governavano il paese, mettendo a nudo un mondo, quello borghese, ora corrotto, ora in balia di paesi stranieri, ora incapace di dare risposte al popolo, ora guerrafondaio.

Nel volgere di pochissimi anni, gli organi di stampa del partito, anche quelli periferici, furono affiancati da riviste o fogli di satira politica. Quella prassi, grazie alla sua immediatezza di comprensione, si rivelò essere un’arma potentissima nelle mani dell’opposizione politica, tanto che anche i cattolici, per contrastare l’anticlericalismo socialista, e i liberali conservatori per sostenere la politica governativa, fecero cercando d’imitarli.

Tra le tante riviste satiriche, sorte tra la fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento, una in particolare si distinse per eleganza, competenza, determinazione e capacità di rappresentare l’anima profonda del proletariato socialista.

Si trattò della rivista settimanale L’Asino, edita dall’editore romano Luigi Mongini e redatta da due giovani e talentuosi studenti: Guido Podrecca (Goliardo) e Gabriele Galantara (Rata Langa), già collaboratori di altre prestigiose riviste satiriche. Entrambi socialisti, il 27 novembre 1892, quindi pochi mesi dopo la nascita del Partito dei lavoratori, i due diedero l’annuncio della sua nascita. Nella scelta del titolo della testata si rifecero al motto di Francesco Domenico Guerrazzi “come il popolo è l’asino: utile, paziente e…bastonato”.

Dapprima le vignette furono indirizzate contro Giolitti, gli scandali economici di quegli anni (Banca Romana), la brutalità della polizia, il capitalismo e l’ipocrisia borghese.
La stessa cosa avvenne naturalmente nei confronti dei successivi governi, specie quelli a guida Crispi. Il successo della rivista fu immediato, tanto da richiedere una tiratura molta elevata per raggiungere ogni angolo del paese. Basti ricordare che nel 1893 le copie diffuse furono 20.000, mentre nel 1907 raggiunsero e superarono addirittura il numero di 100.000.
Con la nascita de L’Avanti! nel 1896, i due giovani collaborarono anche con il quotidiano socialista, apportando un importante contributo artistico e culturale.

Dal 1901 L’Asino accentuò molto il carattere anticlericale, venendo spesso censurato o sequestrato per “oltraggio al pudore”. La sua campagna anticlericale fu talmente radicale che i cattolici si videro costretti a pubblicare una loro rivista intitolata Il Mulo per controbattere più efficacemente alle denunce loro rivolte di tradimento del vero messaggio evangelico. Podrecca e Galantava furono a più riprese denunciati e condannati per oltraggio al pudore, alla religione cattolica e per diffamazione a mezzo stampa.

Nel 1909, grazie alla popolarità acquisita con i suoi articoli, Podrecca, già consigliere comunale socialista di Roma dal 1907, venne eletto deputato, aderendo alla frazione riformista del partito. Nel 1911 però di fronte alla guerra libica i due principali artefici della rivista si divisero, avendo Podrecca aderito alle tesi di Bissolati, Bonomi e Cabrini favorevoli all’intervento, che considerava “una missione civilizzatrice”, mentre Galantara si disse decisamente contrario.

Al congresso nazionale di Reggio Emilia del 1912, dunque, Podrecca subì la stessa sorte dei “destri”, venendo espulso dal Partito come proposto da Mussolini nel suo ordine del giorno. Senza esitazione aderì, di conseguenza, al Partito socialista riformista di Bissolati.

Nel 1914, di fronte tuttavia al dilemma se l’Italia dovesse entrare o meno nel primo conflitto mondiale, i due amici e collaboratori si riconciliarono, avendo entrambi condiviso le istanze interventiste. Fu una riconciliazione però momentanea, poiché Podrecca, dopo la fine del conflitto, si spostò sempre più verso posizioni nazionaliste e fasciste, mentre Galantara, dopo aver svolto una severa autocritica circa le sue precedenti posizioni interventiste, abbracciò le tesi massimaliste del Psi.

Nel 1921 Galantara, divenuto ormai l’unico responsabile, annunciò che L’Asino si sarebbe trasferito da Roma a Milano per meglio seguire la vita del partito nella sua opposizione al fascismo e diventare il settimanale satirico ufficiale del Psi.

La conduzione della rivista, con l’abbandono di Podrecca, ricadde pertanto sul solo Galantara, che ne confermò la posizione massimalista fino a quando, nel 1925, fu soppressa dal fascismo.
L’avventura di cui furono protagonisti Podrecca e Galantara si affiancò a quella di Giuseppe Scalarini, forse il più grande disegnatore politico italiano del Novecento, che per tutta la vita, tranne ovviamente durante il periodo fascista, lavorò per L’Avanti!, facendo scuola a tutta la successiva generazione di disegnatori satirici.




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