Incubo infinito per Zaki in Egitto: prorogata di altri 45 giorni la custodia cautelare in carcere

free Patrick Zaki striscione

Domenica 22 agosto è stata rinnovata per altri 45 giorni la misura di custodia cautelare in carcere a carico dello studente e ricercatore egiziano dell’università di Bologna Patrick Zaki, fermato il 7 febbraio del 2020 dalla polizia all’aeroporto del Cairo (in Egitto) – dove si era recato per trovare parenti e amici – e detenuto ininterrottamente da allora nel complesso penitenziario di Tora per accuse che spaziano dal terrorismo alla propaganda sovversiva.

L’accusa, in particolare, è relativa alla pubblicazione di alcuni post apparsi su un account Facebook che i legali di Zaki sostengono non essere invece riconducibile al giovane studente: contenuti che hanno attirato su Zaki le accuse di “istigazione a manifestare, esortazione a rovesciare il regime e diffusione di false informazioni in grado di perturbare la sicurezza e la pace sociale”.

“Hanno fatto prima del solito, e già questa è una pessima notizia”, ha sottolineato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia: “Pare sempre più chiaro che la magistratura egiziana vuole tenere Patrick in carcere fino al massimo possibile col rischio che vada a processo o che la detenzione si protragga ulteriormente per nuovi, inventati capi d’accusa. Chiedo al governo italiano di protestare formalmente con l’Egitto, e chiedo ai parlamentari che alla Camera e al Senato hanno votato per la cittadinanza italiana a Zaki di farsi sentire e di chiedere al governo che appoggiano di cambiare la fallimentare strategia sin qui portata avanti nei confronti dell’Egitto”.

“Rinnovo la richiesta al governo italiano di esprimere condanna per il grave accanimento nei confronti di Patrick e di usare questi altri 45 giorni per fare finalmente tutte le pressioni necessarie. Quanto fatto finora, ovvero mandare osservatori alle udienze, che peraltro neanche vengono fatti entrare, non serve a niente”.