Inchiesta “Angeli e Demoni”, chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone

Comune di Bibbiano

La procura di Reggio ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone nell’ambito dell’inchiesta “Angeli e Demoni” – condotta dai carabinieri coordinati dal pubblico ministero Valentina Salvi – che punta a fare luce sulle presunte anomalie negli affidamenti di minori nel sistema dei servizi sociali della val d’Enza reggiana.

L’udienza preliminare è stata fissata per il prossimo 30 ottobre davanti al Gup del tribunale reggiano Dario De Luca. Tra gli imputati figurano i nomi del sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, dell’ex responsabile dei servizi sociali dell’Unione dei Comuni Val d’Enza Federica Anghinolfi, della psicoterapeuta Nadia Bolognini e del marito Claudio Foti della onlus Hansel & Gretel.

I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di peculato d’uso, abuso d’ufficio, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, falsa perizia anche attraverso l’altrui inganno, frode processuale, depistaggio, rivelazioni di segreto in procedimento penale, falso ideologico in atto pubblico, maltrattamenti in famiglia, violenza privata, lesioni dolose gravissime, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Sono in tutto 155 i testimoni citati dall’accusa (tra cui il giornalista e scrittore Pablo Trincia, la direttrice della Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reato Elena Buccoliero, l’ex giudice minorile di Bologna Francesco Morcavallo e il direttore generale dell’Ausl di Reggio Fausto Nicolini) e 48 le parti offese, tra cui l’Unione dei Comuni Val d’Enza, i Comuni di Gattatico e di Montecchio Emilia, il Ministero della Giustizia e la Regione Emilia-Romagna.

Secondo l’accusa alcuni tra gli indagati avrebbero prodotto false relazioni per convincere i giudici a determinare l’allontanamento di alcuni minori dalle rispettive famiglie per essere dati in affido. Sempre secondo l’accusa, inoltre, in alcuni casi i minori sarebbero stati sottoposti a pressioni indebite e convinti di essere stati vittime di abusi sessuali, mentre in altri casi i regali e le lettere affidati dai genitori naturali ai servizi sociali per essere consegnati ai propri figli non sarebbero mai stati fatti pervenire ai legittimi destinatari.

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Il gruppo di eletti a livello locale del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, Maria Edera Spadoni, Davide Zanichelli, Maria Laura Mantovani, Gabriele Lanzi, Silvia Piccinini, Natascia Cersosimo e Paola Soragni, alla notizia delle 24 richieste di rinvio a giudizio, hanno chiesto “giustizia per tutelare i minori e le famiglie”, sottolineando come i reati contestati siano “molto gravi”.

Ricordando le famiglie incontrate nel corso di eventi sul territorio e a Roma, “siamo loro vicini e ci auguriamo possano cogliere con sollievo il forte segnale della giustizia che procede”, hanno aggiunto i pentastellati, “e che si possa presto stabilire la verità processuale su accuse gravissime e ferite che, se confermate, rischiano d’incidere su decine e decine di persone. A loro ribadiamo la nostra solidarietà e la nostra vicinanza con l’augurio che possano trovare una risposta forte dallo Stato”.

Quindi una stoccata al leader della Lega Matteo Salvini, “che ha asserito che l’abuso d’ufficio va eliminato perché a suo avviso sarebbe un “blocco per l’Italia”. I veri blocchi sono quelli della Lega. L’anno scorso la spallata mancata del Papeete rischiava di bloccare la commissione sugli affidi. Questa volta, schierandosi contro l’abuso d’ufficio, dimostra di fare il gioco di Angeli e Demoni: altro che difensore di Bibbiano”.