Imprenditore reggiano arrestato per frode fiscale e bancarotta fraudolenta

Guardia di finanza Reggio controlli

Giovedì 29 aprile i finanzieri del comando provinciale di Reggio hanno arrestato un imprenditore reggiano accusato di frode fiscale e bancarotta fraudolenta. L’attività investigativa – denominata operazione “Light Off” – è partita da una verifica fiscale avviata nel 2019 dalla tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla nei confronti di una società reggiana attiva nel settore dell’installazione di impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento.

Le successive indagini di polizia giudiziaria, coordinate dal sostituto procuratore Iacopo Berardi, hanno consentito di accertare come l’impresa, per mano dell’amministratore di fatto (soggetto peraltro formalmente estraneo all’assetto societario, ma in realtà considerato l’ideatore dell’intero progetto criminoso), fosse riuscita a conseguire risparmi d’imposta gonfiati per un valore di circa due milioni di euro.

Per raggiungere l’obiettivo l’azienda si è avvalsa di costi fittizi generati da fatture per operazioni inesistenti emesse da una serie di società cartiere, per un totale di oltre sei milioni.

Lo sviluppo delle indagini ha fatto emergere anche ulteriori illeciti, attribuibili in via principale sempre allo stesso soggetto, sia come amministratore di fatto della società guastallese che come dominus di un’altra impresa dichiarata fallita dal tribunale di Reggio. Per quanto riguarda la società sottoposta a verifica, già destinataria e beneficiaria di false fatture, è emerso che tra il 2016 e il 2020 abbia infatti emesso a sua volta fatture per operazioni inesistenti a favore di altre imprese operanti nelle province di Parma, Vercelli, Milano e Brescia, per un importo complessivo di circa sei milioni.

Con riferimento invece alla società fallita, le indagini patrimoniali e finanziarie condotte dalle Fiamme Gialle di Guastalla hanno consentito di scoprire che lo stesso imprenditore che ne era a capo aveva occultato e distrutto le scritture contabili e aveva distratto dal patrimonio della società ben 300mila euro, sottraendosi alle richieste dei creditori e provocandone così il dissesto.