Signorini non parla e rimane in carcere. Il sindaco di Parma: mi aspetto si dimetta da Iren

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Paolo Emilio Signorini – l’ad e direttore Iren, l’ad e direttore generale di Iren, arrestato (per fatti relativi al suo precedente incarico di presidente del porto di Genova) nell’inchiesta che coinvolge anche il governatore ligure Giovanni Toti – al momento non parlerà con i magistrati. E rimarrà, dunque, nel carcere di Marassi.

“Le carte sono tali che impongono una lettura attenta, che non può essere fatta in carcere”, ha detto questa mattina, giovedì, il suo avvocato difensore Enrico Scopesi al termine dell’interrogatorio di Signorini che – ha aggiunto – “sta abbastanza bene e al di là della situazione ha una sua tranquillità”.

L’ex presidente del porto di Genova, al momento, si è avvalso della facoltà di non rispondere ai magistrati. “Potrebbe eventualmente parlare con il pubblico ministero in una seconda fase”, ha detto l’avvocato Scopesi spiegando che “Signorini ritiene di poter fornire una serie di spiegazioni, ma difficilmente lo si può fare in una situazione di carcerazione: confido che si possa risolvere e affrontare il problema della carcerazione. Perché la priorità è adesso chiarire la misura cautelare, farlo uscire da Marassi. Ha confermato la disponibilità di parlare eventualmente in un secondo momento”.
L’ ad (sospeso) di Iren è “relativamente tranquillo nel contesto della vicenda alluvionale che gli è capitata e rispetto a dove si trova adesso – ha concluso Scopesi – Gli atti sono tali e tanti che vanno letti e verificati. È troppo presto. Bisogna interpretarli, ma vale per tutti i casi, e ci sono telefonate di quattro anni fa, estrapolate dai contesti, che vanno valutate”.

Dal Fabbro: “Lavoriamo con massima serietà e trasparenza”. Lo ha detto Luca Dal Fabbro, presidente esecutivo di Iren, ritirando a Milano il premio ‘Manager Utilities – Andrea Gilardoni’. “Le multiutility come Iren – ha aggiunto – hanno un ruolo essenziale in questo paese ed è bene ricordarlo. Come Iren investiamo molto in questo Paese”. Si tratta della prima uscita pubblica di Dal Fabbro dopo l’arresto di Paolo Emilio Signorini, attuale amministratore delegato di Iren, per corruzione. I reati contestati sono riferiti al suo precedente ruolo di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale e non riguarderebbero Iren. Ieri un cda straordinario ha affidato a Dal Fabbro e al vice presidente Moris Ferretti le deleghe temporaneamente revocate a Signorini. Dal Fabbro si è aggiudicato la vittoria nella categoria ‘Servizi Pubblici Locali’ per la “visione strategica fortemente innovativa ed i risultati industriali raggiunti da Iren nei servizi ambientali e nella circular economy”.

Intanto il sindaco di Parma, Michele Guerra, nel “ringraziare il presidente di Iren, Luca Dal Fabbro, e il vicepresidente Moris Ferretti, per aver immediatamente garantito la continuità aziendale attraverso la redistribuzione delle deleghe”, ha detto di aspettarsi “a stretto giro le dimissioni dell’amministratore delegato per poter lasciare all’azienda, che nulla c’entra con l’indagine, la giusta serenità in un momento così delicato”. Il Comune di Parma – così come quello di Piacenza e soprattutto di Reggio Emilia (e quasi tutti i Comuni reggiani) – è tra i soci Iren.



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