Giovani democratici: il futuro di Reggio passa dai ragazzi e dall’università

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In una nota il segretario cittadino Giovani Democratici Reggio Emilia Nicolò Medici scrive: “Correva l’anno 1998 quando venne inaugurata la prima sede universitaria della nostra città. Con l’inaugurazione del polo di viale Allegri, Reggio Emilia apriva ufficialmente le sue porte alla vita universitaria, assegnando un nuovo ruolo a quello spazio che era in principio una caserma militare. E con lo stesso spirito di rigenerazione urbana che portò all’inaugurazione della prima sede al di qua del Secchia dell’Università di Modena e Reggio Emilia, celebriamo oggi l’inaugurazione del terzo polo Universitario della città del Tricolore.

In questi 22 anni l’università reggiana è cresciuta notevolmente, arrivando agli 11.000 studenti che attualmente la frequentano. Giovani che hanno scelto di formarsi attraverso corsi d’eccellenza quali Ingegneria meccatronica o Scienze della formazione primaria, percorsi di studio che sono fortemente legati ad importanti realtà – produttive ed educativedel nostro territorio. Questo risultato eccezionale è significativo per una città che vuole fare della formazione giovanile, dall’asilo fino all’Università, il suo fiore all’occhiello.

Il processo di trasformazione della nostra città non può dirsi ancora concluso. La transizione da laboriosa città di provincia a città universitaria e cosmopolita è ancora in atto, e sebbene l’inaugurazione del nuovo campus rappresenti un mattone importante nella costruzione di Reggio 2030, il percorso davanti a noi è ancora lungo.

Intorno a questo campus si dovrà sviluppare una rete di servizi ed infrastrutture volte al benessere e all’accoglienza degli studenti, generando un valore aggiunto per cui ne beneficerà la comunità intera.

L’urbanistica della nostra città dovrà cambiare nel medio termine: saranno necessari nuovi spazi abitativi per gli studenti e questa sfida può rivelarsi come un’opportunità per incentivare la riqualificazione di alcune aree. Con lo stesso spirito di rigenerazione urbana e sociale che ha portato alla creazione del nuovo campus, vi è la possibilità di proseguire nell’importante lavoro di rinnovamento di alcuni storici quartieri, come quello della stazione centrale, per esempio assegnando l’area ad uso residenziale agli studenti fuori sede che scelgono di studiare nella nostra città. Trovandosi alle porte della città ed essendo ben collegata con i mezzi di trasporto al resto del territorio, questa zona potrebbe diventare sempre di più un quartiere multiculturale e all’avanguardia, alla pari di altre grandi città Europee. In una collaborazione tra ERGO e il comune si potrebbe ampliare il piano degli alloggi studenteschi a canone agevolato, in supporto di chi ha maggiori difficoltà economiche e favorendo, per i fuori sede, la scelta di frequentare il nostro Ateneo.

La mobilità integrata diventerà sempre più rilevante. La quasi totalità degli studenti fuori sede che vive nella nostra città non possiede un’automobile propria. Per permettere gli spostamenti nell’area urbana ed extraurbana sarà necessario ripensare l’idea di mobilità. Il bike sharing, servizio già disponibile nella nostra città, sarà sempre più utilizzato da questo gruppo di utenti. Sul fronte della mobilità pubblica sarà invece necessario ragionare su degli strumenti di supporto economico agli studenti meno abbienti per gli abbonamenti degli autobus, oltre che all’eventuale estensione delle corse in orari notturni.

Sarà necessario ripensare gli orari di apertura di biblioteche ed aule studio, oltre che l’assegnazione di nuovi spazi adibiti a questo utilizzo. Allo stato attuale la Biblioteca Panizzi, nonostante il recente rinnovamento, non è sufficiente per far fronte alla crescente domanda di luoghi per lo studio individuale. Le biblioteche decentrate, luoghi centrali dei nostri quartieri e parte integrante della nostra storia locale, possono offrire un supporto importante qualora venisse esteso l’orario di apertura. Esse hanno la possibilità di diventare il ponte culturale che unisce l’identità storica di Reggio Emilia con chi ha scelto di viverci per studio o lavoro.

L’afflusso di studenti avrà un impatto economico significativo per il tessuto produttivo e commerciale locale, osservabile sotto due dimensioni. La prima, nel breve periodo, è l’evidente impulso economico che i giovani offrirebbero al commercio locale. Bar, ristoranti, locali notturni e negozi potranno sfruttare la domanda crescente a loro beneficio, creando di conseguenza lavoro e generando ricchezza.

La seconda dimensione, nel lungo periodo, è in realtà la vera missione intrinseca della sede universitaria reggiana. Questo perché lo sforzo collettivo non è semplicemente volto ad attrarre i migliori talenti da formare. La sfida si potrà dire vinta se una volta formati si riuscirà a mantenere sul territorio i giovani che qui hanno scelto di studiare, dandogli un ambiente adatto dove poter dimostrare la proprie doti e capacità, generando il vero valore aggiunto di questo importante investimento.

Reggio si sta rinnovando e riscoprendo. Il recupero dei luoghi abbandonati da tempo trasformati in centri di cultura e formazione è la dimostrazione che la nostra città è in grado di sognare in grande. E che con l’impegno e lo sforzo di tutte le parti sociali, questi sogni possono realizzarsi.

Il rinnovato seminario è l’esempio perfetto di come l’educazione superiore a Reggio Emilia sia intesa come connubio tra tutte le varie parti sociali: comune, università, diocesi, studenti, professori, imprese del territorio e piccoli commercianti. Di come l’università abbia una funzione per la comunità, dalla comunità. E di come la formazione di qualità, dall’infanzia all’università, sarà sempre una prerogativa fondamentale per la città di Reggio Emilia”.