Fiorentina in cerca di uno stadio in Emilia

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Reggio Emilia certamente con il Mapei Stadium-Città del Tricolore – specie in caso di competizioni europee come già ha fatto l’Atalanta – ma anche Parma, Modena, Ferrara e Cesena per le partite di serie A. C’è in pratica tutta l’Emilia-Romagna – tranne ovviamente Bologna, per la storica (e purtroppo anche drammatica) rivalità che divide le tifoserie delle due protagoniste del derby dell’Appennino – nel mirino della Fiorentina, che dai prossimi mesi vedrà lo stadio Franchi sottoposto ad un intenso restyling. Un cantiere, per altro, finanziato con i soldi del Pnrr, per cui i lavori dovranno procedere spediti per concludersi tassativamente entro il 2006.
Stando all’ultimo cronoprogramma, dalla metà del 2024 alla metà del 2026 la Fiorentina dovrà cercarsi un altro stadio per le partite interne, serie A o eventuali coppe europee. Fuori discussione, sempre per ragioni di rivalità tra le tifoserie, la soluzione più comoda, quella di Empoli, i viola secondo la Gazzetta dello sport starebbero valutando per la massima serie Modena, Parma, Ferrara, Cesena, La Spezia e Perugia. In caso di coppe europee, invece, ben poche sarebbe le alternative allo stadio di Reggio Emilia, l’unico a breve distanza ad assicurare standard internazionali grazie agli investimenti del Sassuolo (e questo i tifosi della Reggiana non dovrebbero dimenticarselo…), investimenti favoriti anche dall’aver potuto acquistare l’impianto a un prezzo stracciato all’asta fallimentare battendo proprio la Reggiana (e questo a sua volta il Sassuolo non dovrebbe dimenticarlo…).

Tra circa un anno, dunque, gli appassionati dell’Emilia-Romagna potrebbero dunque gustarsi lo spettacolo della seria A o di qualche coppa europea (minore, si presume, ma pur sempre europea).  Con un probabile ritorno economico per le città che ospiteranno la Fiorentina e qualche altrettanto probabile rogna di ordine pubblico dovuto a una tifoseria non tra le più calme.

Poi, certo, si potrebbe ragionare anche sul fatto che i soldi del Pnrr vengano utilizzati per uno stadio di calcio di una società professionistica. Ben 95 milioni di euro, a fronte dei 300 milioni destinati alla ristrutturazione e alla messa in sicurezza di ben 400 palestre scolastiche. Sono sicuramente tanti (pur se non tutti europei, ma in parte anche italiani attraverso il Ministero della Cultura, non che questo sia più rassicurante…) motivati con il “valore storico-architettonico dell’opera e la sua importanza per il patrimonio culturale del Paese”. La firma dello stadio Franchi è, infatti, dell’ingegnere Pier Luigi Nervi. E questo è bastato, ai precedenti Governo, per inserirlo quale unico impianto sportivo nella lista dei 14 interventi del «piano per i grandi attrattori culturali», insieme – tra gli altri – al Porto Vecchio di Trieste,  le Mura di Genova, l’Albergo dei Poveri a Napoli, le aree naturalistiche del Delta del Po, il Museo del Mare a Reggio Calabria.