Fase 2. Cosa riapre, le linee guida

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Negozi, centri commerciali, mercati e fiere (Linee guida)

Un numero di clienti limitato in base alle dimensioni del negozio per garantire la distanza di almeno un metro; percorsi differenziati di entrata e uscita dai locali; ingressi scaglionati per evitare assembramenti garantiti eventualmente anche dall’estensione dell’orario di apertura; ampia disponibilità di dispenser per disinfettare le mani soprattutto vicino a tastiere, touch screen e casse; obbligo di guanti e mascherine per addetti e clienti, ove non sia possibile mantenere il distanziamento interpersonale; pulizia e igienizzazione quotidiana degli ambienti e dei banchi di vendita; organizzazione degli spazi in negozi, centri commerciali e aree all’aperto per assicurare il distanziamento tra le persone. E per la vendita di vestiti e calzature, per toccare gli articoli sono obbligatori i guanti “usa e getta” per i clienti. Con regole capaci di garantire la sicurezza, in Emilia-Romagna da lunedì 18 maggio potranno riaprire le serrande tutti i negozi al dettaglio e quelli nei centri commerciali oltre a riprendere il commercio ambulante, sia singolarmente che in mercati, fiere, mercatini degli hobbisti.

Si è appena concluso l’incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati e Comuni del territorio con l’adozione delle linee guida per la riapertura nella fase 2 delle attività commerciali al dettaglio che condividono misure in parte già sperimentate nei negozi rimasti aperti durante il lockdown a cui se ne aggiungono altre modulate in base alle specifiche attività.

E per tutti i tipi di esercizi, che siano al chiuso o all’aperto, le regole del commercio in sicurezza si fondano su alcuni pilastri: informazioni costanti e dettagliate alle persone sui comportamenti da osservare per garantire la sicurezza e contrastare il rischio di contagio; organizzazione degli spazi funzionali al distanziamento sociale tra dipendenti, operatori e clienti; dotazione al personale dei dispositivi di sicurezza personale (mascherine, guanti, cuffie, occhiali, camici…) anche in base al tipo di mansione oltre a un’adeguata formazione per un uso corretto.

“Con la prossima riapertura degli esercizi commerciali- spiega l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini-facciamo un altro passo avanti verso la ripresa economica di attività bloccate per molto tempo a causa della crisi sanitaria e che oggi hanno assoluta necessità di ripartire per evitare ulteriori danni. Nel documento elaborato in squadra con i rappresentanti del settore, i comuni e i sindacati, in collaborazione con l’assessorato alla salute e la Direzione cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna, vengono fornite indicazioni operative valide su tutto il territorio regionale. Si tratta in parte di provvedimenti già sperimentati durante il lockdown, con alcune novità pensate per diverse tipologie di attività, anche guardando al luogo in cui si esercitano. Al centro del nostro lavoro – chiude l’assessore- c’è l’impegno per la ripresa economica di un settore importante che coinvolge un numero molto alto di persone, ma sempre con la massima attenzione alla salute e alla sicurezza di gestori, lavoratori e clienti, condizione per noi fondamentale”.

Le linee guida

Si comincia con l’ingresso dei clienti nei negozi che dovrà essere accompagnato da cartelli informativi ben visibili – nelle zone turistiche anche in inglese – con i comportamenti da tenere per garantire la sicurezza a cominciare dalla distanza di almeno un metro tra le persone. In ogni caso per evitare assembramenti, dove è opportuno e possibile vanno previsti percorsi differenziati di entrata e uscita dai locali, ingressi scaglionati che possono essere garantiti anche con l’estensione dell’orario di apertura, presenze contingentate in base alle dimensioni dell’esercizio (fino a, 40 mq una persona alla volta e al massimo due operatori). Possibile anche l’installazione di un sistema elimina code all’ingresso per evitare la formazione di file, ordini telefonici e acquisti online se compatibili con i prodotti in vendita, oltre alla massima attenzione al momento del pagamento con contanti o con il POS portatile che va disinfettato al termine di ogni operazione.
Anche gli ambienti comuni, così come quelli riservati ai dipendenti, devono essere puliti ed igienizzati – in base alle regole previste dalla Regione – almeno due volte giorno e ben areati.
Va garantita grande disponibilità e accessibilità a sistemi e dispenser per disinfettare le mani soprattutto vicino a tastiere, touch screen e alle casse che potranno essere corredate anche di opportune segnalazioni a terra e protezione, come ad esempio barriere in plexiglas, per garantire la distanza tra le persone. Il distanziamento interpersonale di almeno un metro va garantito anche durante gli acquisti con una corretta distribuzione dei prodotti in vendita oltre a spazi adeguati ad esempio tra gli scaffali.
Addetti e clienti, in caso non si possa mantenere la distanza di un metro, devono indossare le mascherine e usare guanti “usa e getta” in particolare se si acquistano alimenti e bevande.
I negozi di abbigliamento dovranno essere forniti di guanti monouso per i clienti per toccare gli articoli, pulire e disinfettare ogni giorno le cabine di prova.

Queste misure valgono anche per tutti gli esercizi collocati all’interno di Centri commerciali, in questo caso infrastrutture e spazi comuni vengono gestiti in modo unitario, in caso di servizi e attività come banche o servizi alle persone che attraggono molti clienti possono essere necessarie particolari misure.
Tra le misure specifiche, la gestione dei parcheggi all’aperto, interrati o multipiano, con segnalazione dei percorsi e dei varchi di ingresso e di uscita al centro. Il metro di distanza deve essere garantito anche su rampe e scale mobili così come negli ascensori. Unica deroga alla distanza vale per le persone che in base alle norme vigenti non sono tenute al distanziamento (stesso nucleo familiare etc.).
Stesse regole, ovviamente commisurate al numero di accessi, per quanto riguarda gli ingressi e le uscite che dovranno essere gestiti per garantire una distribuzione ottimale, con la definizione di percorsi interni attraverso segnaletica adesiva sui pavimenti e I’uso di mascherine da parte dei clienti.
Per quanto riguarda i servizi igienici – che dovranno essere puliti e disinfettati più volte al giorno – si dovrà fissare un numero massimo di presenze contemporanee.
Anche nel caso delle attività di commercio al dettaglio che si svolgono su aree pubbliche come mercati, fiere e mercatini degli hobbisti, valgono le indicazioni di carattere generale per garantire la sicurezza di operatori e clienti. I Comuni che ospitano le attività dovranno regolamentarne la gestione, in accordo con i titolari dei posteggi, individuando le misure più efficaci in base al contesto per assicurare il distanziamento ed evitare gli assembramenti anche con corsie a senso unico, l’impiego di segnaletica orizzontale o in prossimità dei banchetti fino all’ampliamento dell’area del mercato con un maggiore distanziamento dei posteggi.
A carico dei titolari le operazioni di pulizia quotidiana, prodotti igienizzanti per le mani in ogni banco, il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro dagli altri operatori anche nelle operazioni di carico e scarico, l’uso dei dispositivi di protezione personale.
In caso di vendita di abbigliamento vanno previsti guanti monouso per la clientela e per i capi usati è obbligatoria l’igienizzazione.
Queste stesse condizioni ed indicazioni vanno applicate anche nei casi di banchi singoli non inseriti in fiere o mercati e per il commercio itinerante su mezzi motorizzati.

Ristoranti, bar, pizzerie

No all’assembramento dei clienti all’ingresso dei locali, promuovendo l’utilizzo di sistemi di prenotazione telefonica e digitale. Installazione di dispenser con gel igienizzanti per la pulizia delle mani e di apposita cartellonistica sulle regole di comportamento da seguire, anche in lingua inglese. Distribuzione dei tavoli in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra le persone sedute, fatte salve le eccezioni alle regole sui distanziamenti previste dalle norme vigenti (stesso nucleo familiare, ecc.), dando la preferenza, se possibile, alla sistemazione all’aperto (dehors). E stop ai buffet a self-service.

Dopo stabilimenti balneari, alberghi e altre strutture ricettive, sono pronte le linee guida, omogenee su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, per contrastare la diffusione dell’epidemia da Covid-19 in vista della riapertura degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e delle attività di asporto e consumo sul posto (ristoranti, bar, pizzerie, piadinerie, paninoteche, chioschi, ecc.) fissata per lunedì prossimo 18 maggio, dopo oltre due mesi di lockdown.

Un protocollo di regole condivise, redatto dall’assessorato regionale al Turismo e commercio, in collaborazione con la Direzione generale cura e della persona, salute e welfare della Regione, le associazioni di categoria, i sindacati e i Comuni del territorio, nel pieno rispetto delle misure di sicurezza per prevenire il rischio di contagio sia nei confronti dei clienti, sia del personale delle strutture interessate, preservando al tempo stesso le caratteristiche di convivialità e di peculiarità dell’offerta enogastronomica ‘made in Emilia-Romagna’.

“Siamo tra le prime Regioni in Italia- dichiara l’assessore regionale al Turismo e Commercio, Andrea Corsini- ad avere definito in maniera completa ed organica, con un grande lavoro di squadra, l’insieme delle misure per consentire una ripartenza in sicurezza dell’attività di ristorazione e, più in generale, della vendita al pubblico di alimenti e bevande. Lo abbiamo fatto nella consapevolezza dell’importanza di definire indicazioni chiare e condivise per agevolare gli operatori e di un’adeguata informazione rivolta alla clientela. Solo così riusciremo a superare tutti insieme questo periodo particolarmente difficile e ad uscirne più forti e coesi di prima”.

Le regole generali

Il documento, tra le misure di carattere generale, insiste molto sulla responsabilizzazione dei clienti nell’assunzione di comportamenti rispettosi delle misure di sicurezza e prevenzione e nell’adozione da parte dei titolari degli esercizi di tutti i possibili strumenti di comunicazione rivolti alla clientela sulle regole di accesso e comportamento.

In particolare, gli esercenti sono tenuti ad informare gli avventori circa le disposizioni in vigore, affiggendo all’interno del locale cartelli esplicativi e mettendo a disposizione appositi depliant, in italiano e in inglese. Riguardo all’organizzazione degli spazi, per evitare gli assembramenti ed assicurare le misure di distanziamento interpersonale dei dipendenti e della clientela – almeno un metro tra una persona e l’altra – il protocollo suggerisce di privilegiare gli spazi all’aperto, sollecitando la concessione da parte dei Comuni di nuove occupazioni di suolo pubblico (dehors), compatibilmente con il contesto urbano.

Il personale dovrà esser dotato di specifici dispositivi di protezione individuale (Dpi), mascherine in primis, e adeguatamente informato/addestrato sul loro uso. È poi necessaria una costante igiene delle mani mediante appositi prodotti, mentre mascherine, guanti monouso e disinfettanti per superfici dovrebbero essere messi a disposizione, anche a pagamento, agli ospiti che ne facciano richiesta.

Invece non è obbligatoria la misurazione della temperatura corporea per l’ingresso nel locale di dipendenti, che sono comunque invitati ad astenersi dal lavoro in caso di sintomi sospetti e devono presentare certificato medico di avvenuta guarigione se reduci da infezione da coronavirus.

Le linee guida condivise regionali, che si rifanno al protocollo sottoscritto il 24 aprile scorso da Governo e parti sociali, dedicano poi una speciale attenzione alle attività di pulizia, disinfezione e sanificazione, che dovranno essere effettuate almeno due volte al giorno, con particolare riguardo a servizi igienici, maniglie di banchi ed armadi, frigoriferi e terminali Pos.

Dopo aver indicato le regole generali valide per tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, il protocollo passa poi ad illustrare le norme e i criteri che si applicano alle singole tipologie di imprese.

Ristorazione

Viene ribadito che all’ingresso del locale dovrà essere installata un’apposita cartellonistica, in italiano e inglese, per ricordare agli avventori le norme di comportamento da seguire. Per evitare assembramenti è prevista, se possibile, la separazione degli accessi in entrata e uscita, oltre al ricorso a sistemi di prenotazione telefonica e digitale con scaglionamento delle presenze. Assolutamente sconsigliato l’uso di appendiabiti in comune, il servizio guardaroba viene fornito solo se è possibile evitare il contatto tra gli abiti e gli altri oggetti personali dei diversi ospiti, ad esempio gli ombrelli.

Passando all’organizzazione degli spazi interni, i tavoli sono distribuiti in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra le persone sedute, fatta eccezione per gli ospiti che appartengono allo stesso nucleo famigliare o che alloggiano nella stessa camera, nel caso di un albergo, o comunque tutte le eccezioni previste dalle norme vigenti. La raccomandazione, comunque, è di privilegiare la sistemazione dei tavoli all’aperto, attraverso dehors o soluzioni simili, quando è possibile.

Il personale di sala dovrà ovviamente indossare le mascherine in tutti i casi ove non sia possibile mantenere il distanziamento di almeno un metro. Vietati buffet a self-service, mentre è consentito un servizio di selezione di cibi esposti distribuiti dal personale di sala. Si consiglia l’adozione di menu digitali su dispositivi dei clienti o, in alternativa, si procede alla igienizzazione dei menu dopo ogni uso. La biancheria da tavolo va sostituita ad ogni cambio di cliente, cosi come l’igienizzazione dei tavoli.

L’accesso ai servizi igienici dovrà avvenire evitando assembramenti e i bagni a disposizione dei clienti dovranno essere dotati di prodotti igienizzanti per la pulizia delle mani. Per saldare il conto è preferibile usare sistemi di pagamento digitali (carte di credito, bancomat, ecc.). In ogni caso davanti alla cassa potranno essere collocate barriere di protezione in plexiglass.

Bar

Le regole di accesso ai bar ricalcano quelle adottate per i ristoranti. Quindi ingressi contingentati, affissione cartelli informativi, forme di segnalamento a terra, presenza di dispenser con gel igienizzante. Il servizio al banco deve avvenire con il distanziamento interpersonale di almeno un metro. Tassativamente escluso il fai-da-te, i prodotti in vendita (paste, pizzette, cracker, ecc.) dovranno essere serviti dal personale, possibilmente con servizio ai tavoli. Anche qui distribuiti in modo da garantire la distanza di almeno un metro tra i frequentatori. I tavoli vanno puliti e disinfettati ad ogni cambio di cliente. Si incentivano il take away e la consegna a domicilio.
Per quanto riguarda servizi igienici e sistemi di pagamento, anche per i bar valgono le stesse regole dei ristoranti. Le procedure di sicurezza adottate nei locali interni vanno applicate anche per la gestione degli spazi esterni (dehors), con particolare attenzione per il corretto distanziamento tra i tavoli e la loro pulizia e disinfezione.

Asporto e consegna a domicilio

I cibi da asporto devono essere consegnati in contenitori idonei monouso accuratamente chiusi, sempre nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. Alla consegna del prodotto personale dell’esercizio e clienti sono tenuti ad indossare mascherina e guanti monouso.
Per le consegne a domicilio, su ordinazione telefonica oppure on line, gli addetti sono tenuti ad indossare mascherina protettiva e guanti monouso e all’atto della consegna devono rispettare la distanza di almeno un metro dal cliente. Favoriti i sistemi di pagamento elettronici all’atto dell’ordinazione. Se invece il pagamento viene effettuato in contanti o tramite Pos portatile, l’operatore provvede alla disinfezione delle mani e del Pos dopo ogni operazione.

Alberghi, campeggi, residence (Le linee guida)

Informazione capillare, responsabilizzazione degli ospiti e del personale, distanziamento interpersonale e pulizia rigorosa di tutti gli spazi. L’Emilia-Romagna è pronta a ripartire e, da lunedì 18 maggio, ad accogliere i turisti in sicurezza dopo il lockdown causato dall’emergenza coronavirus. Sono state condivise questa mattina, in un incontro tra Regione, associazioni di categoria, sindacati e rappresentanti degli enti locali, le linee guida per le strutture ricettive da Piacenza a Rimini. Due documenti – uno per alberghi e residenze turistico-alberghiere, l’altro per campeggi, villaggi turistici e marina resort – con tutte le indicazioni utili per assicurare agli ospiti e al personale che lavora nel settore, un soggiorno sereno e senza rischi.

“Un grande impegno per un lavoro di squadra inedito, svolto in collaborazione con l’assessorato alla salute e la Direzione cura della persona, salute e welfare della Regione Emilia-Romagna- spiega l’assessore regionale a Turismo e Commercio, Andrea Corsini- che permetterà a tutti di poter soggiornare in Emilia-Romagna con regole certe e con la consapevolezza che la proverbiale ospitalità della nostra terra, in questa anomala stagione estiva 2020, saprà coniugare professionalità a sicurezza e salute. Abbiamo voluto questi tavoli di confronto, unici in Italia, con tutti gli attori del settore proprio per mettere a punto un sistema di garanzia contro il rischio Covid e poter ripartire con un’industria turistica che non ha eguali”.

In particolare, sono l’informazione e la responsabilizzazione le azioni comuni che unificano l’accoglienza in tutte le tipologie di strutture ricettive. A partire dall’arrivo dove gli ospiti dovranno trovare depliants informativi o cartelloni con le indicazioni, in italiano e in inglese, del giusto comportamento da tenere per contenere il virus: dalle raccomandazioni sul mantenimento della distanza sociale e sul lavaggio frequente della mani, agli obblighi di restare al proprio domicilio in presenza di febbre (oltre 37.5°) o se si è stati a contatto con persone positive al Covid-19 nei 14 giorni precedenti all’arrivo, alla consapevolezza e l’accettazione di non poter restare nella struttura in caso di sintomi di influenza, insorgenza di febbre…, che vanno dichiarati tempestivamente, così come se si sta soggiornando con una persona che presenta sintomi di contagio.

Le linee guida

Per quanto riguarda il distanziamento interpersonale di almeno un metro, va sempre garantito in tutte le fasi, dal check-in al check-out prevendendo anche modalità di prenotazione e pagamento online l’invio telematico delle informazioni necessarie per la registrazione prima dell’arrivo, l’indicazione in caso di registrazioni plurime di un capo-gruppo che tiene i contatti con la reception e, dove possibile, l’attivazione di sistemi di virtual concierge, l’installazione di eventuali modalità di chiusura come la “reception glass”. Il tutto sempre per evitare code e assembramenti di ogni tipo, con la raccomandazione, quando sia difficile mantenere la distanza consigliata, di dotarsi di mascherine, guanti, schermature e ogni altra attrezzatura idonea allo scopo. Distanziamento che vale, ovviamente, anche per il personale della reception (previste anche schermature laterali tra le persone) e per tutti i lavoratori della struttura.

La capienza degli ascensori negli alberghi deve essere tale da consentire il rispetto della distanza interpersonale che può essere derogata in caso di persone che facciano parte dello stesso nucleo familiare o che condividano la camera.

E il mantenimento della distanza deve accompagnare gli ospiti in ogni momento del soggiorno, dalla consumazione dei pasti alla pulizia delle stanze – con facoltà di chiedere che il personale addetto alle pulizie non faccia ingresso in camera.

Per questo sono vietati happy hours, degustazioni, buffet e le consumazioni vanno fatte ai tavoli con menu preferibilmente digitali e su dispositivo del cliente o, in caso di menu cartacei, disinfettati dopo ogni uso.

Vietati gli intrattenimenti danzanti e gli eventi musicali di qualsiasi genere, con la sola eccezione di quelli esclusivamente di “ascolto” con postazioni sedute che garantiscano il distanziamento interpersonale, mentre per l’animazione dei bambini ci si dovrà rifare al protocollo regionale per i Centri estivi.

Sì agli sport individuali praticati sempre nel rispetto delle misure di distanziamento interpersonale, mentre per gli sport a coppie o in squadre valgono le indicazioni fornite dal ministero dello Sport e dalle federazioni per la pratica sportiva. Per quanto riguarda le piscine e aree benessere bisogna far riferimento alle norme di sicurezza che saranno indicate per la riapertura di queste attività, altrimenti occorrerà inibirne l’accesso e l’utilizzo. Mentre per l’utilizzo delle spiagge private valgono le linee guida apposite per gli stabilimenti balneari. Pulizia e disinfezione costituiscono un capitolo importante del protocollo a partire dagli spazi comuni dove devono essere messi a disposizione degli ospiti distributori di gel con una concentrazione di alcol al 60-85% per le mani, alle indicazioni puntuali per il personale che dovranno occuparsi dell’igiene di tutti gli oggetti toccati dai clienti e da loro stessi nel corso della giornata di lavoro.
Mascherine, guanti monouso e disinfettante per superfici dovrebbero essere disponibili, anche a pagamento, degli ospiti che ne facciano richiesta.

Per quanto invece riguarda meeting, conferenze e riunioni, in attesa di apposita disciplina, nel protocollo per le strutture alberghiere vengono fornite indicazioni sull’accoglienza dei partecipanti, la loro registrazione, l’assegnazione di posti e le modalità di intervento per oratori e moderatori.

Protocollo aree destinate a conferenze e meeting

Per quanto riguarda conferenze, meeting e riunioni, occorrerà attenersi alla specifica disciplina in materia di misure anticovid che sarà emanata per il riavvio di tali tipologie di attività e agli eventuali contingentamenti o indici di affollamento in base alla capienza della sala eventualmente disposti per evitare assembramenti e minimizzare il rischio di contagio, oltre alle opportune misure per assicurare il distanziamento ed evitare assembramenti. Detto questo il protocollo per le strutture alberghiere fornisce alcune prime indicazioni.

Innanzitutto, all’interno delle aree destinate a riunioni, conferenze e meeting, come negli altri ambienti comuni, è sempre obbligatorio rispettare la distanza interpersonale (almeno un metro tra una persona ed un’altra o la distanza più ampia definita dalle specifiche disposizioni); la distanza interpersonale dovrà essere rispettata anche durante l’accesso e il deflusso. Da valutare la possibilità di accessi differenziati per entrata ed uscita e l’opportunità di ingressi contingentati e/o scaglionati in relazione al numero di partecipanti; per agevolare il rispetto della distanza, si suggerisce di affiggere dei cartelli informativi e/o di delimitare gli spazi (ad esempio, con adesivi da attaccare sul pavimento, paline, nastri segna percorso, etc.); si promuove la registrazione online dei partecipanti, per evitare assembramenti o il formarsi di code in fase di registrazione; ad ogni partecipante sarà assegnato un posto fisso numerato, da utilizzare per tutta la durata dell’evento; occorre evitare l’uso di appendiabiti comuni. Il servizio guardaroba viene fornito solo se è possibile evitare il contatto tra gli oggetti dei diversi ospiti (ad esempio, mantenendo adeguate distanze o utilizzando copri abito monouso e buste portaombrelli monouso); anche se è probabile che il personale e gli ospiti abbiano già familiarità con le misure di prevenzione igienico sanitaria, è opportuno rammentarne i contenuti, affiggendo l’apposito cartello all’interno delle sale. Occorre mettere a disposizione del personale e degli ospiti gel alcolico con concentrazione di alcol tra 60- 85% per l’igiene delle mani; il podio sarà posizionato una distanza di almeno due metri da qualsiasi altra persona sul palco e dalla prima fila, in modo da permettere di effettuare la presentazione senza mascherina; i moderatori seduti al tavolo dovranno mantenere la distanza minima di un metro tra uno e l’altro, per poter permettere loro di intervenire senza indossare la mascherina; si raccomanda di evitare l’uso promiscuo di microfoni mobili, mouse, tastiere, schermi touch, telecomandi … e dove questo non sia possibile, è necessaria la pulizia con disinfettante tra un uso e l’altro; gli ambienti dovranno essere arieggiati durante gli intervalli tra le sessioni di lavoro e igienizzati dopo ogni evento.

E in caso di ospite con sospetto Covid i protocolli forniscono indicazioni precise per la segnalazione alle autorità sanitarie, che deve essere tempestiva, e al trattamento della persona in attesa del parere sanitario e degli eventuali co-soggiornanti, fino alla disinfezione della stanza e allo smaltimento dei rifiuti in sicurezza

Protocollo di trattamento ospite con sospetto Covid-19

I due protocolli per le strutture ricettive forniscono indicazioni precise anche in caso di ospite con sospetto Covid. Dopo la comunicazione alla direzione da parte del diretto interessato (da rendere telefonicamente o telematicamente) i responsabili della struttura devono informare tempestivamente l’autorità sanitaria o in caso di criticità respiratorie il 118 e collaborare con le autorità alla ricostruzione dei contatti stretti. In attesa del parere sanitario dovranno fare indossare al cliente una mascherina chirurgica, ridurre al minimo i contatti con le altre persone, indirizzarlo alla propria stanza o a un ambiente isolato con la porta chiusa, garantendo un’adeguata ventilazione naturale, prevedere il servizio di consegna pasti o bevande davanti alla porta di ingresso della stanza o unità abitativa e il trattamento dei rifiuti tra i materiali infetti. In caso di eventuali necessità improrogabili che comportino l’ingresso di personale nella stanza o unità abitativa, queste dovranno essere svolte da persone in buona salute, che utilizzino gli opportuni dispositivi di protezione individuale e che dovranno lavarsi accuratamente le mani dopo il contatto con la persona. Presso le reception dovrebbero essere disponibili un kit da utilizzare per coloro che presentano sintomi da Covid-19 o per coloro che si prendono cura di una persona affetta, composta da mascherine chirurgiche per il malato e di tipo FFP2 per chi presta assistenza; protezione facciale; guanti (usa e getta); grembiule protettivo (usa e getta); tuta a maniche lunghe a tutta lunghezza; disinfettante / salviette germicide per la pulizia delle superfici e dei tessuti; sacchetto monouso per rifiuti a rischio biologico. Istruzioni anche per la pulizia e la sanificazione della stanza con un protocollo predisposto dal Servizio regionale Prevenzione collettiva e Sanità pubblica e della eventuale biancheria utilizzata che dovrà essere sottoposta a un ciclo di lavaggio con acqua calda a 90° C e detergente oppure con candeggina o prodotti a base di ipoclorito di sodio. Se la persona che presenta i sintomi è invece un dipendente o un collaboratore, al momento in servizio, dovrà interrompere immediatamente l’attività lavorativa comunicandolo alla direzione aziendale. Il dipendente è tenuto a rientrare al proprio domicilio adottando le necessarie precauzioni e prendere contatto con il proprio medico di medicina generale; la direzione aziendale provvede tempestivamente ad informare il medico competente. Qualora il dipendente sia domiciliato presso la struttura ricettiva, al fine di ridurre al minimo il rischio di contagio, nell’attesa dell’arrivo dei sanitari, dovranno essere adottate le misure indicate in riferimento agli ospiti. È consigliabile pertanto che i dipendenti domiciliati presso la struttura ricettiva siano alloggiati in camere singole poiché se uno di loro si ammala di Covid tutti coloro che hanno dormito nella stessa stanza dovranno essere posti in isolamento domiciliare e allontanati dal lavoro. Se un dipendente o un collaboratore comunica da casa di avere dei sintomi, o sospetta infezione da Coronavirus, dovrà rimanere a casa e cercare subito assistenza medica. In caso di diagnosi di Covid- 19 il lavoratore seguirà le istruzioni ricevute dal personale medico, incluso l’isolamento in casa fino a guarigione virologica accertata.