“Dopo anni in cui si era percepito un allontanamento dei cittadini dalle istituzioni, abbiamo assistito, nelle fasi drammatiche della pandemia, a un ritorno delle istituzioni quali riferimenti dei cittadini. Non disperdiamo il patrimonio di valori, maturità, civiltà, riposto nella nostra Repubblica, nella nostra Costituzione e consolidato da noi in tempi così difficili. Quel patrimonio serve soprattutto adesso, va investito ora, perché il tempo presente è – come lo fu il secondo Dopoguerra – quello della ricostruzione: è il tempo di un Patto ricostruttivo per la comunità e non può che fondarsi su quello stesso spirito di comunità che ha tenuto insieme Reggio Emilia e tutta la comunità nazionale”.
Lo ha detto stamani il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, intervenendo alla Celebrazione del 74° anniversario della Repubblica, in piazza della Vittoria.
“Oggi la bellezza convive con il dolore. La bellezza di poter celebrare insieme la Festa della nostra Repubblica – ha proseguito il sindaco – si associa al doloroso e commosso ricordo dei nostri concittadini, poco meno di 600, che hanno perso la vita nella pandemia; la nostra vicinanza e cordoglio vanno alle loro famiglie. Eppure il binomio bellezza-dolore non stona, perché Repubblica significa Costituzione e Costituzione significa unità e comunità, capacità di affrontare insieme le prove e di trovare insieme le vie d’uscita. E questo è accaduto, ed accade ancora oggi, in questa dura esperienza.
“La pandemia ci ha messo di fronte a nuove prospettive, nuove e urgenti necessità di adattamento e nello stesso tempo ci ha riportato all’attenzione valori, modi di essere, dignità e necessità di cura che appartengono a coloro che vivono in una comunità nazionale basata sulla Repubblica e sulla Costituzione – ha aggiunto il sindaco – Penso alle fragilità, alle marginalità vecchie e nuove, che si sono poste ai nostri occhi e alle nostre coscienze: le abbiamo viste molto chiaramente, anche perché nella drammaticità della situazione abbiamo avuto il tempo, siamo stati in qualche modo ‘costretti’ a rallentare, a fermarci, a riflettere e guardarci intorno più di quanto prima facessimo.
“Nuova consapevolezza ha ottenuto per noi il valore inestimabile della libertà, certo fortemente limitata e proprio per questo ancora più apprezzata e amata; però una libertà non solitaria, ma saldamente legata alla responsabilità. Il senso di responsabilità, di autodisciplina personale e collettiva, sono stati determinanti per contenere il virus pandemico nei mesi trascorsi e lo saranno in quelli che verranno. Il senso delle regole – ha concluso il sindaco – ha consentito di affrontare i momenti più duri e drammatici. La nostra comunità ne ha dato prova ed è chiamata a proseguire su questa strada. Un approccio responsabile e coeso, oltre alla salute, tutela la libertà, che è il primo elemento dell’essere non sudditi ma cittadini liberi della Repubblica”.
Il discorso della vicepresidente della Provincia Ilenia Malavasi. Anche la Provincia di Reggio Emilia ha partecipato questa mattina in piazza della Vittoria alle celebrazioni della Festa della Repubblica, svoltesi in ottemperanza delle norme in vigore per il contrasto del diffondersi del virus Covid-19. Il saluto del presidente Giorgio Zanni è stato portato dalla vicepresidente della Provincia Ilenia Malavasi, che “con orgoglio di donna delle istituzioni” ha celebrato “questa festa e questa bellissima parola, Repubblica, che come ci ha ricordato la presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia, costituisce l’alfa e l’omega della nostra Costituzione, un termine carico di storia che racchiude in sé tutto l’ordinamento istituzionale, nei suoi diversi livelli”.
“In questo tempo in cui sembra andare smarrita la memoria del nostro passato, in cui si riaffacciano, senza vergogna e in maniera inquietante, xenofobia e razzismo, in cui la politica spesso soffia sulla divisione sociale e sulle differenze per alimentare un clima di odio e contrapposizione, come se non ci fosse diritto alla differenza e alla diversità – ha tra l’altro detto la vicepresidente Malavasi – è fondamentale richiamarci ai valori comuni e ad una storia che lega in modo inscindibile 25 Aprile e 2 Giugno, date dalle quali partì la nostra faticosa, ma feconda, ricostruzione, perché da questi valori e da questa storia tutti noi, in particolare le giovani generazioni, possiamo trarre motivo di consapevolezza e di fiducia. Perché per affrontare anche i problemi dell’oggi, in un’Italia che deve avere il coraggio di ripartire, bisogna valorizzare quella esperienza che ha portato, in questi 74 anni, il nostro Paese ad essere un paese europeo, con una forte identità nazionale unitaria”.
Ecco, dunque, che “celebrare la Festa della Repubblica significa rafforzare le basi e le motivazioni del nostro agire individuale e collettivo, superare le incertezze e le difficoltà che oggi preoccupano i cittadini e, in un clima di responsabilità e collaborazione, lavorare insieme per far ripartire il Paese”. Ripartire, ha proseguito la vicepresidente Malavasi, “facendo tesoro di quanto abbiamo appreso in questo tempo di libertà sospese e di tempi rallentati, con la consapevolezza che abbiamo bisogno di riforme per aiutare le aziende, per ridare lavoro, per ripensare i servizi, per rilanciare la scuola: ripartire da qui, da questa Festa e dai valori che ci ricorda, per dimostrare con le nostre azioni quotidiane che, come fecero i costituenti, sapremo ripartire con fiducia, ricostruendo il nostro Paese, con prudenza e responsabilità, con onestà e lealtà verso la nostra Repubblica, basandoci sull’uguaglianza, sulla giustizia, sulla legalità, sui diritti e sui doveri, sulla libertà e sulla democrazia”.
“In questi mesi abbiamo assistito a una generosità straordinaria per supportare innanzitutto la sanità reggiana, che ha saputo riorganizzarsi con professionalità, competenza e impegno per garantire a tutti noi il diritto alla salute – ha concluso la vicepresidente della Provincia – Abbiamo riscoperto l’orgoglio di essere una comunità solidale, paziente, rispettosa delle regole, resiliente, un patrimonio prezioso che oggi non possiamo disperdere. Non è il tempo di dividerci, ma di rimanere uniti, con coraggio e una buona dose di prudenza. Il Paese chiede risposte e dobbiamo essere tempestivi e lungimiranti per essere all’altezza del dolore, della speranza e del bisogno di fiducia che ha il nostro Paese, dobbiamo sentirci responsabili l’un l’altro, una generazione con l’altra, un territorio con l’altro, perché adesso dobbiamo condividere un unico destino, quello della rinascita: tutti insieme, dalla stessa parte, quella della nostra comunità”.
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