In Emilia-Romagna nel triennio tra il 2018 e il 2020 sono stati 2.718 i pazienti trattati con farmaci a base di cannabinoidi (907 pazienti hanno ricevuto una sola prescrizione), 65 per cento donne e 35 per cento uomini; le persone in terapia hanno un’età media di 58 anni. Il 71 per cento delle prescrizioni riguarda il trattamento del dolore neuropatico cronico di intensità elevata, con paziente resistente a trattamenti convenzionali, mentre il 14 per cento delle prescrizioni riguarda la riduzione del dolore in pazienti affetti da sclerosi multipla, associato a spasticità; anche in questo caso si parla di soggetti resistenti alle terapie convenzionali. Delle 17.929 prescrizioni totali del triennio l’85 per cento è stato sovvenzionato dal sistema sanitario regionale, per un costo di 1.682.226 euro. In Emilia-Romagna le farmacie convenzionale sono 43. Il consumo in regione corrisponde a circa il 18 per cento sul totale del dato nazionale (circa 150 chilogrammi all’anno). La sorveglianza delle reazioni avverse alla cannabis è gestita direttamente dall’Istituto superiore di sanità, che elabora un report con cadenza semestrale: nel triennio in questione sono state 106 le segnalazioni, relativamente a persone con età media di 60 anni, principalmente donne, riferite a casi di sintomi psichiatrici (disforia, crisi di panico, allucinazioni visive, stordimento, depressione e confusione mentale), casi di sintomi dermatologici allergici (dermatite, prurito, rossore e gonfiori), sintomi gastrointestinali (vomito, gastroenterite e dissenteria) e anche casi di inefficacia delle cure (ci sono stati anche alcuni casi in cui è stato necessario ricorrere all’ospedalizzazione).
Questi i punti salienti della relazione sulla clausola valutativa riguardante la norma regionale che dispone l’erogazione di farmaci a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche nell’ambito del servizio sanitario regionale, per il triennio 2018-2020, illustrata in commissione Politiche per la salute e politiche sociali .
Per Emilia-Romagna Coraggiosa il tema è importante, dato che si tratta di “uno strumento per affrontare le malattie del dolore”. È poi stato affrontato il referendum sulla liberalizzazione della cannabis: “Il paese sta chiedendo un intervento più incisivo su questo tema e in particolare lo stanno chiedendo i giovani, anche per togliere ossigeno alle mafie”.
Da Europa verde si è parlato delle difficoltà che hanno i malati ad accedere a queste medicine sul mercato legale: “Occorre contrastare il mercato illegale, aumentare le produzioni lecite e coinvolgere, per le prescrizioni, anche i medici di medicina generale”.
Da Fratelli d’Italia perplessità sui due interventi precedenti, per l’apertura rispetto alla prescrittibilità di questi farmaci: “Servirebbe invece più cautela”. Critico poi il partito di destra sul referendum per la liberalizzazione della cannabis: “No all’uso ricreativo”.
Dal Partito democratico l’auspicio di un referendum che non depotenzi il tema dell’importanza clinica dei cannabinoidi: “Ok al referendum, ma le due questioni non vanno associate, in quanto le persone malate vanno tutelate”. Dal Pd è stata espressa l’intenzione di un intervento migliorativo sulla legge regionale in questione.
Dai Cinquestelle è giunta condivisione rispetto agli interventi di Pd e ER Coraggiosa. I pentastellati hanno chiesto anche delucidazioni sui dati relativi ai fabbisogni della regione, anche rispetto alle comunicazioni al Ministero.
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Caro Nicola, anche se il tema è molto delicato (anzi, proprio perché è delicato) non sarei così tranchant, come molti fautori pro-life e organizzazioni affini sono […]