Referendum flop, affluenza sotto il 30%. Anche l’Emilia boccia Cgil e Pd

Conte Schlein Landini

Alle ore 15 di lunedì 9 giugno si sono chiusi i seggi della consultazione referendaria su diritti dei lavoratori (quattro quesiti) e cittadinanza (un quesito): nessuno dei cinque quesiti ha raggiunto il quorum di votanti richiesto affinché i risultati fossero ritenuti validi, fissato dalla legge al 50% più uno degli aventi diritto.

Stando così le cose, si configura una sconfitta netta per l’asse dei principali promotori del referendum: il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini e la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

All’ultima rilevazione, quella delle ore 15 di lunedì, l’affluenza definitiva si è assestata appena sotto il 30% a livello nazionale. Entrando più nel dettaglio, l’Emilia-Romagna è risultata essere la seconda regione d’Italia per affluenza (appena sopra il 38%, poco meno di otto punti percentuali in più rispetto alla media nazionale), sorpassata solo dalla Toscana (poco sopra il 39%).

Restando in Emilia-Romagna, e analizzando zona per zona, c’è stata un’affluenza al di sopra della media regionale nel territorio della città metropolitana di Bologna (44,63%), in provincia di Reggio (42,13%) e in provincia di Modena (39,37%); sotto la media, invece, in tutte le altre province – con il caso limite della provincia di Piacenza, dove il dato dell’affluenza è stato addirittura inferiore alla media nazionale.

A trainare l’affluenza sono state soprattutto le grandi città: a Bologna ha votato il 47,7%, a Modena il 43,9%, a Reggio il 43,1%. Sul podio dei Comuni emiliano-romagnoli con la maggiore affluenza svettano su tutti però Fabbrico, in provincia di Reggio (52,86%), e Anzola nell’Emilia, nel Bolognese (50,16%).



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