Dal 24 ottobre ai Chiostri di San Pietro a Reggio il “Ritratto di giovane donna” del Correggio

Ritratto di giovane donna – Correggio

Dal 24 ottobre di quest’anno e fino all’8 marzo del 2020 i Chiostri benedettini di San Pietro a Reggio accoglieranno uno dei capolavori del Rinascimento, il “Ritratto di giovane donna” di Antonio Allegri, detto “il Correggio”.

La straordinaria opera giungerà in prestito per cinque mesi dal museo Ermitage di San Pietroburgo, in Russia, una delle terre d’elezione dell’artista reggiano: il dipinto tornerà a Reggio a cinque secoli di distanza dalla sua esecuzione, avvenuta attorno al 1520, grazie a un accordo firmato dalla città reggiana e dalla Fondazione Palazzo Magnani con l’istituzione russa.

Il “Ritratto di giovane donna” del Correggio (1489-1534) è senza dubbio il più importante ritratto eseguito dal pittore. Ancora oggi nulla si sa della committenza e delle successive vicende collezionistiche del quadro: la sua prima apparizione moderna è nella raccolta del principe Jusupov, nella Russia dei primi anni del Novecento; per il presidente della Fondazione Palazzo Magnani Davide Zanichelli “è uno dei grandi capolavori della ritrattistica rinascimentale, equiparabile ai grandi ritratti di Leonardo e Raffaello”.

Circa un secolo fa gli studiosi si accorsero di uno degli aspetti più singolari del dipinto, ovvero la scritta che corre lungo il bordo della tazza d’oro nelle mani della ragazza: una citazione dell’Odissea di Omero che testimonia quanto il committente appartenesse a un contesto culturale di alto livello, appassionato in particolare della letteratura classica.

L’appartenenza della giovane donna a un rango elevato è dimostrata, inoltre, dalla composta eleganza degli abiti, dalla sobria presenza di gioielli, dall’elaborata decorazione dell’acconciatura: si tratta di forme tipiche della moda femminile dei primi del Cinquecento, anche se trattate con grande originalità.

L’esposizione del dipinto a Reggio consentirà di riprendere lo stato dell’arte sui molti aspetti ancora incerti che caratterizzano l’opera: il nome della persona ritratta, l’interpretazione dei segni e dei simboli che la ornano, le finalità per cui fu dipinta. I tentativi di individuare la donna sono iniziati presto: vi si cimentò per primo Roberto Longhi, uno dei più importanti storici dell’arte italiani, che volle vedere nella dama del Correggio la poetessa Veronica Gambara; altri studiosi, anche di recente, hanno invece proposto strade diverse per identificare la gentildonna.