Mario Draghi al Quirinale a colloquio con Mattarella. Primo effetto sui mercati: Borsa in rialzo, spread giù

Sergio Mattarella Mario Draghi Quirinale

Mercoledì 3 febbraio

A mezzogiorno di mercoledì 3 febbraio l’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi è arrivato al Quirinale. Dopo che nei giorni scorsi l’ipotesi di un Conte-ter è naufragata tra veti incrociati e diktat, il presidente della Repubblica ha convocato Draghi al Colle per affidargli il difficile compito di dare vita a un nuovo esecutivo “di alto profilo” chiamato a sfide impegnative: contrastare la pandemia di nuovo coronavirus, gestire l’avanzamento della campagna vaccinale, fronteggiare la crisi sociale ed economica e gestire gli oltre 200 miliardi di euro del Recovery Plan.

Un’opzione che, se non i partiti rappresentati in Parlamento, ancora alle prese con considerazioni e tatticismi, ha almeno avuto l’effetto di convincere i mercati: la Borsa di Milano ha aperto la giornata in forte rialzo sull’onda della notizia e lo spread tra Btp e Bund ha fatto registrare un calo, con il differenziale tra il titolo decennale italiano e quello tedesco sceso rispetto ai 116 punti della chiusura di ieri.

Martedì 2 febbraio

Constatato il fallimento del mandato esplorativo affidato al presidente della Camera Roberto Fico, che non ha trovato una maggioranza politica in Parlamento, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deciso: niente governo Conte-ter e nemmeno nuove elezioni, ma un governo di unità nazionale che potrebbe essere affidato all’ex presidente della Banca centrale europea Mario Draghi, che è stato convocato al Quirinale per la giornata di mercoledì 3 febbraio.

Il capo dello Stato ha motivato così la sua scelta: “Dalle consultazioni al Quirinale era emersa, come unica possibilità di governo a base politica, quella della maggioranza che sosteneva il governo precedente. La verifica della sua concreta realizzazione ha dato esito negativo”, ha annunciato Mattarella.

“Vi sono adesso due strade, fra loro alternative: dare, immediatamente, vita a un nuovo governo, adeguato a fronteggiare le gravi emergenze presenti: sanitaria, sociale, economica, finanziaria. Ovvero quella di immediate elezioni anticipate. Questa seconda strada va attentamente considerata, perché le elezioni rappresentano un esercizio di democrazia”.

Di fronte a questa seconda ipotesi, ha detto il presidente della Repubblica, “ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze che oggi devono far riflettere sulla opportunità di questa soluzione. Ho il dovere di sottolineare come il lungo periodo di campagna elettorale – e la conseguente riduzione dell’attività di governo – coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia”.

Sotto il profilo sanitario, ha ricordato Mattarella, “i prossimi mesi saranno quelli in cui si può sconfiggere il virus oppure rischiare di esserne travolti. Questo richiede un governo nella pienezza delle sue funzioni per adottare i provvedimenti via via necessari e non un governo con attività ridotta al minimo, come è inevitabile in campagna elettorale. Lo stesso vale per lo sviluppo decisivo della campagna di vaccinazione, da condurre in stretto coordinamento tra lo Stato e le Regioni”.

Sul versante sociale, ha inoltre sottolineato il capo dello Stato, a fine marzo verrà meno il blocco dei licenziamenti “e questa scadenza richiede decisioni e provvedimenti di tutela sociale adeguati e tempestivi, molto difficili da assumere da parte di un governo senza pienezza di funzioni, in piena campagna elettorale”; entro il mese di aprile, poi, dovrà essere presentato alla Commissione Europea il piano per il Recovery Fund “ed è fortemente auspicabile che questo avvenga prima di quella data di scadenza, perché quegli indispensabili finanziamenti vengano impegnati presto. E prima si presenta il piano, più tempo si ha per il confronto con la Commissione”, che ha due mesi di tempo per discutere il piano con il governo italiano; servirà poi un altro mese al Consiglio Europeo per approvarlo.

“Un governo ad attività ridotta non sarebbe in grado di farlo”, ha detto Mattarella: “Per qualche aspetto neppure potrebbe. E non possiamo permetterci di mancare questa occasione fondamentale per il nostro futuro. Va ricordato che dal giorno in cui si sciolgono le Camere a quello delle elezioni sono necessari almeno sessanta giorni. Successivamente ne occorrono poco meno di venti per proclamare gli eletti e riunire le nuove Camere. Queste devono, nei giorni successivi, nominare i propri organi di presidenza. Occorre quindi formare il governo e questo, per operare a pieno ritmo, deve ottenere la fiducia di entrambe le Camere. Deve inoltre organizzare i propri uffici di collaborazione nei vari ministeri. Dallo scioglimento delle Camere del 2013 sono trascorsi quattro mesi. Nel 2018 sono trascorsi cinque mesi”, ha ricordato il presidente della Repubblica.

“Si tratterebbe di tenere il nostro Paese con un governo senza pienezza di funzioni per mesi cruciali, decisivi per la lotta alla pandemia, per utilizzare i finanziamenti europei e per far fronte ai gravi problemi sociali. Tutte queste preoccupazioni sono ben presenti ai nostri concittadini, che chiedono risposte concrete e rapide ai loro problemi quotidiani. Credo che sia giusto aggiungere un’ulteriore considerazione: ci troviamo nel pieno della pandemia. Il contagio del virus è diffuso e allarmante; e se ne temono nuove ondate nelle sue varianti”.

“Va ricordato che le elezioni non consistono soltanto nel giorno in cui ci si reca a votare ma includono molte e complesse attività precedenti per formare e presentare le candidature. Inoltre la successiva campagna elettorale richiede, inevitabilmente, tanti incontri affollati, assemblee, comizi: nel ritmo frenetico elettorale è pressoché impossibile che si svolgano con i necessari distanziamenti”.

In altri Paesi in cui si è votato (obbligatoriamente, perché erano scadute le legislature dei parlamenti o i mandati dei presidenti), ha ricordato il capo dello Stato, “si è verificato un grave aumento dei contagi. Questo fa riflettere, pensando alle tante vittime che purtroppo continuiamo ogni giorno, anche oggi, a registrare. Avverto, pertanto, il dovere di rivolgere un appello a tutte le forze politiche presenti in Parlamento perché conferiscano la fiducia a un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Conto, quindi, di conferire al più presto un incarico per formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili che ho ricordato”.



C'è 1 Commento

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  1. paolo

    Teatrino trito è ritrito con tanto di largo consenso e lauto compenso per i parlamentari… Renzi utilizzato per fare ciò che era già stato programmato …ad affievolimento pandemia sarà tutto più chiaro.


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