Crisi Covid? Per fortuna c’è Montipò

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Nella crisi generale ci piace evidenziare un’azienda reggiana che continua a dare risultati importanti e grandi soddisfazioni agli investitori. Interpump ha sovraperformato il mercato e dai minimi di marzo ora ha raggiunto i 35 euro collocandosi ai massimi della sua storia dal momento della quotazione.


Il risultato borsistico è frutto degli ottimi risultati ottenuti dalla gestione operativa dell’azienda. Ecco i dati dei primi nove mesi dell’anno raffrontati con lo stesso periodo del 2019:

  • fatturato 954 milioni di euro (-7%) (di cui 84% esportato)
  • Ebitda 215 milioni (-10.7%)
  • utile netto 103 milioni ( -23%)
  • eccezionale il free cash flow di 140 milioni (+95%), che fornisce un’immagine eccezionale di solidità e di continuità per il futuro.

Dati eccezionali, considerata la crisi generale causata dalla pandemia. L’azienda continua a macinare utili notevoli considerato che i risultati del 2019 erano ottimi e si attestavano su veri e propri record. Inoltre questi numeri evidenziano due fatti estremamente importanti: la capacità di reagire velocemente a fattori avversi del tutto imprevisti e la collocazione dell’azienda in settori resilienti alle crisi.

La quotazione borsistica riflette i dati reali. Complimenti dunque a Montipò e a tutti i dipendenti di Interpump, che continuano a dimostrare le capacità di lavoro delle nostre terre.

Ma non dimentichiamo le aziende del distretto. Complimenti anche a tutte quelle aziende del distretto che hanno continuato a collaborare con Interpump anche in situazioni complicatissime. Questi risultati, è importante ricordarlo, sono frutto anche del sistema dei fornitori che ruotano intorno alle imprese principali e che costituiscono la forza dell’Emilia e del sistema Italia. Nei prossimi mesi saranno soprattutto le aziende subfornitrici a subire la crisi: in loro aiuto, in particolare dal punto di vista dell’accesso al credito, devono intervenire Unione europea, Governo e Regione.

I risultati di Interpump sono ottimistici, ma non dobbiamo dimenticare che sono frutto di un intero sistema. Dalla crisi si devono salvare tutte le aziende efficienti, altrimenti sarà impossibile replicare in futuro il modello che ha reso l’Emilia ricca e l’occupazione elevata.