Covid. In Italia indice RT ancora sotto la soglia epidemica, in netto calo l’incidenza dei contagi

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La prima riunione di maggio della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, non è stata avara di notizie confortanti sul fronte pandemico.

Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è rimasto sostanzialmente stabile, risalendo leggermente da 0,93 a 0,96 (range 0,85 – 1,07) e rimanendo in ogni caso al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).

In leggera discesa, invece, l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore è diminuito da 0,93 a 0,91, rimanendo dunque anch’esso al di sotto della soglia epidemica.

In calo anche l’incidenza settimanale dei contagi, dopo quattro settimane di discesa e una di risalita: negli ultimi sette giorni presi in considerazione l’indicatore ha fatto registrare una netta discesa passando da 699 a 559 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane comunque per la ventisettesima settimana consecutiva molto al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).

Positivi anche i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è sceso dal 3,8% del 28 aprile al 3,7% del 5 maggio; nello stesso intervallo di tempo è diminuito anche il tasso di occupazione di posti letto in area medica, calato dal 15,6% del 28 aprile al 14,5% attuale.

Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultima rilevazione nessuna regione o provinca autonoma è al momento considerata “a rischio alto”; tre tra regioni e province autonome sono valutate “a rischio moderato” (nessuna di queste però è ritenuta al momento ad alta probabilità di progressione verso uno scenario peggiore); le restanti regioni e province autonome, invece, sono classificate “a rischio basso”. Sono scese da 19 a 9 le regioni e le province autonome che hanno riportato almeno una singola allerta di resilienza, una sola invece ha riportato molteplici allerte.

È rimasta stabile (al 12%) la percentuale dei nuovi casi di positività rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, mentre è leggermente aumentata (dal 40% al 42%) la quota di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi; in leggero ribasso, invece, la percentuale (dal 47% al 46%) dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.