Covid Italia: RT resta sotto la soglia epidemica

operatrici sanitarie Covid flebo

La seconda riunione di maggio della cabina di regia tra Ministero della salute, Istituto superiore di sanità e Regioni/Province autonome, convocata come di consueto per fare il punto della situazione sullo stato dell’epidemia di nuovo coronavirus in Italia, ha confermato le buone notizie già emerse la settimana precedente sul fronte pandemico.

Secondo i calcoli del ministero e della Protezione civile, il valore dell’indice di trasmissibilità medio dell’infezione da virus Sars-Cov-2 – calcolato sui casi sintomatici – è rimasto stabile a quota 0,96 (range 0,89 – 1,01), rimanendo dunque al di sotto della cosiddetta “soglia epidemica” (Rt = 1), il valore che separa convenzionalmente una situazione di epidemia in avanzamento (quando Rt è maggiore di 1) da una situazione di epidemia in regressione (quando Rt è inferiore a 1).

In ulteriore leggera discesa, invece, l’Rt ospedaliero, ovvero l’indice di trasmissibilità calcolato sui casi di pazienti con Covid-19 che necessitano di ricovero ospedaliero, il cui valore è diminuito da 0,91 a 0,84, anch’esso al di sotto della soglia epidemica.

Continua a scendere anche l’incidenza settimanale dei contagi: negli ultimi sette giorni presi in considerazione l’importante indicatore ha fatto registrare una nuova diminuzione passando da 559 a 458 nuovi casi di positività ogni centomila abitanti. Un valore che rimane comunque per la ventottesima settimana consecutiva molto al di sopra della soglia di attenzione di cinquanta nuovi casi ogni centomila abitanti, quella che secondo il Comitato tecnico-scientifico consentirebbe – se non fosse oltrepassata – il miglior controllo possibile della circolazione del virus grazie a un efficiente contenimento (identificazione dei casi + tracciamento dei relativi contatti).

Restano confortanti, in particolare, i numeri riferiti alla pressione sulle strutture ospedaliere: il tasso di occupazione di posti letto nei reparti di terapia intensiva a livello nazionale è sceso dal 3,7% del 5 maggio al 3,4% del 12 maggio; nello stesso intervallo di tempo è diminuito nettamente anche il tasso di occupazione di posti letto in area medica, passato dal 14,5% del 5 maggio al 12,6% attuale.

Per quanto riguarda la classificazione del rischio epidemico, secondo l’ultima rilevazione nessuna regione o provincia autonoma è al momento considerata “a rischio alto”; tre regioni sono invece valutate “a rischio moderato” (due delle quali per molteplici allerte di resilienza); le restanti regioni e province autonome, invece, sono classificate “a rischio basso”. Sono 13 le regioni e le province autonome che hanno riportato almeno una singola allerta di resilienza, due invece quelle che hanno segnalato molteplici allerte.

È lievemente salita (dal 12% al 13%) la percentuale dei nuovi casi di positività rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, così come è in leggera crescita (dal 42% al 43%) la quota di persone contagiate individuate attraverso la comparsa dei sintomi; in ribasso, invece, la percentuale (dal 46% al 44%) dei nuovi casi diagnosticati attraverso le attività di screening.