Covid e Natale. Verso il blocco degli spostamenti dal 20 dicembre al 6 gennaio, anche per seconde case

Coronavirus in Italy

Sarà martedì il giorno della discussione delle nuove misure per le festività natalizie. I presidenti di Regione si vedranno per cercare una linea comune e le anticipazioni del ligure Giovanni Toti già fanno presagire una trattativa non facile: ristoranti aperti anche di sera a Natale e Santo Stefano e magari e anche in altre giornate, una scelta che contrasta con il coprifuoco fissato alle 22 e con la chiusura dei locali alle 18, limiti che il governo sembra deciso a mantenere per tutte le festività.

I nodi del ‘tutti a casa’ e della ristorazione si intrecciano con gli orari dei negozi, destinati invece ad allungarsi fino a due o tre ore da mezzanotte. Ma la questione che davvero riguarda tutti ed è terreno di scontro sembra essere la mobilità tra regioni. Il governo sta pensando a un divieto di spostamento a partire da un giorno non ancora fissato a ridosso di Natale. Potrebbe essere il 19, il 21 o anche il 16 (meno probabile), per consentire a un certo numero di persone di tornare a casa o dai parenti stretti per le feste prima della chiusura delle frontiere interne. Sull’ampiezza delle deroghe – per fidanzati? Genitori anziani? Congiunti? – si gioca una partita anche nella maggioranza. Ma il tempo stringe, perché l’attuale Dpcm scade il 3, giovedì. E il nuovo deve entrare in vigore il 4. Resta poi il nodo della scuola, con l’intenzione di riaprire il grosso delle classi dopo la Befana, ma senza ancora escludere la possibilità di sospendere o ridurre in percentuale la didattica a distanza per le scuole superiori già a dicembre. Su quest’ultima ipotesi i governatori sembrano abbastanza compattamente contrari , con l’eccezione pesante di Stefano Bonaccini dell’Emilia Romagna, presidente della Conferenza delle Regioni.

Conciliare sicurezza sanitaria ed economia è il difficile obiettivo per evitare la terza ondata dopo le feste, ora che la curva epidemica con grande fatica e migliaia e migliaia di vittime sembra essersi stabilizzata. Dopo la Befana tutti gli occhi saranno sulla prima campagna di vaccinazioni prevista entro gennaio dal commissario all’emergenza Domenico Arcuri per 1,7 milioni di persone.