Dopo l’annuncio dei sindacati di categoria di uno sciopero dei lavoratori degli impianti di rifornimento carburante a partire da mercoledì notte, interviene la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali che invita le organizzazioni sindacali a revocare l’astensione dal lavoro. I sindacati avevano annunciato lo stop da mercoledì 25 sera sulla rete autostradale, e a seguire anche negli impianti sulla viabilità ordinaria.
Garante, revocare subito sciopero benzinai. La Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali invita i benzinai a revocare immediatamente lo sciopero.
Il Garante, riferisce una nota, “dopo aver appreso oggi, a mezzo stampa, di una chiusura degli impianti di distribuzione carburante a decorrere da mercoledì 25 marzo 2020, proclamata dalle segreterie nazionali delle organizzazioni sindacali Faib Confesercenti, Fegica Cisl, Figisc Anisa Confcommercio, invita le stesse organizzazioni sindacali a revocare immediatamente l’astensione, dandone tempestiva comunicazione anche alla Commissione”. “Resta fermo – prosegue la nota – che la Commissione accerterà, in seguito all’eventuale apertura del procedimento di valutazione, ogni altra violazione che dovesse emergere”. Il Garante ribadisce il “fermo invito a tutte le organizzazioni sindacali, fino al 30 marzo 2020, considerato lo stato di emergenza epidemiologica dichiarato sul territorio nazionale, dovuto al diffondersi del virus Covid-2019, a non effettuare scioperi che coinvolgano i servizi pubblici essenziali, dal momento che essi non farebbero altro che aggravare la condizione dei cittadini”.







Ultimi commenti
Amareggiato il Sindaco per aver scoperto che la realtà è differente dal desiderio?Nessuno pone in discussione le intenzioni, ma i risultati parlano. Mai una giunta […]
Francesca Albanese persevera nella sua testimonianza sui crimini gravissimi che il Governo di Israele sta compiendo in Palestina. Testimonianza basata - come è possibile dedure
Ma pensate ai delinquenti insediati all'interno delle istituzioni europee e nazionali che fanno soldi con il commercio delle armi.