“Ci hanno ascoltato e si sono presi una pausa per riflettere. Dal Cdm mi auguro arrivino risposte chiare”. Il presidente della Lombardia Attilio Fontana, uscito proprio ieri dall’autoisolamento, in un’intervista al Corriere della Sera affida al Consiglio dei Ministri previsto oggi per le 8,30 le speranze che sia accolta la richiesta sua, “dei sindaci e dei sindacati” di chiudere le attività economiche della Lombardia per fermare la diffusione del coronavirus.”Comprendiamo bene quale sia il peso di certe decisioni” in termini anche economici, spiega Fontana, “ma noi abbiamo raggiunto un accordo anche con Confindustria Lombardia”. E del resto, “noi vediamo i numeri e cosa sta succedendo negli ospedali. Se il contagio continua a diffondersi a questa velocità, il sistema non potrà reggere ancora a lungo”.
I governatori del nord Fontana e Zaia già ieri hanno chiesto un ulteriore irrigidimento dei provvedimenti per il contenimento dell’epidemia e perfino il capo della protezione civile e commissario all’emergenza Borrelli ritiene che andrebbe valutata la richiesta della “chiusura totale” della Lombardia. Il capo dell’esecutivo è consapevole della situazione e non chiude la porta all’ipotesi di una serrata generale. Oggi in Cdm sul tavolo ci sono anche altri parametri da tenere in considerazione. Perché Confindustria ha espresso preoccupazione per la richiesta della Regione Lombardia di “prevedere” il fermo “totale delle fabbriche e dei trasporti”.
Introdurre misure ancora più restrittive, come chiesto anche dal centrodestra ieri durante l’incontro a Palazzo Chigi con il premier, potrebbe produrre danni economici, ma il governo non esclude nulla avrebbe detto Giuseppe Conte ai leader dell’opposizione. Nel centrodestra si spiega che non è arrivata la proposta di bloccare l’industria ma “il resto, per esempio gli esercizi commerciali” e si ritiene che dietro lo stop dell’esecutivo ci sia pure “un problema di indennizzi”, che in caso di chiusura totale verrebbero chiesti al governo. “Se serve arriveranno misure anche più dure”, ammette il responsabile dei rapporti con il Parlamento, D’Inca’. In ogni caso Conte ai suoi ospiti ha riferito che sul tavolo ci sono molti di più dei 7,5 miliardi preventivati in un primo momento ma comunque meno di 30. Nessuna cifra precisa è stata fornita (nel Consiglio dei ministri potrebbero essere stanziati fino a 15 miliardi), solo la spiegazione che non si può prevedere un provvedimento senza limiti perché la Ue non lo certificherebbe. Tra le ipotesi in campo, mutui e tasse sospesi, estensione della cig, aiuti alle imprese e alle famiglie, congedo parentale, voucher per baby sitter e badanti, assunzioni di medici e infermieri.
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