Coronavirus. Nel Reggiano test sierologici a tutti gli agenti di polizia locale

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“Ottimo risultato, a dimostrare che le attività di prevenzione messe in campo dal comando di Polizia locale, insieme alle forniture Dpi, funzionano” è il commento soddisfatto della presidente dell’Unione Bassa Reggiana, Camilla Verona.

Con l’inizio della fase 2 si è cominciato ad affrontare in maniera più capillare e incisiva il tema dei test sierologici per le Forze dell’Ordine, considerate, insieme agli operatori socio-sanitari, fra le categorie più a rischio di contagio per il contatto frequente con le persone.

L’Unione dei Comuni Bassa Reggiana ha scelto di estenderli a tutti gli agenti di Polizia Locale, sia a chi opera in strada, sia a chi svolge il proprio lavoro in ufficio.

Mentre nelle industrie e nelle manifatture il test è obbligatorio, per le forze dell’ordine è volontario. Così, dopo aver chiesto agli operatori se volevano o meno sottoporsi al test, le scorse settimane il comandante Carlo Romandini ha inviato l’elenco all’Ausl di Reggio Emilia e lunedì 18 maggio sono iniziati i test sierologici per tutti gli agenti di Polizia Locale dell’Unione Bassa Reggiana che sono continuati ogni giorno e termineranno domani (venerdì 22 maggio) con gli ultimi 12. Visto che tutti gli agenti di PL Bassa Reggiana hanno scelto di fare l’esame sierologico, complessivamente, i test interessano 55 operatori e i 43 eseguiti fino ad oggi hanno dato tutti esito negativo.

“Ciò dimostra che gli operatori di Polizia locale hanno lavorato in sicurezza e hanno seguito scrupolosamente le indicazioni nella lotta al contenimento del Coronavirus, frutto dell’opera di informazione e prevenzione attuata dal Comando e dei dispositivi Dpi, come guanti, mascherine, gel disinfettante – commenta soddisfatta la presidente dell’Unione Bassa Reggiana, Camilla Verona.

E il comandante Carlo Alberto Romandini spiega: “Grazie alle procedure adottate dall’Azienda Usl di Reggio Emilia, abbiamo iniziato con quello che viene chiamato ‘test rapido’, cioè il prelievo di una goccia di sangue, e solo in caso di positività si procede al prelievo del sangue venoso per le verifiche degli anticorpi al virus SARS CoV-2. In caso di ulteriore positività, si esegue il tampone laringo-faringeo, in grado di fornire l’indicazione definitiva sulla effettiva positività. Le procedure vengono effettuate tutte nella stessa giornata, per evitare di dover mettere in isolamento persone positive al test fino alla verifica del tampone, che potrebbe risultare, invece, negativo. È il caso, per esempio, di persone che hanno contratto la malattia in precedenza, anche in maniera asintomatica, e che al momento risultano guarite e/o non più contagiose”.