Coronavirus, in Emilia vigilati i bambini

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Le famiglie “di ogni nazionalità” di ritorno dalle aree a rischio della Cina saranno messe sotto sorveglianza con telefonate quotidiane per 14 giorni dalle Aziende sanitarie dell’Emilia-Romagna che, in caso di necessità, potranno suggerire l’isolamento a casa dei bambini che frequentano le scuole. A metterlo in chiaro sono la Regione Emilia-Romagna e l’Ufficio scolastico regionale, che hanno inviato a tutti i dirigenti scolastici da Piacenza a Rimini una nota congiunta per ribadire le indicazioni date dal ministero della Salute con la circolare dell’8 febbraio scorso sul coronavirus.

Viene spiegato nella nota firmata dal direttore dell’Usr, Stefano Versari, e dalla dirigente della Sanità in Regione, Licia Petropulacos, “i bambini che frequentano la scuola dell’infanzia e gli studenti fino alla secondaria di secondo grado, di ogni nazionalità, che nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Italia siano stati nelle aree della Cina interessate dall’epidemia, sono sottoposti a sorveglianza attiva da parte del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di riferimento, che proporrà altresì l’adozione della permanenza volontaria a domicilio fino al completamento del periodo di 14 giorni”.

Dovrà essere il preside della scuola a comunicare il rientro dei propri alunni dalla Cina all’azienda sanitaria del proprio territorio, che si occuperà della “presa in carico informando la famiglia, che verrà contattata da un operatore della Ausl per concordare le modalità di sorveglianza attiva quotidiana previste dalla circolare ministeriale e per proporre la sospensione della frequenza scolastica con permanenza fiduciaria al domicilio per un periodo di 14 giorni”. La sorveglianza sarà fatta “telefonando quotidianamente per la valutazione dell’eventuale febbre e di altri sintomi che dovessero insorgere nei 14 giorni previsti”. A conclusione del periodo, l’azienda sanitaria ne darà comunicazione alla scuola.