“Abbiamo riattivato, primi in Italia, le prestazioni sanitarie sospese durante l’emergenza (quelle urgenti e indifferibili non sono invece mai state interrotte), stiamo quindi telefonando ai cittadini che avevano delle prenotazioni in sospeso (partendo dalle vaccinazioni per l’infanzia, dagli screening di prevenzione tumorale alla mammella e al colon retto, dagli interventi cardiologici e dalle altre prestazioni che normalmente vengono evase entro 60 giorni) e ripartiamo con tutte le precauzioni del caso, anche riattivando le collaborazioni con la sanità privata accreditata”. L’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini, è intervenuto sul riavvio dell’attività sanitaria programmata in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini.
L’assessore ha poi parlato del sistema di monitoraggio sull’evoluzione dell’epidemia, il cosiddetto “cruscotto regionale”: “Un’osservazione quotidiana attraverso un insieme di indicatori (21) che possiamo dividere in due macrogruppi: i primi utili a fissare la probabilità di incremento della trasmissione e i secondi adeguati a determinare l’impatto che il virus sta avendo sulle strutture sanitarie del territorio”. Questo, ha aggiunto, “per definire il rischio sulle singole regioni, attualmente da noi considerato basso”.
Donini è poi intervenuto sul tema test sierologici: “Anche in questo caso siamo i primi in Italia ad avviare, con uno specifico piano, un’indagine epidemiologica sulla base dello screening sierologico. Sono già 90 mila i test effettuati (principalmente rivolti al personale sociosanitario e alle altre categorie a rischio)”. Sono invece 220 mila i tamponi effettuati, che verranno considerevolmente incrementati nei prossimi mesi. Sui 90 mila test, ha spiegato, “emerge che circa il 5% delle persone coinvolte ha maturato gli anticorpi (IgC e IgM) e di questi circa la metà è risultata attualmente positiva al virus (casi asintomatici)”. Per garantire la prosecuzione delle campagne di screening di massa, ha poi aggiunto, “abbiamo coinvolto già una quarantina di laboratori privati, che entro poche settimane dovrebbero diventare una sessantina (eseguiranno circa 4 mila test al giorno)”. Per le aree più a rischio della regione (Piacenza, Medicina e Rimini), ha quindi evidenziato l’assessore, “sono previsti test a tappeto, gratuiti, che coinvolgeranno ampie fasce della popolazione, circa 350 mila persone da qui a fine giugno”. Abbiamo previsto, ha concluso Donini, “anche test a pagamento per chi lo richiederà, con il coinvolgimento del medico di fiducia e abbiamo anche indicato un costo di riferimento medio che equivale a 25euro”.
“Trasparenza” è quello che ha chiesto con forza Marco Lisei, il consigliere di Fratelli d’Italia ha infatti puntato il dito contro le “mancate risposte a sue richieste (attraverso atti formali): non è accettabile- ha tuonato- che in tre mesi non sia uscita nessuna risposta dal suo assessorato”. Critiche, da Lisei, anche al modo di comunicare le strategie e gli obiettivi sanitari: “Avventurarsi a dichiarare che arriverete a 10 mila tamponi entro fine mese mi sembra affrettato, visto quanto accaduto in passato”. E sulla ripartenza delle attività sanitaria programmate, l’esponente di Fdi ha richiesto “uniformità su tutto il territorio regionale e un range temporale certo”. Infine, sui test sierologici ha ricordato “la necessità di essere oggi più tempestivi di quanto fatto a inizio pandemia per bloccare sul nascere potenziali focolai”.
Per la Lega è stata Valentina Stragliati a definirsi “felice” per il “tentativo di fare ordine sui test sierologici, dato che dopo la prima delibera si era creata una situazione di caos”. Plauso anche per il “tentativo di calmierare i prezzi dei test”. Critiche, invece, per quanto riguarda le “discrasie sulle comunicazioni dell’ex commissario Venturi e dell’attuale assessore: il raggiungimento dell’obiettivo dei 10 mila tamponi era stato fissato da Venturi entro il 18 maggio, mentre Donini ha parlato di fine mese”. La consigliera ha poi proposto di utilizzare test rapidi basati sui tamponi salivari. Il vicepresidente della commissione Daniele Marchetti ha aperto il suo intervento con l’invito all’esecutivo regionale a “mettere in campo maggiori investimenti: sui macchinari e sull’autoproduzione regionale dei reagenti, come sta avvenendo in Veneto”. E sulla ripartenza dell’attività sanitaria programmata, il leghista ha portato sul tavolo della discussione la situazione delle “commissioni per gli accertamenti dell’invalidità”. Simone Pelloni infine, ha chiesto di evitare “situazioni di limbo” in cui un lavoratore è positivo al test sierologico “ma non ha la tutela della mutua perché in attesa dei tamponi”. E sui posti letto in terapia intensiva ha aggiunto: “Bene la scelta di mantenere l’attuale numero ma- ha specificato- non vorrei venissero sostenuti solo i grossi centri ospedalieri a scapito delle strutture periferiche”.
I tempi per il ripristino delle attività territoriali, come quelle degli infermieri delle ambulanze, dei tamponi agli operatori delle case di riposo e della riprogrammazione della gestione territoriale ospedaliera, sono stati invece i temi toccati da Marco Mastacchi (lista Borgonzoni).
Sul futuro della sanità emiliano-romagnola è intervenuta Valentina Castaldini di Forza Italia chiedendo di “ripensare al ruolo delle Asp per il potenziamento delle linee territoriali”. L’azzurra ha poi rimarcato il suo dissenso per il fatto che “i punti di prelievo non siano ammessi per l’erogazione dei test sierologici”.
Infine, Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ha parlato dei test sierologici: “Si sta procedendo correttamente ed è positivo che ci sia il passaggio attraverso il medico di fiducia”.
“È importante trovare un equilibro tra il ritorno alla normalità e la convivenza con il virus nelle comunità”, ha poi dichiarato Lia Montalti del Partito democratico. Gli strumenti messi in campo, a partire dal monitoraggio dei rischi, ha aggiunto la consigliera, “risultano particolarmente utili al raggiungimento dell’obiettivo: accompagneremo i cittadini in questa fase”. Katia Tarasconi, dello stesso partito, ha ribadito la necessità “di tutelare le aree della regione maggiormente colpite”. Ha poi chiesto, sullo stesso tema, “il potenziamento della medicina territoriale”.
“L’emergenza sanitaria non è finita, è necessario attivare tutte le azioni utili a ridurre ulteriormente la curva del contagio”, ha rimarcato Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa), che si è anche espresso positivamente sulla diffusione dei test sierologici in regione, richiedendo anche il coinvolgimento delle cosiddette badanti.
Anche per Silvia Zamboni (Europa Verde) “è necessario proseguire con questo tipo di screening (anche per individuare gli asintomatici)”. Ha poi chiesto all’esecutivo regionale particolare attenzione sul tema dello smaltimento delle mascherine usa e getta e sulla possibilità di diffondere mascherine riutilizzabili (lavabili).
Stefania Bondavalli della lista Bonaccini ha invece posto l’accento sulla riattivazione dei servizi per l’infanzia e sul riavvio delle visite agli ospiti delle residenze per anziani da parte dei parenti.
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costruiranno e demoliranno, costruiranno e demoliranno, a vantaggio dei padroni di casa, ovvero semplici personaggi eletti. E pubblicizzati come il cioccolato. Ma che dignita' ?
Gentile Casali (Ivaldo e' un nome bellissimo, ma richiama a un'epoca aristocratica di borghesia, che purtroppo la comunicazione sputtanesca, ha infangato), dicevo che il Conad […]
Questi politici pagati da noi cittadini, che dovrebbero curare i nostri interessi, diventano i nostri nemici. E poi si stupiscono che ci vada sempre meno