Donini: “Il sistema sanitario regge”

Raffaele Donini Regione ER

Lunedì 2 marzo l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, durante la consueta conferenza stampa sull’aggiornamento dei dati relativi alla diffusione del Covid-19, ha spiegato che il sistema sanitario regionale “regge bene ed è in grado di affrontare la situazione”.

Da inizio marzo nell’ospedale di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, saranno disponibili sei posti in terapia intensiva destinati a chi sia risultato positivo al virus e altri 6-8 posti saranno messi a disposizione attraverso la riconversione di tre sale operatorie. A Piacenza invece, dove la situazione è più critica, oltre agli otto posti dedicati rimarranno a disposizione altrettanti posti di terapia intensiva per altre patologie.

Nella giornata di lunedì le persone positive al test sono cresciute di 50 unità rispetto a domenica primo marzo, portando a 335 i casi totali finora registrati in regione; per Donini “è ancora presto per prefigurare un trend strutturato, ma negli ultimi tre giorni i nuovi casi che registriamo ogni giorno sono in calo rispetto al precedente”.

“Facciamo affidamento – ha aggiunto l’assessore regionale – alla responsabilità dei singoli affinché seguano le norme che vengono loro raccomandate. Naturalmente non sono lasciati soli, nel senso che le persone chiamate a rispettare il periodo di isolamento a casa vengono contattate due volte al giorno dai servizi sanitari. Ricordo ancora una volta che per chi non avesse le condizioni per gestire il decorso della malattia presso la propria abitazione, siamo in grado di garantire soluzioni alternative”.

Nel frattempo si rafforza il numero dei presidi a protezione degli operatori sanitari e per la sicurezza dei cittadini che accedono alle strutture sanitarie, che serviranno a suddividere già all’ingresso i pazienti con possibili sintomi da Coronavirus dagli altri.

La Protezione civile regionale, infatti, ha predisposto – oltre ai tre già allestiti nel piacentino – nuovi moduli provvisori per il triage all’esterno delle strutture sanitarie, dove poter sottoporre le persone alle prime valutazioni delle condizioni generali e di esposizione prima di accoglierle all’interno dei servizi ospedalieri: tre nella provincia di Modena (ospedali di Mirandola, Vignola, Pavullo sul Frignano), uno a Imola (attivo da martedì 3 marzo), due nel parmense (Fidenza e Borgo Taro), in aggiunta alle due tende antistanti l’ingresso del Pronto soccorso dell’azienda ospedaliera di Parma. A questi si aggiungono, in provincia di Reggio, due Pma a Guastalla e uno a Montecchio Emilia, oltre al presidio all’ingresso dell’arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio.

In altre strutture ospedaliere (Modena Policlinico e Baggiovara, oltre agli ospedali di Carpi, Sassuolo, Rimini e Riccione) sono già operativi specifici spazi con le medesime funzionalità all’interno delle aree di attesa o di ingresso. Sono infine in corso i sopralluoghi per la verifica del posizionamento di ulteriori punti di pre-triage in tutte le rimanenti strutture della regione, per alcune delle quali si sta prevedendo una modalità di installazione rapida a fronte dell’eventuale incremento del numero dei casi (come in provincia di Ferrara, dove ancora non si registrano positivi, a Bologna e in altre strutture della Romagna).

Per uniformare il comportamento delle aziende sanitarie su tutto il territorio regionale e per venire incontro alle esigenze dei cittadini, l’assessorato regionale alle politiche per la salute ha fornito ai direttori delle Ausl indicazioni a cui attenersi per gli accessi relativi alle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale (come visite specialistiche, esami del sangue o diagnostici) fino al termine di validità dei provvedimenti contenenti le misure di contenimento del Covid-19 valide per il territorio regionale (cioè, al momento, almeno fino all’8 marzo).

Secondo le indicazioni regionali, sono giustificati i casi di mancata o tardiva disdetta di tutti gli appuntamenti programmati per le visite specialistiche ambulatoriali: i cittadini sono comunque invitati a disdire o a prenotare un nuovo appuntamento sia per favorire il riutilizzo dei posti che per poter utilizzare la stessa ricetta senza ritornare dal medico. Anziché recarsi personalmente nei punti Cup, però, l’indicazione che arriva dalla Regione è quella di prenotare o disdire gli appuntamenti al telefono o – per chi lo ha attivato – attraverso il Fascicolo sanitario elettronico, per evitare i sovraffollamenti nei centri di prenotazione.