Bonaccini al governo: “Serve un piano straordinario di investimenti”

Stefano Bonaccini giunta Emilia-Romagna ER

Mercoledì 4 marzo a Roma le Regioni italiane hanno presentato al governo un documento condiviso proponendo alcune misure economiche da mettere in campo a favore di imprese e famiglie per fronteggiare la crisi causata dall’epidemia di Coronavirus. All’incontro ha partecipato anche il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, collegandosi in videoconferenza dalla sede della Regione a Bologna in via precauzionale – dopo che due assessori della sua giunta nelle ultime ore sono risultati positivi proprio al Coronavirus.

Tra le principali proposte portate all’attenzione dell’esecutivo: l’attivazione di un piano straordinario di investimenti, a partire dalle opere pubbliche, che passi anche per la semplificazione burocratica e l’attribuzione di poteri speciali (come avvenuto ad esempio per la ricostruzione del ponte Morandi di Genova), e la proroga – oltre il mese finora previsto nel primo decreto – degli ammortizzatori sociali in deroga nelle regioni più colpite, estendendoli fino alle piccole e piccolissime imprese di tutti i settori maggiormente interessati. All’Unione Europea, invece, è richiesto un intervento straordinario sul piano degli investimenti per riuscire a fronteggiare l’emergenza.

Numerosi i punti richiamati dal presidente Bonaccini e contenuti nel testo consegnato al governo, che guardano in particolare ai settori più colpiti dalla crisi, ma non solo. Tra le richieste avanzate, inoltre, anche quella di mettere a disposizione di tutte le imprese (soprattutto quelle piccole e piccolissime e rientranti nei settori più colpiti, a partire dal turismo) la liquidità, a partire da un intervento del Fondo centrale di garanzia.

Secondo le Regioni sarebbe poi necessaria una misura di ristoro per le aziende che hanno subìto una riduzione di ordini dall’estero e delle prenotazioni in ambito ricettivo e della ristorazione, per gli intermediari nel settore del turismo, per gli agriturismi e per gli operatori congressuali.

Tra le richieste avanzate figurano inoltre la sospensione e la rateizzazione di tutti i tributi, lo snellimento delle pratiche burocratiche, in particolare l’accelerazione dei pagamenti e delle erogazioni della Pubblica amministrazione. Una specifica proposta è stata fatta anche per quanto riguarda il settore agricolo: quella di innalzare dal 50% al 70% l’anticipo della Pac 2020 e il regime de minimis alle imprese.

Per vari comparti, in particolare manifatturiero, turistico-alberghiero e dell’edilizia, è stata chiesta la definizione normativa delle limitazioni per la diffusione del Covid-19 come causa di forza maggiore per gli inadempimenti contrattuali degli operatori economici nelle relazioni interne ed esterne al mercato comune europeo. È stata proposta, inoltre, un’azione specifica di sostegno allo sviluppo digitale delle imprese attraverso voucher/contributi, oltre ad azioni integrate a livello nazionale e internazionale attraverso Enit (Agenzia nazionale italiana del turismo) per supportare il settore turistico.

E ancora: l’estensione e l’attivazione immediata della cassa integrazione in deroga per tutte le aziende dei settori colpiti, l’estensione e la proroga a tutto il territorio nazionale delle misure fiscali e tributarie già previste, prevedendo al termine della sospensione un periodo di almeno sei mesi per la rateizzazione; la sospensione del pagamento delle rate dei mutui bancari e dei relativi interessi; l’accesso facilitato al Fondo di garanzia delle piccole e medie imprese.

Un’altra richiesta avanzata dalle Regioni è stata quella di indennizzare contestualmente i gestori privati di tutti i servizi correlati, dalle mense scolastiche ai servizi educativi, dal trasporto ai dormitori. Nel documento presentato al governo, infine, hanno trovato posto anche la richiesta di attivazione del Fondo di solidarietà e quella per la riduzione della percentuale di cofinanziamento Ue per la dotazione dei Fondi strutturali 2021- 2027.