Controlli sulle acque nelle zone alluvionate: non c’è contaminazione

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Il monitoraggio sui corsi d’acqua coinvolti nelle alluvioni di maggio in Emilia-Romagna evidenzia situazioni diversificate, “con alcune criticità localizzate, legate al forte aumento di carico organico e all’elevata presenza di solidi sospesi, che ha causato una scarsa ossigenazione nei fiumi e nei canali”.

Non c’è invece evidenza “di una contaminazione persistente di sostanze inquinanti pericolose di origine antropica”.

E’ la sintesi dei controlli svolti da Arpae, che si è concentrata in particolare sul Ravennate, con campionamenti fatti il 30 maggio e il 14 giugno. Le verifiche continueranno.

Per le due stazioni di campionamento di acque superficiali destinate alla produzione di acqua potabile (Reno a Volta Scirocco e Lamone al ponte cento Metri) tutti i parametri analizzati sono risultati in linea con i valori dei monitoraggi eseguiti negli anni precedenti (2010-2021), così come quelli rilevati nelle stazioni del Lamone e del Bevano.
Per la colorazione anomala (rosacea-purpurea) delle acque osservate nel canale Zaniolo il 6 giugno, gli esiti delle analisi chimiche microbiologiche condotte da Arpae confermano le ipotesi iniziali: è da ricondursi alla presenza di batteri purpurei appartenenti probabilmente alla famiglia delle Chromatiaceae e di alghe unicellulari del genere Euglena. Si tratta di organismi che possono proliferare nelle acque dolci poco mobili o stagnanti, con scarsità di ossigeno e con una grande quantità di nutrienti. Sempre la scarsità di ossigeno ha provocato la moria di pesci nel canale Destra Reno, che ha portato a mare le acque scure di Conselice.